Enoregioni italiane: Sannio

18/12/2017

Prosegue la nostra panoramica delle 92 enoregioni italiane. Nella Regione   Campania è possibile individuare  sette enoregioni: Litorale Domizio e Alto Casertano, Aversano, Area Vesuviana, Campi Flegrei e Ischia, Costiera Amalfitana, Area Sorrentina e Capri, Cilento, Sannio, Irpinia.

 

SANNIO

Ambienti naturali ben conservati, architettura e arte che richiamano diverse epoche storiche: questa è la provincia di Benevento con stupendi centri urbani, vestigia archeologiche, i luoghi di Padre Pio, i numerosi parchi, le terme e il Lago di Telese, le Sorgenti del Grassano, lo splendido paesaggio del Monte Taburno, il Parco Geopaleontologico di Pietraroja. Le origini della viticoltura nel Sannio risalgono al II sec. a.C., ma se ne trovano citazioni già nel Platone comico, commediografo ateniese del V sec. a.C. Due i grandi protagonisti della realtà viticola più importante della Regione: l’aglianico e la falanghina, impiantati sui rilievi collinari interni con terreni argillosi e calcarei e sui terrazzi pianeggianti dell’alto e medio corso dei fiumi Volturno e Calore, dai suoli alluvionali e vulcanici. La coltivazione secolare dell’aglianico ha selezionato un biotipo “amaro” e robusto,  che  dà origine a vini più morbidi rispetto al Taurasi e al Vulture e che – insieme a sommarello, piedirosso, sciascinoso, agostinella, falanghina, cerreto, coda di volpe, grieco, malvasia, fiano, passolara di San Bartolomeo, olivella, carminiello, palombina, moscato di Baselice e altri ancora – compone il ricco patrimonio della biodiversità sannita. La falanghina  è presente con un biotipo diverso da quello del napoletano ed ha qui  trovato la sua piena valorizzazione solo negli ultimi decenni del ‘90, quando si iniziò a lavorarla anche in purezza.

Vini locali. Rosso, Rosato (il primo rosato italiano a denominazione garantita) e Rosso Riserva dell’Aglianico del Taburno docg sono ricavati dall’omonimo vitigno per almeno l’85%. Dal colore rubino intenso e vivace tendente al granato, il Rosso ha profumo fine e complesso con note fruttate di mora e prugna, note floreali di violetta e note speziate di liquirizia, chiodi di garofano e pepe nero. Il gusto secco, tannico, di buona struttura e persistenza, si accompagna a pietanze elaborate,  arrosti di carni bianche e rosse, pollame nobile e selvaggina  e formaggi stagionati non piccanti, ma è anche un ottimo vino da meditazione. Il Rosato, dall’aroma fruttato fresco e delicato, è un vino da tutto pasto e da dessert. Estremamente articolata è la doc Sannio, che oltre a Bianco, Rosso, Rosato e Spumante e alle versioni Frizzante, Superiore, Riserva, Novello, Spumante di qualità e di qualità metodo classico, comprende molti monovitigno e 4 sottozone derivanti da altrettante doc preesistenti: Guardia Sanframondi o Guardiolo, Sant’Agata dei Goti, Solopaca e Taburno. Il Solopaca Rosso presenta intensi sentori di frutta rossa e molecole floreali e gusto asciutto e vellutato, che si sposano bene con primi piatti di pastasciutta, ragù, cacciagione e salumi. Secco e vellutato  è anche il Bianco, adatto a pesci, fritture e crostacei e formaggi freschi come la mozzarella. Tra i vini della sottozona Guardiolo, spiccano il Rosso (da sangiovese) e l’Aglianico, fermo, secco e leggero, dagli aromi floreali e fruttati, consigliato con carni rosse e formaggi duri. Con le stesse sottozone e disponibile nelle tipologie Spumante, Spumante di qualità, Spumante di qualità metodo classico, Vendemmia tardiva e Passito, la Falanghina del Sannio doc è un vino di colore giallo paglierino, odore fine molto intenso e persistente con note fruttate  e floreali, gusto secco e fresco ai limiti dell’acidulo e buona personalità. Ideale con ostriche e frutti di mare, pesce, minestre di verdure, bianche, mozzarella di bufala, carni e salse bianche; gli Spumanti con risotti e da tutto pasto, la Vendemmia tardiva con calamaretti in umido, crostacei e formaggi non stagionati, il Passito con dolci a pasta lievitata con crema gialla e  crostate di frutta gialla.

Piatti e prodotti tipici. Ancora oggi le massaie preparano in casa paste tradizionali come fusilli, cicatielli, tagliarelle e lagana, quest’ultima usata specialmente insieme ai ceci. Tra gli altri prodotti locali: gli oli extravergine d’oliva Colline Beneventane e Sannio Caudino – Telesino dop,  il peperone beneventano, il carciofo di Pietralcina, la mela zitella, la melannurca campana igt, le dolci ciliege duracine adatte anche alla conservazione sotto spirito, i diversi salumi tra cui la soppressata del Sannio e il prosciutto di Pietraroja rinomato già nel Settecento, il pecorino di Laticauda, il caciocavallo, il pane cotto a legna, il torrone di Benevento (quello bianco duro o morbido con le mandorle, il cupedia bianco con nocciole, il torroncino croccantino ricoperto di cioccolato), la colomba pasquale di Dugenta e naturalmente il leggendario e digestivo liquore Strega. Tra le eccellenze gastronomiche: cecatielli al ragù, lasagne imbottite, mugliatelli, timballo di maccheroni, lavanelle e fagioli, zuppa di soffritto, cavati (gnocchi di farina),  minestra marinata con l’osso di prosciutto, ditaloni in brodo con le fave, peperoni imbottiti, scarponi di melanzane (farcite e cotte al forno), padellaccia, spezzatino, peperoni imbottiti, trippa, bruschette, bocconcini di carne alla paupisana, vitellone (magari quello bianco dell’appenino centrale igp) alla piazzaiola verdure maritate (cioè insaporite con cotenne e prosciutto crudo, montanare, struscioli (bignè rustici fritti), zuppa inglese allo Strega, sfogliatelle alla ricotta e le verdi cassatine di San Marco dei Cavoti, differenti nel gusto dalle omonime siciliane e napoletane. (di Alessandra Calzecchi Onesti)

DENOMINAZIONI:

DOCG: Aglianico del Taburno

DOC: Falanghina del Sannio, Sannio 

IGT: Benevento o Beneventano, Campania, Dugenta