La Sardegna vanta una cultura della vite millenaria. Fino a pochi anni fa sull’origine della tradizione vitivinicola nell’Isola si avevano notizie molto frammentate: secondo alcune fonti si era sviluppata autonomamente, secondo altre invece è stata introdotta dai Fenici o dai Cartaginesi, per altre ancora era ben conosciuta durante il periodo romano. Tracce di vino individuate in brocchette askoidi ritrovate in diverse zone archeologiche della Gallura hanno invece evidenziato l’esistenza di un‘attività vinicola fiorente in epoca nuragica, in particolare nel periodo del Bronzo medio e recente (1400-1200 a. C.). Anche le origini del Vermentino, conosciuto e coltivato più o meno intensamente in tutti i territori costieri mediterranei dalla Spagna fino alla Liguria e in molte isole, non sono chiare. La sua origine è probabilmente spagnola e l’epoca d’introduzione delle viti, per alcuni studiosi, dovrebbe essere tra il XV e il XVIII sec. d.C. Per altri la sua comparsa in Sardegna è più recente, databile negli ultimi decenni del XIX secolo, con i primi impianti realizzati nella Gallura.
Documentato per la prima volta nell’Isola nel XIX secolo, il vitigno ha conosciuto una massiccia diffusione a seguito della ricostituzione dei vigneti decimati dalle infestazioni della filossera importata involontariamente in quell’epoca dall’America (l’insetto che attacca le radici della vite non ama i terreni ricchi di sabbia), a partire dalla Gallura fino ad interessare rapidamente l’Anglona, l’Algherese, il Meilogu, i Campidani di Cagliari e di Oristano e successivamente tutti i territori sardi vitati. La sua espansione è avvenuta dapprima in forma sporadica e in seguito, avendo il vitigno incontrato pienamente il favore dei coltivatori e consumatori, in forma sempre più massiccia, su superfici importanti e ottenendo notevoli successi.
Oggi il Vermentino compare in numerose DOC e IGT, ma la produzione al di fuori della Sardegna, della Liguria e della Toscana è ridotta e non sistematica.
Tre quarti di tutto il Vermentino coltivato in Italia proviene dalla Sardegna, con una produzione divisa tra due denominazioni: quella che copre tutta la regione, il Vermentino di Sardegna DOC (approvato con DPR 23.02.1988, ultima modifica DM 07.03.2014), e quella limitata ad un’area geograficamente più specifica, il Vermentino di Gallura DOCG (approvato con D.M. 11.09.1996, ultima modifica DM 07.03.2014).
La coltivazione è concentrata soprattutto lungo la costa, nelle zone immediatamente interne al centro e nelle province meridionali, dove i vigneti possono beneficiare degli effetti di raffreddamento dei venti. Il clima è quello tipico mediterraneo: estati molto calde e aride e inverni miti, con temperature medie e intense correnti di maestrale che soffiano da nord-ovest. I suoli possono variare in modo significativo – il disciplinare del Vermentino di Sardegna DOC ne elenca sei tipi principali – apportando di conseguenza influenze decise sulle proprietà dei vini.
In questa terra, arsa ed ostica alle più comuni coltivazioni agricole, il vitigno ha trovato un habitat ideale e riesce ad esprimersi con tratti di spiccata personalità. Impermeabile al caldo e alla siccità, ha l’inestimabile qualità di mantenere l’equilibrio tra aroma e acidità zuccherina durante la sua lunga stagione di maturazione, offrendo ai produttori varie opzioni di interpretazione, da frizzante a fermo, da vendemmia tardiva a vino da dessert. Elementi comuni in tutto lo spettro sono le sfumature aromatiche della macchia mediterranea ed una peculiare mineralità, a volte leggermente salina, che conferisce una sapida intensità.
Nel tempo i fattori umani sono stati particolarmente incisivi soprattutto per quanto concerne gli aspetti tecnico produttivi, che costituiscono parte integrante del disciplinare di produzione. I sesti d’impianto e i sistemi di potatura consentono di migliorare e razionalizzare la disposizione sulla superficie delle viti, agevolano l’esecuzione delle operazioni colturali e la razionale gestione della chioma, permettendo di ottenere una adeguata superficie fogliare ben esposta e di contenere le rese di produzione entro i limiti fissati dal disciplinare.
Il vino a DOC “Vermentino di Sardegna”, nelle diverse tipologie previste dal disciplinare di produzione, si presenta dal punto di vista analitico ed organolettico come un ottimo vino bianco, non molto alcolico, brillante, di colore giallo paglierino leggero, generalmente con riflessi verdolini molto tenui, liscio, morbido, fresco e di buona sapidità e dal profumo delicato. Tali qualità si presumono derivate da motivi che possono ascriversi alla differente latitudine, alla diversa natura dei terreni e alle interazioni tra vitigno e ambiente microclimatico. Le estati lunghe, calde e soleggiate, con cielo terso e sempre ventilate, determinano le condizioni ottimali per la maturazione delle uve. Le escursioni termiche tra giorno/notte, in alcune zone, piuttosto elevate, diventano condizioni ottimali per esaltare la concentrazione aromatica e l’esaltazione dei precursori di aromi del Vermentino. Le annate eccezionali sono sempre contraddistinte da queste condizioni, congiunte ad un basso carico di grappoli per ceppo. In tali situazioni le viti concentrano tutte le loro energie in poca uva, esaltando di conseguenza tutti quei componenti aromatici che contribuiranno a dare un vino unico per tipicità.
VERMENTINO DI SARDEGNA DOC (approvato con DPR 23.02.1988 – G.U. 3 – 04.01.1989)
Vitigno/i: Vermentino: minimo 85%; possono concorrere fino ad un massimo del 15% le uve provenienti da altri vitigni a bacca bianca (non aromatici) idonei alla coltivazione nella regione Sardegna, iscritti nel registro nazionale delle varietà di vite per uve da vino approvato. Zona di produzione: Sardegna Tipologie:” Vermentino di Sardegna”, ”Vermentino di Sardegna” Frizzante, ”Vermentino di Sardegna” Spumante Titolo alcolometrico volumico effettivo minimo: 10,5% (nello Spumante 11%, di cui almeno 10 svolti); acidità totale minima: 4,5 g/l; estratto non riduttore minimo: 14 g/l. Caratteristiche organolettiche: “Vermentino di Sardegna”: – colore: giallo paglierino, con leggeri riflessi verdolini; – odore: caratteristico delicato e gradevole; – sapore: dal secco all’amabile, caratteristico, fruttato, fresco, sapido, con leggero retrogusto amarognolo. “Vermentino di Sardegna” Frizzante: – spuma: fine ed evanescente; – colore: giallo paglierino, con leggeri riflessi verdolini; – odore: gradevole, fruttato, caratteristico; – sapore: dal secco all’amabile, caratteristico, frizzante. “Vermentino di Sardegna” Spumante: – spuma: intensa, fine e persistente; – colore: giallo paglierino, con leggeri riflessi verdolini; – odore: caratteristico, delicato e gradevole; – sapore: da brut nature a demi – sec, fresco, caratteristico. Temperatura di servizio: “Vermentino di Sardegna” 8°-10°C, “Vermentino di Sardegna” Spumante6°-8°C Abbinamenti consigliati: Il Vermentino di Sardegna Doc va servito con antipasti di mare non salsati, crostacei e molluschi, polpo, pesce alla griglia, primi piatti regionali. Lo Spumante bene accompagna crostate di frutta. |
Accanto alle cooperative che svolgono storicamente un importante ruolo qualitativo, negli ultimi anni si è registrato un incremento del numero di produttori indipendenti di piccole e medie dimensioni con propri stili distintivi.
Il Consorzio di Tutela Vermentino di Sardegna nasce nel maggio del 2014 e attualmente è presieduto da Giovanni Pinna, Direttore Generale delle Cantine Sella & Mosca. Riunisce tra piccole, medie e grandi cantine 19 delle più rappresentative aziende vitivinicole della regione. La sua attività è volta alla tutela e la promozione della denominazione con azioni di verifica, controllo e divulgazione tecnica. Per detto obiettivi collabora con l’università, con i principali enti strumentali, con l’AIS regionale e con altri consorzi e produttori.
Dopo aver attraversato il periodo pandemico in un obbligato isolamento con conseguente riduzione delle attività si ripropone oggi con rinnovato entusiasmo nel promuovere la conoscenza della denominazione e delle eccellenti produzioni dei suoi associati.