Un museo in un’opera d’artealle d'Aosta. Un museo in un’opera d’arte a Saint-Pierre

02/01/2023

Un museo in un’opera d’arte

Valle d’Aosta. Il castello del Comune di Saint-Pierre ritorna a far parte del territorio dopo 14 anni di lavori e investimenti

Di Marco Carlin

 

23 novembre 2022

Il sindaco, Andrea Barmaz, introduce l’inaugurazione esplicitando un concetto molto semplice, ma di ampio respiro.  “…sono felicissimo che il maniero del milleduecento ritorno ad essere patrimonio dell’intera comunità, sono altrettanto orgoglioso che possa ospitare il museo regionale delle scienze naturali; due attrattive di rilievo in un unico contesto, fatto assolutamente inusuale. Metteremo tutto l’impegno che ci compete perché, insieme all’altro nostro castello e a quelli dei paesi vicini, siano attrattive di eccellenza. La nostra Amministrazione intende anche “fare uso” di questo volano affinché al visitatore siano offerte tutte le altre peculiarità del nostro territorio. Mi riferisco al grande patrimonio enogastronomico e paesaggistico di cui disponiamo…”. In effetti, continuando l’analisi cita la realtà vitivinicola in forte crescita, la rete sentieristica che si sta a poco a poco riorganizzando e la presenza di un ampio punto vendita di prodotti locali posto a baricentro tra i due castelli del paese. Evidentemente ha in mente di legare armoniosamente tutti i fattori per apportare un beneficio al paese. A Saint-Pierre hanno sede sette enoattività e altrettante vi operano con buoni risultati. Si tratta di piccole aziende legate a piccoli territori, spesso accidentati, ma dalle grandi qualità.

Il Torrette è “il vino” per eccellenza, lo si ricava da un piccolissimo appezzamento posto su una roccia a est del paese. Le sue peculiarità erano già ben note nei secoli scorsi e in questi ultimi decenni ha trainato una crescita esponenziale del vino in qualità e quantità. La definizione tecnica lo cataloga così: il vitigno principale di questo vino è il Petit Rouge, storica varietà autoctona facente parte della famiglia degli Orious, presente con percentuali non al di sotto del 70%. Si ha notizia dei vini valdostani da metà’800, quando Lorenzo Francesco Gatta trattò ampiamente la vitivinicoltura valdostana nel suo “Saggio sulle viti ed i vini della Valle d’Aosta”, testo fondamentale per comprendere appieno la singolare storia rurale di questa piccola regione alpina.

Si citavano già allora il Torrette e il Fumin, altra etichetta molto apprezzata. “…Il Fumin è un vino difficile da coltivare e difficile da bere. Non abbiamo voluto rendervi il compito più facile, il nostro Fumin è come deve essere: potente, profumato e corposo. Speriamo vi piaccia e se così non fosse, amici come prima…  Lo definisce così, anzi, lo scrive sull’etichetta Stefano di Francesco, brillante vignaiolo locale, nonché presidente del Consorzio viticoltori della Valle d’Aosta. Si è ripresa la coltivazione della Petite Arvine, vino bianco profumato e dal gusto delicato, Chardonnay, Pinot Gris. Il sindaco Barmaz è un grande conoscitore di questa realtà, essendo stato per anni a capo dei viticoltori della Regione e metterà tutta la sua esperienza per riuscire nel connubio “Arte-Scienze- natura-enogastronomia”.

Tornando a parlare di recupero artistico il castello di Saint Pierre è in effetti un’opera d’arte, nato inizialmente con la funzione di rifugio, divenne nel tempo una sontuosa abitazione di potenti famiglie, fulcro della vita sia pubblica che privata, teatro di tanti avvenimenti della storia sociale dell’epoca. Il castello, il cui nome deriva dai suoi primi proprietari, i De Sancto Petro, esisteva già alla fine del XII secolo, come risulta da una citazione rinvenuta in un documento datato 1191.

Nei successivi passaggi di proprietà il maniero venne trascurato e soltanto nel 1873 l’ultimo proprietario, il barone Emanuele Bollati, realizzò importanti trasformazioni. Il museo invece si insediò nel corso del 1985 per poi cedere il passo alla ristrutturazione, che iniziò nel 2008, per realizzare una completa rivisitazione moderna. Il percorso di visita mantiene il doppio registro, basato sul binomio castello-museo, cosicché in ogni sala il visitatore può apprezzare gli aspetti storici dell’edificio e il contenuto museale.

Nella struttura architettonica del castello si è riusciti a distribuire su una superficie di 1200 mq disposta su tre piani, 16 sale espositive. Ogni sala sviluppa una tematica naturalistica diversa, incentrata sull’ecosistema della regione alpina della Valle d’Aosta. Moderne tecnologie, postazioni interattive e filmati permettono al visitatore di scoprire ambienti naturali e peculiarità della regione, siano esse relative al mondo delle scienze naturali o agli aspetti culturali e tradizionali.