Enoregioni italiane: Sulcis e Campidano

15/02/2018

Prosegue la nostra panoramica delle 92 enoregioni italiane.

Nella Regione Sardegna è possibile individuare sei enoregioni: Gallura, Costa Nord Occidentale, Costa Centro  Occidentale, Sulcis e Campidano, Cagliaritano, Sardegna Centrale.

 

SULCIS E CAMPIDANO

Due le aree vitivinicole comprese da questa nella enoregione nel sud-ovest della Sardegna: il Medio Campidano, con basse colline e terrazzi di origine alluvionale, e il Sulcis, con le fasce costiere delle Isole di San Pietro e Sant’Antioco (le più vaste isole minori della Regione) e i rilievi medio alti dell’entroterra. L’area è caratterizzata da un esteso litorale ed alcune formazioni montuose che, con modesta altitudine, si ergono su una morfologia prevalentemente collinare interrotta dalle pianure del Cixerri e del Basso Sulcis. Nelle isole, dove ai suoli costituiti da materiale alluvionale antico e recente si alternano tratti sabbiosi caratterizzati da una ridotta capacità idrica, permane ancora oggi la coltivazione ad alberello basso franco di piede, che protegge i vigneti dalla filossera e li rende più longevi. Il clima mediterraneo subtropicale, dalle estati calde e aride, è mitigato dalle costante ventilazione procurata dalle brezze marine. La ricchezza storica e la varietà paesaggistica, valorizzati dalla Strada del Vino Carignano del Sulcis, offrono al visitatore itinerari naturalistici tra montagne impervie, panorami dolcemente ondulati, ambienti paludosi o litorali costieri e  itinerari culturali tra mura antiche, monumenti religiosi, chiese campestri, siti archeologici e siti di archeologia industriale nelle aree minerarie, prodotti artigianali e feste tradizionali.

Vini locali. La variabilità delle condizioni pedoclimatiche sia nel Sulcis che nel Campidano favorisce la coltivazione di un’ampia gamma di vitigni: pascale, bovale sardo (o bovaleddu) e bovale grande (o bovale di Spagna), carignano, monica, nasco, nuragus, greco nero (localmente conosciuto come grecu nieddu), vermentino e cannonau. Il Campidano di Terralba o Terralba doc, prodotto prevalentemente con  i due tipi di bovale anche nelle varianti Riserva e Superiore, si distingue per il colore rosso rubino carico, l’odore vinoso e intenso con note di frutta rossa matura e il  sapore asciutto e sapido, tipici delle uve di base. Accompagna zuppe di farro, grigliate di carni carni miste, preparazioni a base di cacciagione o di anguille, formaggi semiduri e caciotte fresche. Prodotto per almeno l’85% dall’omonimo vitigno, probabilmente introdotto dai Fenici o dai Cartaginesi, la denominazione Carignano del Sulcis è disponibile nelle tipologie Rosso (anche Riserva e Superiore), Rosato, Novello e Passito. E’ un vino vellutato, straordinariamente equilibrato, che dopo un periodo di maturazione in botte affina le sue caratteristiche, assumendo il tipico colore rubino carico, profumi di prugne e ribes, il gusto caldo, intenso e persistente. Il Rosso è ottimo da tutto pasto o in abbinamento con  ragù di carne, porchetta arrosto, carni in umido o speziate, provolone e salsicce sarde. Il Rosato è consigliato con salumi, primi piatti conditi con pomodoro e formaggi, preparazioni a base di uova, zuppe di pesce, formaggi caprini. Il Passito, di colore dal rosso all’ambrato e aromi intensi e caratteristici (confettura di more e cassis, note di oliva verde e legno d’olivastro stagionato, fiori rossi, legni pregiati, liquirizia e cacao) è eccellente da meditazione, con dolci di ricotta fritti o biscotti rustici al cioccolato.

Piatti e Prodotti tipici. Le campagne campidanesi offrono due eccellenze forse ancora poco conosciute: il riso e lo zafferano. La coltivazione del riso, avviata in via sperimentale a partire dal 1927 e oggi in fase di riscoperta, è favorite dalla vicinanza del mare e dai terreni argillosi di origine vulcanica che esaltano le note organolettiche tipiche delle varietà di tipo aromatico. Lo zafferano di Sardegna dop trova la sua migliore espressione nella zona di San Gavino Monreale, dove si produce circa il 60% dello zafferano italiano e dove l’oro rosso è tutelato dal Presidio Slow Food: l’uso in cucina dei pregiati stimmi è indispensabile per la preparazione di ravioli, carni di agnello e capretto, sughi, pesci (dalla spigola all’insalata di calamari) e dolci, a cominciare dalle pardulas, le formaggelle pasquali ripiene di formaggio o ricotta. Ma clima e geografia favoriscono qui molti altri prodotti dell’orto, dei campi e dei pascoli: il carciofo spinoso sardo dop ottimo crudo o in accompagnamento a pietanze di carne, i pomodori locali apprezzati per il sapore dolce e fresco, frutta (pesche, ciliegie, arance, pere e meloni), grano, olive e olio extravergine, carni (porchetto, capretto, pecora), formaggi (pecorino, caprini, caciotte, ricotta) e  salumi (salsiccia, prosciutto, lardo, mustela) da accompagnare con il civraxiu, l’ottimo pane dalla crosta rugosa e croccante, mandorle, miele in tutte le sue varietà  dal classico millefiori al più raro corbezzolo, e infine i liquori locali come il Villacidro Murgia, utilizzato anche per aromatizzare o accompagnare i delicati e saporiti dolci tradizionali come amaretti e papassinos. Tra le ricette tipiche della rinomata cucina di Carloforte – un mix di tradizioni liguri, nordafricane e sarde – ci sono il ricco e v cuscus di verdure, la cassolla (zuppa di diverse qualità di pesce, crostacei e molluschi), i numerosi piatti e prodotti derivati dal tonno, il polpo all’inferno (stufato con aglio e vino bianco), lo stoccafisso alla tabarchina, la farinata di ceci, i canestrelli, le tortelle di ricotta, i giggeri (palline di pasta fritta aromatizzata all’arancia e caramellata nello zucchero), le meraviglie, il gatò (croccante di mandorle e miele a forma di  rombi e  cuori), i panetti con fichi. (di Alessandra Calzecchi Onesti)

DENOMINAZIONI:

DOC: Cagliari, Campidano di Terralba o Terralba, Cannonau di Sardegna, Carignano del Sulcis,  Girò di Cagliari, Monica di Sardegna, Moscato di Sardegna, Nasco di Cagliari, Nuragus di Cagliari, Sardegna Semidano, Vermentino di Sardegna

IGT: Isola dei Nuraghi, Marmilla, Tharros, Valle di Porto Pino