Siddùra conferma la sua posizione di vertice nella classifica delle cantine italiane più premiate, portando lustro alla Sardegna, consacrata come territorio vocato con successo alla viticoltura. “Tìros” (miscela Cabernet Sauvignon e Sangiovese), vino importante e da lungo affinamento, è stato inserito tra le migliori cento etichette del mondo nella “World Rankings of Wines & Spirits report”.
Al primo posto della “50 Great Rosé Wines of the World Competition” 2024 di Barcellona, aggiudicandosi il riconoscimento di vino rosé migliore al mondo, si è posizionato il Cannonau di Sardegna Doc Rosato Nudo 2023: perfetto connubio tra tradizione e innovazione in campo viticolo ed enologico, dove si mettono in atto tutta l’esperienza e le strategie per esaltare i profumi prima nell’uva e quindi nel vino, regalando un prodotto giovane e fresco.
E sono tre le medaglie d’oro conquistate al concorso enologico Città del Vino 2024 daI Vermentino di Gallura DOCG “Spèra”, un bianco fresco e profumato, moderatamente alcolico e dai DOCG Superiori “Maìa”, un Vermentino che, come evoca il nome, sa di Gallura e “Bèru”, vino che rappresenta la voglia di sperimentare che si respira in azienda, a dimostrazione che il Vermentino è un vitigno versatile.
“Gli ottimi risultati confermano che la strada intrapresa alla ricerca sempre costante della qualità è quella giusta – afferma Mattia Piludu, direttore generale di Siddùra -. Proseguiamo nell’azione di parcellizzazione dei vigneti ricercando il cru migliore anche con vinificazioni separate e siamo attenti all’innovazione tecnologica sia per implementare i processi di produzione sia per salvaguardare l’ambiente. Basti pensare al fatto che utilizziamo droni e sonde per capire il reale fabbisogno idrico delle piante al fine da ottimizzare il consumo di acqua, un bene sempre più prezioso”.
Così come è prezioso il capitale umano da cui non si può prescindere per il successo di un’azienda. Continua Piludu: “Abbiamo in squadra due grandi professionisti, l’agronomo Luca Vitaletti e l’enologo Dino Dini, più 35 dipendenti. Preferiamo non esternalizzare il lavoro e non ricorrere a lavoratori stagionali per essere sicuri che venga portata avanti la filosofia di Siddùra, ovvero la Sardegna in purezza narrata come slogan e curata con il lavoro quotidiano”.