Enoregioni italiane: Colline Fiorentine e Carmignano

28/09/2017

Prosegue la nostra panoramica delle 92 enoregioni italiane.

Nella Regione Toscana è possibile individuare nove enoregioni: Apuane, Lunigiana e Lucchesia, Bolgheri e Costa degli Etruschi, Colline Fiorentine e Carmignano, Maremma Toscana, Colline Aretini e Valdichiana, Montalcino e Terre di Siena, Terre di Montepulciano e Orcia, Chianti Classico, Toscana Centrale e San Gimignano.

 

COLLINE FIORENTINE E CARMIGNANO

L’area –  incastonata tra le province di Pistoia, Prato e Firenze – si estende dal rilievo montuoso  del Montalbano ai rilievi collinari a sinistra del fiume Pesa, separando il Valdarno superiore da quello Inferiore. La vite è qui coltivata vicino la pianura o in collina su terrazzamenti, gli ulivi ricoprono i pendii più alti e i boschi di castagni le sommità. A ridosso della dorsale del Montalbano i suoli, caratterizzati da un’alternanza di scisti argillosi, sabbie e calcari marnosi, sono ben drenati e consentono alle uve a bacca nera di raggiungere livelli ottimali di maturazione fenolica. Sui Colli Fiorentini e in Val di Sieve le formazioni marnose, dalla buona fertilità e modesta disponibilità idrica, rendono i terreni particolarmente vocati alla viticoltura. Le condizioni climatiche, che variano dal tipo mediterraneo sul Montalbano e Colli Fiorentini a quello temperato della Val di Sieve, offrono ai vigneti esposti a sud-ovest della zona di Pomino un microclima ideale per chardonnay e pinot bianco, dando vita a vini freschi e aromatici.  E’ la terra di Leonardo da Vinci, ricca di riserve naturali e borghi medioevali, castelli e dimore signorili, sentieri e percorsi cicloturistici. Ed è la terra del Chianti, che un tempo accompagnava i semplici gesti quotidiani dei contadini toscani e oggi è in tutto il mondo l’ambasciatore del vitigno sangiovese che gli conferisce i caratteristici e inconfondibili profumi di viola e frutti rossi e gusto corposo e abbastanza tannico. 

Vini locali. Appartengono a questa enoregione le sottozone Colli Fiorentini, Montalbano, Rufina e Montespertoli del Chianti docg. Il Sangiovese dà ai Colli Fiorentini, la cui produzione è storicamente  legata alla città di Firenze (“vignum fiorentinum”) e ai pendi coltivati a vigneti che costeggiano la valle dell’Arno, buoni profumi caratteristici e media struttura, ottimi con il tradizionale panino con il lampredotto, mentre le tipologie Superiore e Riserva, più alcoliche e strutturate, richiedono piatti elaborati come primi ben conditi e arrosti. Il riconoscimento della sottozona Montespertoli, nel 1997, ha consentito di valorizzare vini mediamente più longevi e strutturati di quelli dei colli Fiorentini e, tra questi, il Vin Santo, il tipico vino toscano da fine pasto con cui accompagnare i celebri cantuccini alle mandorle. Il Chianti Montalbano, noto dal ‘700, ha legato la sua fama alla struttura robusta  e al grado alcolico sostenuto, ma la tendenza attuale che privilegia una maggiore bevibilità ha portato ad una diminuzione della gradazione in modo da ottenere un vino più fresco, leggero e versatile negli abbinamenti. Le colline che circondano la valle del fiume Sieve hanno caratteristiche morfologiche di composizione del terreno simili a quelle del Chianti Classico: qui si produce il Chianti Rufina, la cui notevole presenza di tannini che si addolciscono con il lento affinamento regala alla docg spiccate caratteristiche di eleganza e longevità, e, dagli inizi dell’800, anche le diverse tipologie della doc Pomino: la più nota è il Bianco, dai delicati profumi fruttati e floreali, gusto fresco, armonico con finale amarognolo, da bere con antipasti, verdure al forno e piatti di pesce. Il Carmignano docg può essere considerato il precursore degli attuali Super Tuscans, con il suo uvaggio tradizionale di sangiovese, canaiolo, cabernet franc e cabernet sauvignon, già utilizzati nel XVIII sec. Si tratta di un vino rosso rubino, elegante e morbido, che si abbina ad arrosti e formaggi stagionati. In questo territorio si produce anche un Carmignano più giovane  e meno strutturato, la doc Barco Reale, che deriva il suo nome da un’antica riserva di caccia istituita ufficialmente dal granduca Ferdinando II de’ Medici nel 1626.

Piatti e prodotti tipici. A Carmignano, terra anche di un grande olio extravergine (l’igp Toscano Montalbano), la monotonia di uliveti e vigne è interrotta qua e là da modeste piante di fico i cui frutti (“veri o forniti” a settembre e “fioroni” a giugno) sono celebri per la loro dolcezza senza essere stucchevoli; quelli della cultivar “dottato” vengono essiccati al sole e aromatizzati con semi di anice. Nelle zone di Consuma e Vallombrosa, subito dopo Natale, si raccolgono i funghi toscani chiamati dormienti perché riposano sotto la neve in attesa del primo sprazzo di sole: sono buonissimi da fare al funghetto, con le erbe aromatiche o sottolio. Tra i prodotti d’eccellenza non si possono dimenticare la finocchiona (o sbriciolona), salume di grosse dimensioni, dalla carne morbida aromatizzata al finocchio, e il bardiccio, una salsiccia stretta e lunga preparata con le frattaglie del  maiale e mangiata alla griglia con i fagioli all’uccelletto. Innumerevoli le specialità, dagli antipasti al dolce: pinzimonio e panzanella, crostini alla toscana, ribollita, farinata con il cavolo nero, taglierini al tartufo, garganelli, pasta e fagioli, pappardelle alla lepre, sugo di pecora, zuppa di lenticchie con fagiano, cinghiale in umido, bistecche ai ferri, cibreo (creste e interiora di pollo con acciughe, pomodoro e prezzemolo), brigidine (cialde dolci croccanti e fragilissime), necci (le focaccine pistoiesi preparate con farina di castagne e cotte sui testi bollenti), berlingozzi di carnevale, schiacciata di Montespertoli con uva passa e rosmarino. (di Alessandra Calzecchi Onesti)

 

DENOMINAZIONI

DOCG: Carmignano, Chianti

DOC: Barco Reale di Carmignano, Bianco dell’Empolese, Colli dell’Etruria Centrale, Pomino, Vin Santo del Chianti                   

IGT: Colli della  Toscana Centrale, Toscano o Toscana 

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