92 Enoregioni per i 30 anni delle Città del Vino

15/02/2018

Quest’anno l’Associazione Nazionale Città del Vino ha compiuto i suoi primi 30 anni di vita dedicati a sostenere l’importanza del “buon governo dei territori” con grande attenzione ai piccoli Comuni, alla cultura della vite e del vino, alla valorizzazione delle produzioni tipiche e autoctone, alla tutela ambientale e del paesaggio. In nessun altro Paese come nel nostro gli elementi della natura e gli interventi dell’uomo si intrecciano con una tale forza da rendere unici e non riproducibili altrove i prodotti di una particolare zona, che a quei prodotti conferisce una identità del tutto peculiare. Qui il concetto di terroir si declina in una infinità di realtà grazie anche ad una storia produttiva molto antica, ad una elevata diversità di suoli e climi, alla varietà paesaggistica e alle capacità di adattamento dimostrate nei secoli dai vitivinicoltori.

Proprio per testimoniare e valorizzare ancora una volta il binomio “vino-territorio”, l’Associazione inizia da oggi a raccontare le enoregioni italiane* con una breve descrizione dei caratteri generali (caratteristiche pedoclimatiche e paesaggistiche, presenza di strade del vino e dei sapori, cenni sulla storia della vitivinicoltura del territorio, vitigni autoctoni, ecc.), della produzione enologica (qualità organolettiche e abbinamenti gastronomici) e della cucina locale (prodotti agroalimentari tradizionali, piatti tipici, raccolta e uso di erbe spontanee e frutti selvatici) e infine, a completare il quadro, l’elenco delle denominazioni (docg, doc e igt) riferite a ciascuna di esse.**

L’adozione della divisione delle venti regioni italiane in 92 “macroaree” – cioè insiemi di terre con elementi (climatici, litologici, morfologici e pedologici) omogenei – è mutuata dall’Atlante dei territori del vino, edito nel 2013 a cura dell’Enoteca Italiana di Siena e dell’Istituto Geografico Militare su invito del Ministero per le Politiche Agricole Alimentari e Forestali. La classificazione ideata da questo prezioso strumento di lavoro permette, infatti, di leggere la ricchezza del sistema vitivinicolo italiano attraverso l’individuazione degli elementi comuni dei territori, dalle tradizioni produttive alle condizioni ambientali. (di Alessandra Calzecchi Onesti) 

 *  Ci scusiamo per eventuali omissioni o imprecisioni e ringraziamo fin da ora i lettori che vorranno comunicarci suggerimenti e integrazioni.

*  *  Per semplificare la lettura nell’esposizione dei testi si è scelto di indicare sempre: con iniziale minuscola i nomi dei vitigni (es. chardonnay, montepulciano, ciliegiolo, bombino nero); con iniziale maiuscola i nomi delle denominazioni (es. Montepulciano d’Abruzzo delle Colline – Teramane docg, Friuli Grave Chardonnay doc); con iniziale maiuscola i nomi delle tipologie e varietà disponibili nell’ambito di ciascuna denominazione (es. Valpolicella Superiore doc, Controguerra Rosso doc, Aglianico del Vulture Spumante doc, i rossi della doc Colli del Trasimeno, i bianchi della doc Molise);con iniziale maiuscola i nomi delle menzioni geografiche aggiuntive o sottozone di doc e dop (es. Valle d’Aosta Donnas doc, Chianti Montespertoli docg, olio extravergine di oliva Colline Teatine Vastese dop); in minuscolo le sigle delle certificazioni (docg, doc, igt, dop, igp, stg e de.co.), con l’unica eccezione dei Presidi Slow Food;in minuscolo i nomi dei prodotti agroalimentari certificati (es. pecorino sardo dop, ciauscolo igp…), ad eccezione dei nomi geografici propri (es. pane di Altamura dop).

VALLE D’AOSTA 

PIEMONTE 

LIGURIA

LOMBARDIA 

TRENTINO ALTO ADIGE

FRIULI VENEZIA GIULIA

VENETO 

EMILIA ROMAGNA

TOSCANA

MARCHE

UMBRIA

LAZIO

ABRUZZO 

MOLISE

CAMPANIA

BASILICATA

PUGLIA

CALABRIA

SICILIA

SARDEGNA