Recovery Plan e Ambiente

22/01/2021

Recovery Plan e Ambiente: spunti di riflessione sul futuro del Paese

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Si parla molto di Recovery Plan e mi fa piacere raccontarvi il nostro punto di vista sull’idea di futuro dell’Italia, che passa da un’economia e società più a misura d’uomo. 
Affrontare con coraggio la crisi non è solo necessario ma rappresenta una grande occasione, e insieme una sfida di enorme portata che richiede una alleanza tra le migliori energie del Paese, come abbiamo affermato nel Manifesto di Assisi

Il Recovery Plan è e deve essere una grande opportunità per l’Italia.

Abbiamo tutte le carte in regola per essere protagonisti della green economyleader europeo nell’economia circolare, come raccontiamo da anni con le nostre ricerche, specialmente con il rapporto GreenItaly.

Possiamo partire da qui per seguire le indicazioni arrivate dall’Europa che ha detto chiaramente che i capitoli di spesa sono tre: sanità-coesione-inclusione, digitale, e transizione ecologica/contrasto alla crisi climatica, che come noto è il più corposo, dovendo riguardare il 37% dei fondi.
L’Europa ha scelto con nettezza il terreno della sostenibilità per costruire il futuro, non solo perché è “buona” ma perché rende più competitiva l’economia. E questo molte imprese italiane lo hanno già capito.

Il cuore del Next Generation EU è la transizione verde.  Per il green in Italia ci sono oltre 90 i miliardi di euro stanziati per progetti da avviare entro due anni e da concludere entro sei. Ma le ingenti risorse messe in campo non devono essere considerate come una sorta di grande legge di bilancio, gratuita perché pagata dall’Europa, quindi utilizzabile per qualunque cosa, anche in direzioni non coerenti. Mancano riferimenti chiari, per quanto riguarda la green economy, agli obiettivi da raggiungere, e non c’è nessun riferimento, per esempio, a chimica verde e forestazione, di cui abbiamo sottolineato l’importanza nel report Boschi e foreste nel Next Generation EU.

Guardando alle proposte del Next Generation Italia, in sintesi, pensiamo che ai contenuti bisogna far seguire i fatti snellendo i percorsi burocratici. E partire dai nostri punti forza.

Lo stesso commissario Paolo Gentiloni ha indicato all’Italia di dover rafforzare la sua bozza di Piano, perché, essendone il principale beneficiario in Europa, il suo successo è importante per quello generale.
E nella costruzione di "un mondo più sicuro, civile, gentile", abbiamo ora un importante alleato in più: l’America di Joe Biden.
 

 
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Ermete Realacci,
SYMBOLA
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