L’Associazione dà il benvenuto ad una nuova Città del Vino, il Comune di Morgex, in provincia di Aosta. Il toponimo Morgex è la francesizzazione del termine del patois valdostano meurdzìe, che indica genericamente un mucchio di pietre e in particolare dei muretti di pietre raccolte nella Dora Baltea con il fine di separare le proprietà tra i vigneti. Secondo la pronuncia del patois valdostano, il nome "Morgex" va pronunciato omettendo la "x" finale, quindi "Morjé", come per molti altri toponimi e cognomi valdostani e delle regioni limitrofe (la Savoia, l’Alta Savoia e il Vallese), che spesso vengono erroneamente pronunciati, sia dagli italofoni sia dai francofoni. In epoca romana, Morgex era denominato Moriacium. Altri toponimi tramandati sono Morgentia e Morgentium. (fonte: wikipedia.it)
I primi abitanti della Valdigne furono i Salassi, popolazione di origine celtica formatasi a nord delle Alpi intorno al VI secolo a.C., che dovettero poi soccombere al dominio romano. Dall’XI secolo, sotto il dominio dei Conti di Savoia, Morgex trascorse un lungo periodo di stabilità e libertà, essendo anche sede della Mistralia della Valdigne, ovvero la più piccola entità territoriale della contea di Savoia, che si estendeva fino al passo del Piccolo San Bernardo. Morgex rappresentava un importante centro economico ed amministrativo, oltre ad essere sosta obbligata del Conte quando si trovava in viaggio verso Aosta. Ogni sette anni, infatti, i duchi di Savoia si recavano ad Aosta per tenere le Udienze generali e la Corte di giustizia, attraversando il Colle del Piccolo San Bernardo. Il passaggio dei duchi rappresentava un’occasione prestigiosa per tutta la Valdigne, soprattutto per Morgex dove il sovrano ed i suoi commissari reali stabilivano un piccolo presidio presso il Castello de l’Archet, oggi Tour de l’Archet. Sono ancora ben visibili le tracce di quell’epoca, come la Casaforte dei Bozel al Villair, il Castello Pascal a La Ruine e la splendida Tour de l’Archet al centro del capoluogo, ora sede della Fondazione Sapegno. Durante la Seconda Guerra Mondiale, Morgex non subì danni come altrove. A testimonianza di quel triste momento storico fu realizzato il monumento che ricorda coloro che non fecero mai più ritorno dal fronte, ancora oggi visibile di fianco alla chiesa.
Morgex si trova a oltre 900 metri di altitudine in Valdigne, una valle a ovest della Valle d’Aosta al confine con la Francia e la Svizzera, che comprende i paesi di Courmayeur, Pré-Saint-Didier, La Thuile, Morgex e La Salle. Il borgo di Morgex è caratterizzato da due particolari monumenti da visitare: la Chiesa di Santa Maria Assunta, di origine paleocristiana, con il suo fonte battesimale, gli affreschi quattrocenteschi ed il campanile romanico, e la Tour de l’Archet, le cui fondamenta datano attorno all’anno 998 (recentemente ristrutturata è ora sede della Fondazione “Centro di studi storico-letterari Natalino Sapegno”). Nei numerosi villaggi del comune si trovano interessanti cappelle a volte affrescate e nella Frazione La Ruine segnaliamo la Casa Forte Pascal. La Valdigne, che in celtico significa “foresta di pini”, presenta un paesaggio molto interessante, risultato dell’azione millenaria dei ghiacciai. Il territorio comunale è costellato da diversi laghi, come il Lago di Liconi, il Lago d’Arpy e il Lago di Pierre Rouge, dai quali dipartono i principali affluenti locali della Dora Baltea. Numerose sono le frazioni, sparse alcune sul fondovalle, altre inerpicate sul pendio dei monti, tutte collegate tra loro da strade comodamente percorribili. Gli appassionati della montagna possono qui trovare l’occasione di trascorrere un soggiorno in un ambiente naturale, unico e con innumerevoli possibilità di praticare attività ricreative sia in estate che in inverno: dai numerosi e facili itinerari escursionistici sia per l’adulto che per il bambino ai tracciati per la mountain bike, dalla pista di sci di fondo che offre l’opportunità di sciare tra foreste di larici e abeti agli spazi per avvicinarsi all’equitazione, dalle numerose aree attrezzate a pic-nic dislocate nel suggestivo bosco che caratterizza la zona agli sport più avventurosi, come il rafting nelle acque tumultuose della Dora Baltea, l’arrampicata nella sicura e attrezzata palestra di roccia o, in pieno inverno, nel “Icepark” su percorsi ghiacciati. Tra le risorse economiche del territorio provenienti dal sottosuolo ricordiamo l’antracite e le ampie cave di ardesia, che sorgono in prossimità della località di Arpy, come anche sui Monti de la Lex (Lé significa proprio “ardesia”), a nord del Lavancher. Anche nel vallone di Licony, che ha preso proprio il nome da Lé (l’alpeggio si chiamava infatti Léconi o Licone) si estendono giacimenti di ardesia, impiegata in tutta la Valle per coprire i tetti delle case, per rivestire internamente i camini e per altri usi.
La Badoche, celebrata il 15 agosto, la giornata dedicata a Notre Dame d’Aôut, da secoli rallegra i villaggi della Valdigne con canti, balli e colori.e viene poi ripresa anche nelle frazioni ed in particolare al Villair il giorno di San Rocco, al Revers il giorno dei S.S. Pietro e Paolo e a La Ruine. Le sue origini paiono risalire ai riti propiziatori celebrati presso i Celti e rituali simili caratterizzano i festeggiamenti per il Santo patrono anche fuori dalla Valdigne.
Meritano una visita anche La Piagne, vigneto unico nel suo genere, sorto sui terrazzamenti realizzati durante la metà del XIX secolo, uno degli elementi più rappresentativi della storia del territorio (oggi di proprietà della Cave Mont Blanc de Morgex et La Salle), e gli antichi forni di La Ruine, del Pautex e del Biolley, recentemente ristrutturati dal Comune: il loro riutilizzo, grazie anche all’adesione dal 2015 alla Festa transfrontaliera “Lo Pan Ner”, organizzata dalla Regione Autonoma Valle d’Aosta, ha contribuito anche al rilancio del pane nero, della Flantze e del Crèichèn, dolci tipici della tradizione locale.
Da sempre definito "Cuore della Valdigne", Morgex è infine conosciuto soprattutto per il "Blanc de Morgex et de La Salle", il vino più alto d’Europa. Tra il Villair e il Dailley prosperano infatti le più alte vigne d’Europa, dalle si produce questo vino pregiato e di sapore gradevole, che ha ottenuto nel 1985 la DOC Valle d’Aosta.