Vigne in città tra chiostri e conventi

24/07/2018

Proseguiamo il nostro viaggio alla scoperta degli appezzamenti di varie dimensioni coltivati a vite in molte municipalità italiane ed europee, dalle grandi metropoli ai piccoli centri abitati. Vigne che testimoniano una parte importante della cultura e della storia cittadina e sono spesso preziosi custodi di biodiversità, in alcuni casi di biotipi rarissimi.

La zona collinare intorno a BOLZANO è particolarmente adatta alla coltivazione di uve Vernatsch, St. Maddalena e Lagrein che popolano i vigneti a conduzione familiare alle porte della città. Dentro le mura cittadine i vigneti Muri-Gries sono da secoli proprietà del Convento popolato nel 1845 da un gruppo di monaci benedettini proveniente da Muri, in Svizzera, e anche la cantina è completamente integrata nell’Abbazia dei Canonici Agostiniani, dove dall’inizio del 20° secolo iniziarono a partire le prime grosse vendite di vino sfuso (Santa Maddalena, Malvasia, Lagrein Kretzer, Pinot Grigio) dirette ai paesi germanofoni del Nord.

Ad ASOLO (TV), uno dei borghi storici più belli e caratteristici della Marca Trevigiana, nel 2017 è stato avviato il progetto dell’Azienda Montelvini di riportare all’antico splendore la vigna nel centro storico della città: su un ripido pendio sotto la balconata del giardino all’italiana di Villa De Mattia, il vigneto di circa 0,3 ettari era già presente nelle mappe napoleoniche ed era stato reimpiantato per l’ultima volta nel 1960. L’idea è quella di conservare le viti sane e di rimpiazzare quelle malate – tra le ottanta recuperate, per la maggior parte Glera, Verdiso, Perera, Bianchetta trevigiana o Verduzzo  – con barbatelle generate dalle vecchie piante, in modo da mantenere la biodiversità originaria. 

La toponomastica di VENEZIA – Calle de la Malvasia, Calle de la Malvasia Vecia, Ponte de la Malvasia, Calle Malvasia – conserva numerose tracce dell’antico commercio di vini provenienti dalla Grecia. Ma la città e le sue isole mantengono anche alcuni ettari vitati frammentati e diffusi: le vigne nell’isola di Sant’Erasmo da sempre considerata l’orto di Venezia, l’isola di San Michele (Malvasia, Dorona e Prosecco), nell’isola di Mazzorbo (dove grazie al progetto Venissa della famiglia Bisol di gestione della Tenuta Scarpa-Volo, all’interno del grande progetto di recupero della Laguna Nord, si coltiva e si vinifica la Dorona, un vitigno autoctono quasi estinto), i vigneti in via di riqualificazione nel chiostro del Convento delle Zitelle della Giudecca e sull’isola delle Vignole, il Tocai rosa-dorato centenario della pergola della Tana nella corte interna della trattoria Corte Sconta, il mezzo ettaro del brolo del Convento dei Carmelitani Scalzi (Malvasia di Candia, Malvasia di Candia aromatica, Recantina Forner, Malvasia del Chianti, Malvasia di Asolo, Malvasia nera di Lecce, Malvasia di Sitges, Incrocio Manzoni 2.15, Incrocio Manzoni 13.0.25, Bianchetta, Grapariol, Raboso del Piave, Verduzzo trevigiano, Fiano, Vermentino, Dorona, Terra Promessa, le due due varietà armene Voskeat e Arenì, Glera, Moscato, Merlot, Cabernet, Glera, Marzemino, Terra promessa) e la Tenuta Baslini sull’isola di Torcello (Malvasia nera di Lecce, Malvasia di Sitges, Malvasia di Candia, Malvasia di Candia aromatica, Recantina, Dorona, Raboso, Grapariol, Marzemino, Verduzzo, Bianchetta, Turchetta, Friulano, Glera, Luviana, Moscato giallo e altri cloni trovati nei giardini e vigneti della Serenissima, con habitus particolare o anomalo rispetto alle solite caratteristiche varietali). Questi ultimi due appezzamenti sono il frutto di un lavoro di ricerca e recupero delle varietà di vitis vinifera presenti in terra veneziana intrapreso a partire dal 2010 dal Consorzio Vini Venezia in collaborazione con il professor Attilio Scienza, le Università di Milano e Padova e il CRA-VIT di Conegliano: le piante sono infatti prodotte dai Vivai Cooperativi di Rauscedo e dal Vivaio Poletto di Orsago (TV) sulla base del materiale proveniente da una vera e propria “banca genetica” per la cui creazione sono stati analizzati circa cento esemplari, individuando una trentina di varietà di cui tre ancora sconosciute.  (di Alessandra Calzecchi Onesti)

Vigneti urbani e cinture verdi per una riqualificazione 

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Passeggiando per le vie delle vigne in città

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