Le Città del Vino salutano Gualtiero Marchesi

28/12/2017

Anche l’Associazione delle Nazionale Città del Vino si unisce al profondo cordoglio per la morte di Gualtiero Marchesi, padre nobile della cucina italiana, un uomo di cultura e ingegno che con il suo esempio ha ispirato generazioni di giovani talenti trasmettendo loro – oltre all’etica del lavoro, al sacrificio e alla passione – quegli insegnamenti, tecniche e pensieri che nel tempo si sono affermati come elementi distintivi del patrimonio culturale, gastronomico e artistico nazionale.

Con Gualtiero Marchesi se ne vanno quell’eleganza unica, quei modi pacati ed essenziali ma carichi di contenuto, quella sapienza nell’unire cultura a buon gusto in modo tanto naturale quanto arguto. Un uomo che non solo ha rivoluzionato la cucina internazionale, ma che ha saputo portare nel mondo la migliore tradizione italiana sperimentando, con coraggio, nuove forme di espressione dell’eccellenza che ci contraddistingue. A lui, la nostra più sincera gratitudine”. Con queste parole Ernesto Abbona, presidente di Unione Italiana Vini, saluta Gualtiero Marchesi, scomparso in questi giorni all’età di 87 anni.   

Il presidente, il direttivo e tutti i membri di Euro-Toques esprimono dolore per la perdita di una delle menti più geniali e creative che l’Italia abbia avuto, nella speranza di mantenere sempre vivi i frutti dei suoi insegnamenti. Euro-Toques International è nata 31 anni fa anche grazie ad una colonna portante della Cucina italiana come Gualtiero Marchesi. Nel 1986 fu Paul Bocuse, insieme all’amico e collega Pierre Romeyer, a contattare lui e altri colleghi da tutta Europa per confrontarsi e dare vita a quella che oggi è l’unica associazione di cuochi riconosciuta dall’Unione Europea. I Paesi europei membri sono 19 che associano complessivamente oltre 2.500 cuochi che si riconoscono nel codice d’onore e mettono a disposizione parte del loro tempo per condividere le proprie esperienze e confrontarsi sui temi che riguardano il motivo per cui Euro-Toques venne fondata: garantire un cibo buono e sano ai cittadini europei. Nel nostro Paese l’associazione fu fondata da Marchesi che ne resse a lungo la presidenza per poi passare il testimone prima a Massimo Spigaroli e poi ad Enrico Derflingher, attuale presidente sia di Euro-Toques Italia che di Euro-Toques International, che dice: “Molti dei ragazzi che sono passati dalla mia cucina sono oggi dei cuochi degni di questo nome, capaci, in base alle proprie attitudini, di formare altre persone, altri entusiasti. Marchesi è stato un grande, un mito, una leggenda. Lo conosco come uomo da trent’anni, è stato la storia della cucina italiana e non solo. Ha subito critiche feroci da chi non vale un decimo di lui, è un uomo che ha fatto ciò che nessun altro ha saputo ripetere. La sua figura ci ha permesso di crescere come cuochi e come uomini. Tanti i ricordi personali che ho di lui. Un uomo di cultura, facevamo lunghi viaggi insieme in macchina o in Europa quando lui era presidente di Euro-Toques. Parlava di musica, arte e artisti internazionali, ne parlava per ore e lo ascoltavi sempre con interesse e piacere. L’ho chiamato il giorno di Natale per gli auguri ma non mi ha risposto, era una persona che richiamava sempre, ma quel suo panettone insieme non lo mangeremo più. Un esempio cui nessuno può essere paragonato neanche lontanamente. Oggi in tanti sono bravi, ma nessuno lo raggiunge”.

La Ristorazione perde con Gualtiero Marchesi il pioniere di un nuovo percorso della cucina italiana, che alla storica qualità della materia prima ha saputo aggiungere la genialità della proposta, rinnovando tecniche di preparazione, modalità di elaborazione e presentazione delle ricette, investendo sul servizio e sull’attenzione al cliente. – sottolinea Lino Enrico Stoppani, Presidente Fipe – Federazione Italiana Pubblici EserciziHa cioè innovato il modo di intendere la cucina italiana, raccogliendo ed adattando le novità internazionali, soprattutto quelle della Nouvelle Cuisine, riscontrando le nuove aspettative e curiosità gastronomiche della clientela, trasformando in un’esperienza emozionale la sua offerta, attenta a tutti i particolari. Ha investito molto anche sulle persone, in particolare quelle dei suoi collaboratori, anticipando attenzioni sugli aspetti formativi e motivazionali, trasformando rapporti di lavoro in Master di alta cucina, sfornando a raffica professionisti che oggi rappresentano l’eccellenza della nostra cucina, stimati ed apprezzati in tutto il mondo.In tanti devono tanto a Gualtiero Marchesi, anche per la sua vena, spesso e volutamente anche polemica e critica, capace però di sviluppare costruttivamente un circolo virtuoso, sul quale oggi si consolida l’immagine e la reputazione della grande cucina italiana, passepartout  dei prodotti della nostra filiera alimentare. Gualtiero Marchesi ha sempre dato importanza anche al mondo associativo, condividendo molte iniziative della Fipe, non perdendo mai occasione per ribadire i fondamentali della buona cucina, il ruolo della Scuola, insegnando il  grande amore per il suo mestiere. Con la riconoscenza, Gualtiero Marchesi merita il rispetto dovuto ai grandi artefici del lavoro, ed è intenzione della Federazione dei Pubblici Esercizi Italiani di dedicare nel 2018 un grande evento che ne continui l’opera e tenga viva la memoria del Maestro”.

Innumerevoli sono stati i riconoscimenti e i premi meritati nell’arco di una carriera lunga più di sessant’anni, oltre all’importante ruolo di guida che ha rappresentato come rettore di Alma, la Scuola internazionale di cucina italiana, che continuerà a seguire i principi fondanti d’insegnamento tanto cari al Maestro e oggi lo ricorda con le parole spese in occasione dell’apertura dell’anno accademico: “Cari studenti, cari docenti, cari amici posso dire, senza esagerare, ma con orgoglio, che se Alma è, lo è anche per merito del sottoscritto. Non so se è stato più un parto o una paternità. Forse le due cose insieme. Mi sento madre e anche padre di questa bellissima scuola. Qui, si viene a imparare le basi del mestiere, ad apprendere le tecniche con cui lavorare per rendere merito e per fare grande la cucina italiana. Si può fare qualcosa di grande solo se si studia sodo e si pratica senza sosta il mestiere…”.