I palmenti rupestri di S'abba Druche - Bosa

14/01/2021

E’ disponibile, nella nostra sezione Studi e Ricerche, un interessante lavoro di Cinzia Loi sui palmenti rupestri di  S’Abba Druche, a circa 5 km dal centro abitato di Bosa, in Sardegna.

I palmenti rupestri hanno una forte valenza storica, antropologica ed economica perché raccontano la storia della civiltà contadina, illustrano le tecniche vitivinicole dall’età protostorica sino ai nostri giorni e contribuiscono alla riscoperta di antichi vitigni. Costituiti da vasche di varia forma scavate nella roccia affiorante o in massi di roccia isolati, venivano utilizzati sia per la pigiatura dei grappoli sia per la fermentazione del mosto.

L’insediamento produttivo di Bosa è costituito da tre palmenti rupestri scavati su un bancone di tufo andesitico: ciascuno comprende due vasche disposte in pendenza e collegate mediante un foro o un gocciolatoio sporgente.Nell’area, delimitata da una struttura muraria con andamento irregolare, sono attestate presenze risalenti all’età nuragica, punica e romana: un nuraghe complesso con relativo villaggio, una tomba di giganti e un pozzo; un nucleo abitativo e un impianto produttivo di età romana con relativa necropoli.

L’utilizzo dei palmenti di S’Abba Druche non ha avuto sempre un’interpretazione univoca da parte degli studiosi, e anche se la funzione di spremitura dei grappoli d’uva e di pressatura delle vinacce sembra la più probabile, nel corso degli anni sono stati proposti usi eterogenei quali ad esempio la concia naturale delle pelli. 

Dottore in archeologia presso l’Università degli Studi di Sassari (Scuola di dottorato “Storia, Letterature e Culture del Mediterraneo” XXVIII Ciclo) con un progetto di ricerca dal titolo: I pressoi litici fra classificazione tipologica e indagine sperimentale. Ha partecipato a numerose campagne di scavo in Italia ed all’estero in collaborazione con Università ed Enti preposti alla tutela del patrimonio culturale. Il suo principale interesse è legato allo studio della cultura materiale e all’etnografia. Dal 2005 si occupa di archeologia sperimentale sia con progetti di ricerca sia di divulgazione attraverso percorsi di didattica per le scuole. E’autrice di numerose pubblicazioni relative alla regione storica del Barigadu (Sardegna centrale) ricca di importanti testimonianze di epoca preistorica e protostorica. Tira con l’arco preistorico ed è presidente dell’associazione Paleoworking Sardegna (www.paleoworkingsargdegna.org).