Enoregioni italiane: Pinerolese e Val di Susa

15/06/2017

Prosegue la nostra panoramica delle 92 enoregioni italiane.

Nella Regione Piemonte è possibile individuare tre macro aree, a loro volte suddivise in sette enoregioni: ALTO PIEMONTE (Colline novaresi, Canavese, Pinerolese e Val di Susa), MONFERRATO (Basso Monferrato e Colline Torinesi; Alto Monferrato, Terre del Gavi e Terre del Moscato; Tortonese), LANGHE (Langhe e Roero). 

PINEROLESE E VAL DI SUSA

Questa macroarea, che si trova nella parte più occidentale della Regione, occupa quasi tutta la provincia di Torino, cui si aggiungono le colline saluzzesi in provincia di Cuneo. I suoli prevalentemente acidi e il clima temperato influenzato dai microclimi delle valli (Val di Susa, Val Germanasca, Val Chisone, Val Péllice) si accompagnano ad una delle biodiversità viticole tra le più alte in Piemonte perché a fianco di vitigni autoctoni come l’avanà, il becuèt o il baratuciat si contano molte varietà derivanti dagli intensi scambi commerciali e culturali che da sempre hanno interessato la zona, come il sangiovese e i vitigni francesi. Alcuni produttori hanno dato vita alla produzione di un "vino del ghiaccio” per caratterizzare la zona con un classico prodotto delle aree fredde dell’Europa. Gli icewine sono infatti vini dolci, dal potenziale alcolico molto elevato, che si differenziano dai passiti per le modalità di disidratazione dell’uva: i grappoli vengono mantenuti sulla pianta fino all’inizio dell’inverno e vendemmiati prima dell’alba solo quando le temperature raggiungono i 10° sotto lo zero. Poiché a questa temperatura i liquidi negli acini si congelano parzialmente, dalla pressatura soffice dell’uva si estrae solo la parte più zuccherina da cui ottenere un mosto denso che fermenta per diverse settimane prima di diventare un vino da meditazione e lungo invecchiamento.

Vini locali. Sono tutti vini di montagna dalla coltivazione “eroica”, per l’altitudine media degli impianti oltre i 500 mt s.l.m., la pendenza media del terreno superiore al 30% e la presenza di terrazze o gradoni per contrastare l’erosione. La doc Pinerolese prevede otto tipologie: Rosso, Rosato, Barbera, Bonarda, Freisa, Dolcetto, Doux d’Henry e Ramie. Gli ultimi due sono sicuramente prodotti più particolari, in quanto ottenuti da vitigni poco noti. Il Doux d’Henry, dall’omonimo vitigno in purezza o quasi, è un rosato fresco e fruttato dal sapore morbido, talvolta abboccato, adatto a crostacei e molluschi. Il Ramie – da uve avanà, avarengo e neretto – è un rosso leggero, dal profumo caratteristico e delicato, fresco ed armonioso al palato, da bere con salumi e frittate. Ricavato da uve pelaverga, nebbiolo, barbera e quagliano, il vino della doc Colline Saluzzesi era molto apprezzato già nel ‘500, quando ogni anno la Marchesa Margherita di Foix inviava al Papa Giulio II, i famosi “trenta bottalli, perché il bon vino gli piasia…. e che tanto bene faceva alla città di Saluzzo”. Un altro vino che affonda le proprie radici nella storia è la doc Val Susa, prodotto con uve avanà, barbera, dolcetto e neretta cuneese, e che bene si abbina a salumi di media stagionatura, carni bianche e rosse, pollo e coniglio alla cacciatora, salsicce in umido con legumi e polenta con sughi di maiale.

Piatti e prodotti tipici. Nella Valle ha da sempre un ruolo primario sia la produzione casearia (brus, murianengo o moncenisio, formaggio a crosta rossa della valle di susa, seirass, toma piemontese, tuma del lait brusc, reblochon) che quella dei salumi legata alle antiche tradizioni degli allevatori dei versanti alpini: prosciutto crudo della Valle Susa (l’unico crudo stagionato del Piemonte), bondiola, prosciuttello crudo, salame mica, mocetta, viurun di bardonecchia (carni secche di vitello, capra, camoscio e cervo), salsiccia di cavolo. I sapori di un tempo si ritrovano soprattutto nei dolci tradizionali, dai canestrelli di Vaie preparati già nel 1600 alla focaccia di Susa le cui origini risalgono ai tempi dei Romani e del Medioevo, dai gofri (cialde preparate con acqua, farina e lievito e cotte su apposite piastre) serviti in occasione delle feste popolari al pan della marchesa (torta rotonda di farina di nocciola, ricoperta da granelli di zucchero e scagliette di mandorle e nocciole tostate) e alle paste di meliga (paste ‘d melia ‘d sant’ambreus) di Torino. (di Alessandra Calzecchi Onesti)

DENOMINAZIONI 

DOC: Colline Saluzzesi, Piemonte, Pinerolese, Valsusa