Era il 27 aprile 1959 quando un gruppo di coraggiosi viticoltori di Clavesana, comune nelle Langhe Sud Occidentali, decisero di unirsi per perseguire un obiettivo condiviso. Da 32 soci fondatori sono cresciuti a 230: oggi coltivano 380 ettari di vigne in collina, tra i 280 e i 500 metri sul livello del mare. Producono dolcetto, barbera, nebbiolo, ma anche chardonnay e pinot nero. Sono i Produttori in Langa che hanno festeggiato l’importante traguardo delle 60 vendemmie.
Una festa che ha coinvolto i soci ma anche tanti ospiti. Su tutti, alcuni protagonisti della cooperazione italiana e svizzera che si sono confrontati in una tavola rotonda: Michael Hock, enologo della St Jodern Kellerei, Visperterminen (Svizzera), Giuseppe Bursi, presidente delle Cantine Settesoli a Menfi (Agrigento, Sicilia) e Gianni Pasquale, direttore della Cantina Frentana a Rocca San Giovanni (Chieti, Abruzzo), affiancato dal loro agronomo, il piemontese Maurizio Gily. Realtà diverse a confronto per raccontare le scelte fatte e le sfide che nei prossimi anni, dovrà affrontare la cooperazione.
«Iniziarono i nostri predecessori a pigiare pochi quintali d’uva già nella vendemmia 1959 – ha raccontato il presidente dei Produttori in Langa Giovanni Bracco – avevano un telo sulla testa e dormivano in cantina tanto era lo spirito di sacrificio. Da allora abbiamo fatto tanta strada e oggi ci aspettano altre sfide con la sperimentazione di nuovi vitigni su queste colline: non solo dolcetto che tradizionalmente, era l’unica uva o quasi coltivata qui, ma anche nebbiolo, chardonnay e pinot nero con cui scommettiamo sul futuro dell’Alta Langa come spumante di altissima qualità».
Il direttore ed enologo Damiano Sicca ha aggiunto: «La svolta è iniziata nel Duemila con il conferimento totale delle uve dei soci, selezioni più rigorose in vigna e vinificazioni più moderne. Scelte che hanno portato a Produttori in Langa, un progetto nuovo che nasce dall’esigenza di un ulteriore cambiamento che accompagna le scelte di diversificazione delle cultivar in vigna. Dalla vendemmia di quest’anno avremo anche una linea biologica».
Durante i festeggiamenti dei 60 anni, si è così simbolicamente aperta la prima bottiglia di Alta Langa Docg, un Mathusalem (6 litri), che apre ufficialmente la commercializzazione del nuovo spumante firmato dai Produttori in Langa.
La festa si è conclusa con una grande cena in cantina e un brindisi degli oltre 200 soci presenti.
I Produttori in Langa producono un milione e 800 mila bottiglie. Il fatturato della cooperativa ha sfiorato i 6 milioni di euro a fine 2018.
Uno sguardo sui soci. L’età media è piuttosto alta: 59 anni, ma i filari si stanno internazionalizzando con soci stranieri provenienti da alcuni Paesi esteri tra cui Svizzera, Lituania, Giappone. Le quote rosa rappresentano poco meno di un terzo dei soci. A inizio anno si costituita una Consulta Giovani con gli under 40: in questo gruppo, emergono nuove sensibilità come quella del biologico.
ST JODERN, CANTINE SETTESOLI, CANTINA FRENTANA | GLI INTERVENTI DELLE COOPERATIVE OSPITI
Gli ospiti della festa dei 60 anni si sono confrontati su tanti temi che accomunano le realtà cooperative, grandi e piccole. Questi in sintesi gli interventi:
Michael Hock, enologo St Jodern Kellerei, Visperterminen (Svizzera): «La nostra può essere considerata una viticoltura eroica: i nostri 605 soci lavorano 45 ettari di vigneti fino a 1150 metri. Nessun viticoltore lo fa di professione, ma sentono una grande responsabilità verso la tradizione. Vendiamo tutte le 400 mila bottiglie nel mercato interno, il 30% nel punto vendita: per questo investiamo molto per portare la gente in cantina».
Giuseppe Bursi, presidente Cantine Settesoli, Menfi (Agrigento, Sicilia): «Abbiamo 6000 ettari di vigne che partono dal mare e 2000 soci. Produciamo 24 milioni di bottiglie e negli ultimi 10 anni abbiamo investito 63 milioni di euro. Coltiviamo e vinifichiamo 32 vitigni diversi, non solo autoctoni: una sperimentazione iniziata negli Anni 90 che oggi soddisfa le richieste dei mercati internazionali. Il nostro futuro? Incrementare l’imbottigliato».
Gianni Pasquale, direttore ed enologo Cantina Frentana, Rocca San Giovanni (Chieti, Abruzzo): «Negli Anni 90 abbiamo avviato il Progetto Vigneto Qualità: venivamo da una produzione di quantità, abbiamo indirizzato i soci, oggi 400, verso un progetto di qualità. Avevamo il problema dell’abbandono dei vigneti: così abbiamo istituito La Banca dei Vigneti. Ora ci prendiamo noi cura dei vigneti e lo abbiamo trasformato in un progetto biologico. Insieme ad altre cooperative italiane, abbiamo creato la rete d’impresa “Wine Net” per affrontare meglio e più forti le nuove sfide dei mercati esteri».
PRODUTTORI IN LANGA | UNA STORIA DALLA MALORA AL PATRIMONIO DELL’UMANITÀ UNESCO
Clavesana si estende sulle prime colline delle langhe in un’area di 17,5 mq con un’altitudine variabile appunto tra i 280 ed i 500 metri sul livello del mare. La prima realtà economica di spicco del paese era rappresentata dal Cotonificio Vittorio Olcese che all’epoca dava lavoro a ben 600 operai, per la maggior parte donne, chiuso poi nel 1980.
La realtà economica, oltre al Cotonificio Olzese, ruota intorno all’agricoltura praticata da molte aziende familiari con piccoli appezzamenti di terreno. Il territorio collinare non permette la presenza di campi dalla superficie molto estesa e costringe, in particolare per quanto riguarda la viticoltura, a una lavorazione quasi totalmente manuale. In questo contesto il mercato delle uve, dal secondo Dopoguerra, inizia a trasformarsi e, sempre più spesso, partite di prodotto restano invendute. Molti viticoltori soffrono crescenti problemi dati da remunerazioni che non bastano per coprire le spese sostenute durante l’anno.
Queste problematiche fanno nascere la necessità sempre più impellente di unirsi costituendo un gruppo unito per affrontare insieme le dinamiche del mercato: così il 27 aprile 1959 nasce la cooperativa di viticoltori e fu incaricato della presidenza Enrico Gallo, al quale, nel 1961, succede il dott. Pier Vittorio Zuccotti. I soci che firmarono l’atto costitutivo erano 32 ma entro la fine dell’anno il numero di viticoltori all’interno della cooperativa contava già 210 persone. Nel giugno dello stesso anno fu acquistato il terreno, in Madonna della Neve, dove attualmente sorge l’azienda. L’ultimazione dei locali avviene ben dopo la prima vendemmia, a seguito dell’inverno difficile del 1960. Il collaudo finale avverrà solo nel 1962.
Il numero dei soci continua così a crescere di anno in anno e, passo dopo passo, inizia a consolidarsi la mentalità consortile. Tutti i soci ben presto si resero conto di essere loro stessi i proprietari dell’azienda e a questa presa di coscienza si accompagnò un progressivo e costante impegno da parte dei viticoltori che ebbe come risultato la produzione di un vino di qualità eccelsa.
I primi Anni 70 sono caratterizzati da annate con condizioni metereologiche non ottimali che portano, nel 1972, a un conferimento di prodotto inferiore di quasi il 50% rispetto alle vendemmie precedenti. In quegli stessi anni si assiste a un progressivo aumento del numero dei soci e dei conseguenti conferimenti che evidenziano necessità di ampliamenti strutturali e di nuove normative per l’accettazione di soci che raggiungono un massimo di 627 unità nel 1984.
Vengono nel frattempo costruiti nuovi locali per allestire il laboratorio di analisi e nuove vasche per lo stoccaggio del vino e, nello stesso 1984, per fare fronte alla maggiore quantità di uva conferita, messa in funzione una seconda linea di pigiatura.
Il 30 ottobre 1987 Giovanni Bracco succede a Pier Vittorio Zuccotti con l’incarico di presidente dell’azienda. Ottime annate continuano a succedersi una dopo l’altra e il ruolo della cooperativa diventa sempre più di riferimento sul territorio; tutto ciò permette, all’inizio degli anni 2000, di fare gli ultimi importanti investimenti strutturali che permettono di avere un nuovo impianto di pigiatura e peso, nuovi uffici e il nuovo punto vendita.
In questi anni viene inserita la figura di un agronomo interno all’azienda che segue i soci in ogni fase della conduzione del loro vigneto fornendo consigli e aiutandoli a migliorare la qualità delle loro uve e di conseguenza contribuendo in modo significativo a innalzare il livello dei prodotti che oggi escono con il marchio Produttori in Langa.
Ad oggi 230 viticoltori conferiscono il frutto dei loro sforzi; la maggior produzione è composta da uve dolcetto sebbene sia stata intrapresa da tempo una strada che porta a una sempre maggiore diversificazione. In questo modo la gamma di vini offerti dall’azienda aumenta costantemente presentando, a fianco del Dogliani e delle altre sfaccettature del dolcetto, Barbera d’Alba, Barbera superiore, Nebbiolo, Barolo, Spumante Metodo Classico, Alta Langa.
IL RUOLO SOCIALE DELLA COOPERATIVA NEI TRAGICI GIORNI DELL’ALLUVIONE DEL 1994
Il 5 novembre 1994, il fiume Tanaro in seguito a una piena travolge il territorio cuneese e anche Clavesana viene colpita dalla tragedia con cinque vittime oltre a immani danni economici. In questa occasione la cantina si trasforma in un centro di prima accoglienza per gli abitanti delle parti del paese più duramente colpite. Il presidente Giovanni Bracco si attiva immediatamente mettendo a disposizione dell’allora sindaco Michele Chiecchio e del Comune, i locali della cantina come punto di riferimento per gli sfollati. In poche ore l’azienda, risparmiata dalla tragedia, diventa un vero e proprio centro operativo da cui partono volontari, militari per porgere i necessari aiuti; vengono forniti anche coperte e pasti caldi a chiunque non sia riuscito a trovare una sistemazione per la notte.
TERRA E MITO | LE LINEE DEI VINI
I Produttori in Langa firmano due linee di vini: la linea Terra e la linea Mito.
La linea Terra è l’interpretazione del vino quotidiano, immediato, piacevole, conviviale ed espressione profonda di questa parte di Langa. Le etichette sono ispirate al lavoro contadino: su ognuna un oggetto che quotidianamente il viticoltore utilizza o utilizzava in vigna e in cantina. Forbicioni, trattore, il vecchio torchio in legno, la damigiana, gli stivali.
La linea Mito è un vino che nasce dalle uve selezionate nei vigneti con le migliori esposizioni. La M di Mito che rimanda alla forma delle colline, alla simmetria dei filari, all’eleganza di un paesaggio.
IL NOME E LE SCELTE GRAFICHE
Produttori in Langa identifica un gruppo di viticoltori che coltivano i loro vigneti sulla destra del Tanaro, fiume che attraversa e caratterizza il paesaggio di queste colline vitate, dichiarate Patrimonio dell’Umanità Unesco. Un’area collinare che si distingue per la sua biodiversità: accanto ai filari, ci sono campi coltivati, prati e boschi. Una varietà di colture che è e sarà sempre più un valore. Nei boschi di questa parte di Langa nasce il prezioso tuber magnatum pico, il tartufo bianco d’Alba. Il logo dei Produttori in Langa rappresenta il fiume Tanaro. Di là e di qua dal fiume, le vigne dei soci. Ricorda anche un grappolo d’uva simbolicamente color oro, per indicare la preziosità della terra e dei suoi frutti.