Prosegue la nostra panoramica delle 92 enoregioni italiane.
Nella Regione Piemonte è possibile individuare tre macro aree, a loro volte suddivise in sette enoregioni: ALTO PIEMONTE (Colline novaresi, Canavese, Pinerolese e Val di Susa), MONFERRATO (Basso Monferrato e Colline Torinesi; Alto Monferrato, Terre del Gavi e Terre del Moscato; Tortonese), LANGHE (Langhe e Roero).
BASSO MONFERRATO E COLLINE TORINESI
Questa enoregione comprende il Basso Monferrato Casalese in provincia di Alessandria, le Colline Torinesi e il Basso Monferrato Astigiano, che identifica la provincia di Asti ad eccezione delle Langa Astigiana. Delimitata a nord e a est dai fiumi Po e Tanaro, l’area del Casalese si caratterizza per le morbide colline che, ad esclusione del Sacro Monte di Crea, non superano i 400 mt ed ospitano coltivazioni di barbera, grignolino, malvasia e ruchè. I borghi in pietra da cantone, le cantine e gli infernot (le tipiche cavità scavate nel tufo e adibite alla conservazione del vino), le pievi tra i filari e i boschi selvaggi formano un paesaggio unico. Affascinanti colline e borghi storici anche nell’Astigiano, chiuso a sud dalla valle del fiume Belbo e a ovest dal percorso del torrente Versa e attraversato dall’omonima Strada del Vino, terra di elezione per la barbera. L’Ecomuseo Basso Monferrato Astigiano, uno dei 17 presenti in Piemonte, comprende 73 comuni a nord del fiume Tanaro. A nord-ovest le Colline Torinesi si caratterizzano per la produzione di malvasia e freisa.
Vini locali. Quattro docg e quindici doc costituiscono il ricco carnet dei vini del Basso Monferrato. Accanto a quelle condivise con l’Alto Monferrato (le docg Asti, Barbera d’Asti, Barbera del Monferrato Superiore e le doc Barbera del Monferrato, Grignolino d’Asti, Freisa d’Asti, Monferrato e Terre Alfieri) e con la macroarea Langhe e Roero (Cisterna d’Asti, prodotta da uva croatina che qui è chiamata bonarda), sei sono le denominazioni esclusive di quest’area: la docg Ruchè di Castagnole Monferrato e le doc Albugnano (nebbiolo di antica tradizione), Collina Torinese, Freisa di Chieri, Gabiano, Grignolino del Monferrato Casalese, Rubino di Cantavenna, Malvasia di Casorzo e Malvasia di Castelnuovo Don Bosco. Considerate un tempo vino da pasto da bersi giovane, negli ultimi anni le tre tipologie della Barbera corrispondenti ad altrettanti cru hanno acquisito una maggiore struttura e complessità, allineandosi ai più nobili rossi piemontesi. Probabilmente importato dalla Borgogna nel sec. XVIII, il Ruchè è una vera perla enologica che sta ora ottenendo grande sviluppo nel vasto panorama vitivinicolo piemontese. Il Grignolino del Monferrato Casalese doc, prodotto con l’omonimo vitigno autoctono che predilige terreni poco compatti e poco fertili, asciutti e con buona esposizione, ha un colore rosso rubino scarico, gusto talvolta spigoloso per la presenza di acidità e tannini, profumi delicati di rosa e pepe ed è ottimo con il fritto alla piemontese. Dall’uva freisa – dal nome francese della fragola, aroma riconoscibile nel vino – si ricavano le due doc Freisa, dal gusto vivace di rosa e frutti rossi, perfetto per esempio con le cipolle ripiene della tradizione locale. Le due Malvasie sono vini rossi aromatici ricchi di carattere e di particolarità, da provare con biscotti, dolci cremosi e gelati.
Piatti e prodotti tipici. Anche la cucina è molto ricca, imperniata su una vasta offerta di ricette e di prodotti: carni, verdure, insaccati (la muletta del casalese, carne suina condita con aglio e vino barbera, e il salame cotto), formaggi (imperdibili la robiola di Cocconato e il Montebore, quest’ultimo oggi tutelato dal Presidio Slow Food), varietà locali di miele che insieme alla nocciola piemonte igp danno vita al torrone d’Asti. E ancora: cereali (per esempio i prodotti a base di mais “ottofile”) e pesci conservati (dalle acciughe al merluzzo). Tra i piatti ricordiamo la polenta variamente condita (con la salsiccia, con il merluzzo, con il latte), il fritto misto, la bagna cauda (saporita salsa a base di olio, aglio e acciughe, in cui intingere pezzetti di cardo gobbo, topinambour, rape, peperoni, verze), il bollito misto con le salse, l’agnolotto gobbo, la pasta e fagioli, la minestra di trippe, i risotti, la finanziera, le torte di nocciole, i brut e bon e gli innumerevoli biscotti secchi, adatti ad essere intinti sia nel latte sia nel vino, come il finocchino di Refrancore (fetta biscottata friabile da accompagnare allo zabaione al vino dolce), le ofelle piemontesi, i canestrelli di Cinaglio e i celebri krumiri di Casale Monferrato, biscotti friabili e burrosi il cui esotico nome evoca le tribù tunisine che verso la fine dell’Ottocento impegnarono in Africa soldati di ventura francesi. (di Alessandra Calzecchi Onesti)
DENOMINAZIONI
DOCG: Asti, Barbera d’Asti, Barbera del Monferrato Superiore, Ruchè di Castagnole Monferrato
DOC: Albugnano, Barbera del Monferrato, Casorzo o Malvasia di Casorzo o Malvasia di Casorzo d’Asti, Cisterna d’Asti, Collina Torinese, Freisa d’Asti, Freisa di Chieri, Gabiano, Grignolino d’Asti, Grignolino del Monferrato Casalese, Malvasia di Castelnuovo Don Bosco, Monferrato, Piemonte, Rubino di Cantavenna, Terre Alfieri