Vigne Monache, grandi vini da tradizioni autentiche

27/05/2024

Nella fertile zona dell’agro di Manduria, in una contrada denominata Monache-paduli e da sempre culturalmente integrata all’area salentina, si estendono i vigneti della famiglia Nigro e Biasco: antichi vigneti ad alberello – il più vecchio dei quali è stato piantato nel 1920 e continua tuttora a produrre uno splendido Primitivo dolce naturale – e più giovani coltivati a Guyot.

La fertilità del terreno e la salubrità del clima consentono la coltivazione di vitigni autoctoni come Primitivo, Negramaro e Verdeca, che su questo terroir riescono a sviluppare una complessità aromatica unica data la benefica e distintiva vicinanza delle vigne al mare che conferisce ai vini mineralità, sfumature e una sorprendente complessità olfattiva. Selezionate e raccolte rigorosamente a mano nei vigneti di famiglia, le uve vengono successivamente lavorate e trasformate attraverso l’utilizzo di attrezzature all’avanguardia e delle più moderne tecniche di vinificazione.

Il desiderio di innovazione e di modernizzazione che attraversa l’azienda da diversi anni non cancella però il forte legame con il territorio, celebrato sulle prime etichette come il Còttabo, che prende il suo nome dall’antico gioco di origine greca importato dai Messapi, o il Ser Vite, che richiama le monache “servite” del monastero dello Spirito Santo di Manduria, eponime della contrada e della stessa azienda. Rita e Salvatore hanno seguito quella che è stata la passione di Annunziata Filotico, a cui la famiglia ha deciso di dedicare l’etichetta Nuzzià. Vignaiola per tradizione ma soprattutto per vocazione, decide nella prima metà del ‘900 di avviare la coltivazione dei vigneti nella zona di Manduria, dando impulso a quella che sarà una vera e propria missione per l’intera famiglia e per l’azienda stessa.

Una missione che le nuove generazioni, spinte dallo stesso amore per la terra che ha dato vita al progetto, hanno continuato a perseguire, assieme ai nuovi obiettivi di innovazione e sperimentazione tecnica. L’impegno di Salvatore Nigro e di Rita Biasco, fautrice dell’impianto per la vinificazione e dell’ampliamento produttivo della stessa azienda, nonché delle giovani Alessia e Desirée, ha introdotto una nuova e moderna visione all’identità enologica familiare, senza mai perdere il suo legame con la tradizione.