Tra il legno e l’arenaria

18/10/2022

Tra le colline e i calanchi dei comuni di Roccanova e Sant’Arcangelo, zone particolarmente vocate alla viticoltura, Torre Rosano conduce interamente con metodo biologico una superficie di circa 26 ettari, di cui 11 a vigneto.

La tradizione familiare, che risale a metà dell’800, è stata ripresa nel 1987 da Francesco Paolo e successivamente da sua figlia Sara Maria Collarino che oggi, insieme al fratello Paolo, conduce l’azienda tra tradizione e innovazione.

I terreni calanchiferi, l’ottima esposizione con escursioni termiche giornaliere, i filari inerbiti, la spalliera singola a Guyot e la bassa resa produttiva per ettaro, contribuiscono a conferire al vino intensi profumi, buona sapidità e buon tenore alcolico. Ma il vero segreto è nella maturazione in botti di legno di rovere italiano, rovere francese e castagno italiano, situate nelle “grotte del vino”, caratteristici tunnel scavati nell’arenaria dove temperatura e umidità sono costanti tutto l’anno.

Oltre ai vini IGP Basilicata come il Cantrum Piretto Rosso e il Cantrum Ambrato Bianco, qui nasce infatti il Torre Rosano Grottino di Roccanova DOP considerato uno dei vini più pregevoli della Basilicata. Proprio questo vino ha ottenuto una Medaglia d’Oro nella sezione dello Speciale Premio Bio del XX Concorso Enologico Internazionale Città del Vino. Il Torre Rosano Rosso 2016 è il frutto di un uvaggio di Sangiovese 85%, Cabernet S. 5%, Montepulciano 5% e Malvasia Nera di Basilicata 5%. Al colore rosso rubino intenso, con riflessi violacei, tendenti al granato, accompagna odore intenso che richiama ai frutti del sottobosco, di ciliegia e speziato e sapore pieno, intenso, asciutto e robusto.