Nove vini per raccontare un'isola

07/06/2021

L’unica possibilità di far crescere un’azienda è legata all’incremento della qualità. Il mercato chiede un ritorno alle origini, all’identità del territorio, alla ricerca dell’eccellenza”. A parlare è Massimo Ruggero, amministratore delegato della cantina Siddùra di Luogosanto, in Sardegna. Siddùra, una realtà enologica in continua crescita, ha sposato questa tendenza e produce vini di elevata qualità in una zona particolare dell’Isola, la Gallura. La tenuta è immersa in una valle circondata dai boschi, con terreni scoscesi e difficili da coltivare. Ma sono proprio le pendenze e la tipologia di terreno, povero, a disfacimento granitico, a imprimere il carattere intenso ai vini prodotti.

Vermentino di Gallura, Cannonau, Cagnulari, vini internazionali e un passito per una produzione 250mila bottiglie e che vanta un record invidiabile di medaglie vinte nei concorsi internazionali più importanti.

Abbiamo grandi progetti per il futuro, guardiamo a nuovi mercati e affrontiamo le competizioni mondiali per sondare i palati internazionali – racconta Ruggero -. Sono orgoglioso dei premi vinti nei concorsi ma – confida – la decisione di partecipare risponde a due esigenze importanti: capire se stiamo seguendo la giusta direzione e intercettare il gusto dei consumatori”.

Siddùra nasce dalla fusione tra l’esperienza imprenditoriale e la passione: fondata e di proprietà 2008 della famiglia Gottesdiener e amministrata da Massimo Ruggero, rappresenta la realizzazione di un sogno. Che presto è diventato realtà con la proposta, fin da subito, di una linea di nove vini di altissima qualità. Siddùra, che in gallurese significa sella, dalla forma delle colline su cui si arrampicano i filari dei vigneti, è nata raccogliendo l’eredità di una antica produzione vinicola che già negli anni Cinquanta dello scorso secolo imbottigliava vermentino da vendere sul vicino e florido mercato dell’isola di La Maddalena. Quaranta ettari di vigneto che danno vita a una collezione di nove vini: i vermentini di Gallura Spèra, Maìa e Bèru, il cannonau rosato Nudo, i cannonau – DOC e Riserva – Èrema e Fòla, il Cagnulari Bàcco, l’internazionale Tìros e il passito Nùali.

La filosofia di produzione è basata sulla convinzione che la produzione del vino inizia nel vigneto, essendo il vino un vero riflesso del suo terroir. Questa considerazione influenza tutti gli aspetti della produzione: raccolti limitati per garantire la massima qualità, vendemmia selettiva a mano, micro vinificazione e invecchiamento nelle migliori botti di quercia costruite in Francia. L’imprenditore vinicolo – dice Massimo Ruggero -, non è colui che produce milioni di bottiglie ma colui che riesce a trasmettere, ad ogni assaggio, la passione di vivere la terra attraverso il vino”. Ed è qui, incastonata nella terra, che si sviluppa la cantina interrata dove si svolge l’intera filiera produttiva, dall’uva alla bottiglia, privilegiando le fermentazioni spontanee e utilizzando diversi tipi di contenitori.

In Gallura, terra della DOCG, si tenta di sfatare il mito del Vermentino quale vino a bere entro l’anno. “Il Vermentino può essere longevo”, afferma Ruggero indicando nell’invecchiamento, seppur contenuto, un pregio e non un difetto. In fin dei conti, le contaminazioni tra vecchio e nuovo, tra tradizione e sperimentazione, tra vecchi dogmi e piccole rivoluzioni, rappresentano la via maestra per la promozione di un prodotto autentico e con esso di una terra che rappresenta un unicum a livello mondiale: la Sardegna.

Desta stupore, poi, la particolare predisposizione dei terreni a disfacimento granitico per le uve a bacca rossa. Nella linea delle referenze targate Siddùra si annoverano quattro vini rossi: due Cannonau – Doc e Riserva -, un Cagnulari in purezza e un blend internazionale, Tìros, capace di affascinare palati mondiali e per questo inserito nella top 100 dei vini migliori del mondo. La voglia di stupire di Siddùra si è spinta oltre i confini classici fino a creare un Cannonau rosé, Nudo, premiatissimo e ricercatissimo e un moscato Doc, il Nùali, un capolavoro di equilibri per un vino dolce e mai stucchevole indicato (proprio all’inizio del 2021) “il vino dell’anno” dal prestigioso concorso mondiale Decanter.