Drivers di acquisto per i prodotti alimentari

26/07/2017

A seguito dei Forum nazionali e internazionali curati in questi anni, l’Associazione Nazionale Città del Vino ha recentemente organizzato a Torgiano (PG) un “Simposio Europeo sull’Enoturismo: Marketing e redditività d’impresa” incentrato sull’approfondimento degli aspetti tecnici imprescindibili allo sviluppo dei territori del vino italiani e non, all’internazionalizzazione dell’offerta, alla qualificazione degli standard, alla brand reputation. Sono stati quindi chiamati a confrontarsi alcuni prestigiosi protagonisti del mercato del turismo del vino (docenti, responsabili di progetti nazionali e internazionali per la promozione del turismo enogastronomico, esperti di internazionalizzazione, giornalisti del settore ed esperti di comunicazione on line). Dei loro interventi vogliamo da oggi iniziare a darvi nota, anche alla luce della rilevanza e delle opportunità che sempre più possono svilupparsi dall’enoturismo e dal marketing territoriale.

 

Drivers di acquisto per i prodotti alimentari

Nel corso della 2° Sessione dedicata all’ “Economia dell’esperienza … del consumo. Drivers di acquisto dei prodotti alimentari”, il Direttore di Astra Ricerche Cosimo Finzi ha fornito interessanti spunti per alcune riflessioni sulle caratteristiche del consumo dei prodotti enogastronomici e sul loro  appeal turistico negli strumenti di informazione e nei modelli di acquisto dei residenti.

Tra i temi più importanti spicca il “caos” legato alla scarsa attenzione, ad una comunicazione commerciale debole e alla confusione tra i messaggi, i concetti, le idee.  Così come il “prezzo”, non più  importante come nel pieno della crisi ma ancora spesso legato alla difficoltà nel far percepire il valore aggiunto del bene in vendita.

La voglia di sperimentare è d’altra parte condizionata dal non riuscire a comprendere cosa è davvero differente (da parte di chi acquista) e in una certa incapacità nel comunicare "novità" (da parte di chi vende).

L’interesse per determinate categorie di vino vede ai primi posti l’assenza di solfiti aggiunti, la conoscenza di quel tipo di vino, di vitigno o di marca e il prezzo.

L’agroalimentare  è peraltro uno dei settori nei quali la ‘sostenibilità’ ha un valore maggiore. Il consumatore ritiene che questo tipo di prodotto “faccia bene” all’ambiente e alle comunità in cui viene prodotto, che ispiri maggiore fiducia  e che migliori l’immagine dell’azienda che lo produce. Lo testimoniano anche  le risposte degli intervistati che in maggioranza definiscono la  aziende ‘sostenibili’  come innovative, solide, preferibili alle altre e aperte verso il futuro.

 

 

 

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