Enoregioni italiane: Costa Nord Occidentale

08/02/2018

Prosegue la nostra panoramica delle 92 enoregioni italiane.

Nella Regione Sardegna è possibile individuare sei enoregioni: Gallura, Costa Nord Occidentale, Costa Centro  Occidentale, Sulcis e Campidano, Cagliaritano, Sardegna Centrale.

 

COSTA NORD OCCIDENTALE

L’area comprende alcuni tra i più bei litorali della Sardegna settentrionale, con lunghi tratti di coste basse e spiagge sabbiose che si alternano ad alte falesie a strapiombo sul mare: la Riviera del Corallo, l’area marina protetta di Capo Caccia, l’Argentiera che fa parte del Parco geominerario storico ed ambientale della Sardegna, il Parco Nazionale dell’Asinara. La viticoltura è presente sulle dune terrazzate affacciate sul Golfo degli Aranci (prevalentemente vigneti di cannonau), sui terreni argillosi del sassarese (moscato e vermentino) e sopra Alghero, sui rilievi di bassa collina e sulle piane di origine alluvionale ricavate dalla bonifica dei terreni paludosi e che ospitano anche frutteti e coltivazioni cerealicole. Dai vitigni torbato e vermentino nascono vini bianchi freschi, dal cannonau vini rossi morbidi e rotondi, dal vermentino e moscato vini fragranti e ricchi di aromi. Come in tutta la  Sardegna, la coltivazione della vite ha origini antichissime nella Romangia, una regione storica composta dai comuni di Sorso e Sennori e da una piccola parte del territorio del comune di Sassari: lo suggerisce il nome stesso, di derivazione romanica, e lo testimoniano diversi studi archeologici, con reperti e ritrovamenti di vinaccioli carbonizzati, roncole per la potatura e per la vendemmia, boccali di ceramiche usati per bere il vino e vasi vinari.

Vini locali. Con diverse uve tra autoctone e internazionali si produce la doc Alghero, dalle numerose varianti che prendono il nome dal vitigno prevalente: Torbato, Sauvignon, Chardonnay, Cabernet Sauvignon, Franc o Carmenère, Sangiovese, Cagniulari o Cagnulari, Vermentino. Il Bianco  (anche Frizzante, Spumante e Passito)  deve avere colore giallo paglierino tenue, profumo delicato, gradevole, sapore sapido e armonico, da degustare insieme a  primi piatti regionali, zuppa di pesce, pesce alla griglia e pecorino sardo. Il Rosato (anche Frizzante), che bene si sposa con  minestre di farro e caciottine fresche, ha colore rosato, odore vinoso, delicato, gradevole, sapore armonico, asciutto o morbido. Il Rosso (anche Novello, Spumante e Liquoroso), dalle tinte rubino tendenti al granato con l’invecchiamento, presenta note olfattive  gradevoli e caratteristiche, sapore asciutto e corposo, piacevolmente tannico, ottimo con  ravioli e pecorino sardo. Particolarmente interessanti il Torbato (anche Spumante), dai profumi intensi e leggermente aromatici e retrogusto leggermente amarognolo, e il Cagnulari (anche Riserva), dal colore brillante, eleganti profumi di frutti di bosco e confetture con delicate note balsamiche, caldo e  morbido al palato.        Prende il nome dai due omonimi comuni della Romangia un particolare tipo di vino dolce, il Moscato di Sorso-Sennori doc, prodotto da uve di moscato bianco in purezza nelle versioni Bianco, Liquoroso, Passito e Spumante. In tutte le tipologie si riscontrano aromi floreali e fruttati tipici della cultivar di base, e con note, in particolare nelle prime tre, di miele, mandorle e frutta secca. Consigliato da fine pasto per accompagnare pasticceria delicata e a torte di frutta e, nel tipo Liquoroso, anche pasticceria a base di mandorle, crostate alla frutta gialla o formaggi piccanti.

Piatti e Prodotti tipici. In Sardegna del tonno, come per il maiale, non si butta via niente e con l’aiuto del sale marino se ne conservano il cuore, il lattume (il seme del maschio), le uova (la preziosa bottarga), i vari tagli di polpa. Dalla parte migliore del filetto si ottiene una splendida carne secca (simile al musciamme della tradizione ligure, oggi vietato perché originariamente fatto con il delfino) chiamata anche bresaola di tonno, da gustare affettata sottilissima con olio e limone. Il particolare sapore del pecorino sardo dop deriva dalle essenze che crescono nei pascoli dell’Isola: a pasta semicotta, può essere dolce e di breve maturazione (20-60 giorni) o maturo (5-6 mesi), da grattugiare. Il casu becciu è pecorino “invermato”, cioè lasciato marcire con l’acaro del formaggio. A tavola: capunara (antipasto a base di crostacei, acciughe, uova sode e frutti di mare), minestra cun basolu tundu (zuppa di ceci e finocchietto selvatico), favata (zuppa di fave, cavolfiori, salsicce e piedini di maiale), tacculas (tordi al mirto), razza in agliata (cioè lessata e servita con una salsetta  di pomodoro, prezzemolo e aglio), carciofi in pinzimonio o al tegame ripieni di pane e prezzemolo, cioga minuta alla sassarese (lumachine al pomodoro), llagosta a l’antiga (insalata di aragosta, cipolle rosse dolci, pomodori e gallette), i fragranti biscotti ripieni di una leggera crema di latte e limone e le sebadas pasquali: rotondi ravioloni di semola di grano duro, farciti con scorza di arancia finemente tritata, succo di limone, zucchero e provoletta (o peretta o panedda), formaggio  dolce e aromatico a pasta filata dalla tipica forma a pera, ricavato dal latte intero di mucche alimentate esclusivamente a pascolo e fieno sulle prime pendici del Monte Limbara. Cotte al forno o fritte (meglio se nell’olio d’oliva sardo dal caratteristico aroma di cardo), si servono ricoperte di zucchero, miele di arancia o miele di corbezzolo, la pianta sempreverde che da novembre a febbraio si copre di vellutate palline giallo-rosso e delicate campanelline bianche. Di colore bruno scuro e dal sapore amarognolo, è un ingrediente tipico della pasticceria e cucina sarda, nonché ottimo accompagnamento del pecorino e della ricotta. (di Alessandra Calzecchi Onesti)

DENOMINAZIONI:

DOC: Alghero, Cannonau di Sardegna, Monica di Sardegna, Moscato di Sardegna, Moscato di Sorso-Sennori o Moscato di Sorso o Moscato di Sennori, Sardegna Semidano, Vermentino di Sardegna

IGT: Isola dei Nuraghi, Nurra, Romangia