Enoregioni italiane: Fascia Adriatica

28/11/2017

Prosegue la nostra panoramica delle 92 enoregioni italiane. Nella Regione Abruzzo è possibile individuare  tre  enoregioni: Colline Teramane, Fascia Adriatica, Abruzzo di Montagna.

 

FASCIA ADRIATICA

La fascia adriatica, dal clima più favorevole, è caratterizzata da una maggiore densità vinicola rispetto all’entroterra e coincide con l’ampia zona collinare che corre parallelamente al mare, delimitata al nord dal confine con la provincia di Teramo e al sud dal confine con il Molise. Come per le Colline Teramane i suoli argillosi dei rilievi costieri si alternano a terrazze e ripiani su sedimenti sabbiosi e a fondovalli su depositi alluvionali. L’area del pescarese è solcata da profonde vallate con fiumi e cascate, boschi di roverella, aceri, vegetazioni rare e numerosi siti archeologici, tra i quali la Grotta dei Piccioni. Con i suoi territori montani intrecciati ai centri abitati, santuari, riserve naturali come il Parco della Maiella e la sabbiosa Costa dei Trabocchi (dal nome delle pittoresche macchine da pesca in legno su palafitta), il paesaggio chietino ha mille volti, dalle suggestive località balneari ai nuclei rurali dell’entroterra dediti all’agricoltura e all’artigianato. Tre gli itinerari enoturistici: la Strada del Vino Colline Aprutine, che si snoda tra le alture disegnate da distese di vigneti e uliveti dall’Adriatico al Lago di Penne (Oasi del Wwf), la Strada del Vino Colline Teatine e la Strada del Vino Tratturo del Re (da Lama dei Peligni a S. Vito Chietino).

Vini locali. Negli ultimi decenni la zona, caratterizzata dalla coltivazione di uve da tavola, è diventata una pregiata area vinicola, dove oltre a quelle che interessano tutta la Regione si trovano anche le denominazioni di più recente istituzione:  Ortona, Terre Tollesi e Villamagna. Oltre al montepulciano e al trebbiano (toscano e abruzzese), alle numerose tipologie bianche e rosse della doc Terre Tollesi o Tullum concorrono sia vitigni autoctoni locali come il pecorino e la passerina, oggetto di una rinnovata attenzione da parte di molti produttori insieme alle uve di cococciola, sia vitigni internazionali come cabernet, chardonnay e merlot, introdotti nel territorio con buoni risultati. Con lo stesso uvaggio del Montepulciano d’Abruzzo doc – che qui si produce con le sottozone Terre dei Vestini, Casauria o Terre di Casauria e Teate – e con la stessa buona struttura si presenta la sua versione rosata, il Cerasuolo  d’Abruzzo doc, ottenuto dalla spremitura soffice e ridotto periodo di fermentazione sulle bucce: di color ciliegia più o meno carico e odore gradevole, finemente vinoso, fruttato, fine e intenso (che acquista  sentori speziati nel Superiore), ha un sapore secco, morbido e delicato con retrogusto gradevolmente mandorlato che ben si sposa con antipasti di salumi e pecorini freschi, minestre asciutte e in brodo, brodetto pescarese, agnello e carni bianche.

Piatti e prodotti tipici. Seguendo l’antico motto abruzzese, secondo cui del maiale non si butta via niente, dalla carne dei suini allevati seguendo i ritmi della natura si ricavano prosciutto nostrano, lonza, ventricina vastese (un insaccato crudo di grosso calibro), salamini, soppressata, fegatazzo di Ortona (salsiccia di fegato), salsicciotti di trippe piccanti e salsicce di carne ottime alla brace oppure essiccate e conservate sottolio. Con la carne di pecora si preparano invece gli arrosticini, le salamelle del tratturo e la pecora alla callara, cioè condita con tante erbe aromatiche e cotta in pentola per molte ore. Oltre ai classici regionali, ricordiamo il pecorino di Farindola, le burrose scamorze, la carne da vitellone bianco dell’Appennino centrale igp, le ciliege di Raiano e di Giuliano Teatino, le mele della varietà gelata, paradiso e mangione, le pere de vièrne, di san giovanni e trentatre once, le pesche pomo di renzo e testa rosce, il broccolo riccio, il fagiolo a caffè, l’uva di Tollo e Ortona, l’oliva intosso,  il liquore centerbe e gli oli extravergine di oliva Colline Teatine dop (anche con menzioni geografiche aggiuntive Frentaneo e Vastese) e Aprutino Pescarese dop.  I piatti della tradizione vanno dal brodo con pane dorato al pollo cotto sotto il coppo, dalla pasta alla mugnaia (pasta spessa e lunga fatta a mano con acqua e farina, condita con sugo di carne oppure con aglio, olio e peperoncino) allo spezzatino di agnello cacio e uova, dal guazzetto alla marinara al fiadone dolce-salato, dallo scapece di pesce ai bucatini alla trescatora (sugo di anatra e erbe aromatiche), per finire con gli innumerevoli dolci: tarallucci, sise delle monache (tre piccole brioche unite, farcite di crema e spolverate di finissimo zucchero a velo), crispelle fritte, nevole (sfoglie sottili arrotolate a cono ricavate da un impasto di grano cappella, olio e semi di anice arroventato in mezzo a due ferri), bocconotti, ossi di morto (i biscotti di mandorla duri di origine antichissima, tipici del mese di novembre), cancellate e vino cotto. (di Alessandra Calzecchi Onesti) 

DENOMINAZIONI

DOC: Abruzzo, Cerasuolo d’Abruzzo, Controguerra, Montepulciano d’Abruzzo, Ortona, Terre Tollesi o Tullum, Trebbiano d’Abruzzo, Villamagna               

IGT: Colli del Sangro, Colline Frentane, Colline Pescaresi, Colline Teatine, del Vastese o Histonium, Terre di Chieti

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