L’Associazione dà il benvenuto a due nuove Città del Vino della provincia di Sassari, Benetutti e Luogosanto.
Piccolo paese della Sardegna ai confini della provincia di Sassari, Benetutti sorge alle pendici dell’altopiano del Goceano e il suo territorio degrada fino all’alta valle del fiume Tirso. La presenza delle fonti termali e la ricchezza di beni storici e archeologici collocano il Paese in un contesto di grande interesse turistico e culturale. Alle numerosissime testimonianze della presenza di insediamenti umani sin dal periodo Neolitico e Nuragico (come per esempio la “Domus de janas” denominata “Il Labirinto di Luzzanas”) si affiancano i siti archeologici di epoca romana. Addentrandosi nel centro storico si possono osservare le caratteristiche architettoniche delle case costruite in granito e osservare scorci urbani suggestivi. Segno di grande devozione, le chiese sono presenti numerose, solitamente edificate in punti ben visibili ed elevati, come le seicentesca Parrocchiale di Sant’Elena Imperatrice (che custodisce al suo interno il Retablo raffigurante l’“Invenzione della Croce”, opera del “Maestro di Ozieri”). Interessanti anche le Chiese campestri di “San Saturnino”, “Boloe” dedicata all’Assunta, “Santa Barbara” e tutte le numerose Chiese esistenti all’interno del Paese: “Santa Rosalia”, “San Salvatore”, “Santi Giovanni e Timoteo” e “Santa Croce”. E’ inoltre presente un sito termale con vasche all’aperto accessibili gratuitamente. I momenti della vita quotidiana sono da sempre scanditi con una sentita partecipazione alla ritualità sacra. Tra le feste più importanti: “Sant’Elena Imperatrice” (18 agosto), “Santa Rosalia” (17 ottobre), “Santi Giovanni e Timoteo” (24 giugno), “San Francesco” (4 ottobre), “San Salvatore” (1° sabato di agosto) e altri festeggiamenti in occasione delle varie manifestazioni di promozione delle attività produttive riguardanti non solo il settore enogastronomico, ma anche l’artigianato locale e le risorse naturali e ambientali del territorio, la più importante delle quali è “Le magie del Labirinto” che si svolge annualmente nel mese di ottobre (data mobile). Altra manifestazione che nel corso degli anni è diventata il riferimento per i viticoltori del territorio del “Logudoro-Goceano” (circa 40 Comuni) è la “Rassegna enologica” (data mobile), consistente nella valutazione di numerosi campioni di vino a cura di enologi e sommelier e di specifici convegni con esperti del settore enologico. Di recente istituzione è, invece, la manifestazione internazionale del folklore Cantos, Sonos e Ballos, che si svolge nel mese di luglio e che vede la partecipazione di numerosi gruppi popolari provenienti da tutto il mondo. Strettamente legato alle tradizioni locali, il Paese preserva ancora la produzione di formaggi, dolci e pani tipici ai quali si aggiunge la produzione del vino di ottima qualità. Circondato da numerosi vigneti, Benetutti ha infatti una vocazione vitivinicola consistente e sono presenti tre importanti aziende visitabili. Merita una nota, in particolare, l’“Arvisionadu Igp”, vitigno autoctono della Sardegna che trova la sua culla d’elezione nel territorio del “Goceano”. Cenni storici risalenti al 1780 lo descrivono nel seguente modo: “vitigno a bacca bianca dal quale si ottiene l’omonimo vino, che fa della sapidità, mineralità e freschezza gustativa i cardini della sua identità e forza espressiva del territorio del “Goceano””. La promozione del vitigno è affidata ai piccoli produttori locali, all’Associazione “Confraternità dell’Arvisionadu” e alle cantine operanti nel territorio.
Luogosanto è un piccolo antico borgo immerso in un bosco nel cuore della Gallura. Il suo nome è la traduzione italiana del sardo gallurese Locusantu e deriva dalla presenza di un eremo protocristiano, un santuario mariano, un convento francescano e decine di chiese campestri. Il paese si distende attorno alla basilica di Nostra Signora di Locusantu e al circostante centro storico su tre quartieri dalla tipica architettura gallurese caratterizzata dall’uso del granito a vista. Lo circonda un movimentato paesaggio di grande fascino e valore culturale e naturale, ricco di boschi di lecci, sughere, olivastri, macchia mediterranea e poi vigneti e pascoli, inframmezzati da monumentali formazioni rocciose scolpite dalla natura e punteggiati da 200 vecchi stazzi, le tradizionali abitazioni agro-pastorali che organizzano l’economia della Gallura interna. La sua posizione strategica permette di raggiungere in mezzora d’automobile tutte le rinomate spiagge di Aglientu, Arzachena, Palau, Santa Teresa e Trinità, ma anche i monti e la città di Tempio Pausania. Il clima mite, la presenza di diverse strutture ricettive e di ristoro, associazioni e aziende di servizi turistici, culturali e commerciali rendono gradevole e vario il viaggio in tutte le stagioni dell’anno. Luogosanto è una meta ideale per gli amanti del viaggio attivo e sostenibile (escursionismo a piedi, in bicicletta, a cavallo, bouldering, canoeing, yoga) ma anche per chi preferisce la quiete e il raccoglimento dei luoghi sacri dell’uomo e della natura, come la basilica-santuario, le altre due chiese urbane, l’eremo di San Trano, il museo dell’ex convento francescano, venti chiese campestri e sette affascinanti ruderi, tutti immersi in meravigliosi contesti paesaggistici o comunque vicini a parchi e monumenti naturali come la sughera secolare di Crisciuleddu e il parco della sorgente de La Filetta; e non mancano i parchi forestali, gli orti botanici, le fontane, i punti panoramici. Gli appassionati di archeologia scopriranno non solo le immancabili tracce della grandiosa civiltà nuragica (da non perdere la “capanna delle riunioni” di Monti Casteddu) e del neolitico (i tafoni abitati e funerari), ma soprattutto la maggiore concentrazione di resti medievali della Gallura: il Castello di Balajana, il Palazzo di Baldu e le architetture religiose. Qui si possono inoltre gustare le specialità enogastronomiche locali con un tipico pasto gallurese a base di pasta fresca (cjusoni e pulilgioni, tipici nella variante leggermente dolce) condita coi sughi della tradizione (anche vegetariani), oppure con la suppa cuata (nota come “zuppa gallurese”), i salumi e gli arrosti di carne d’allevamento o cacciagione (soprattutto di cinghiale), i formaggi (tipici quelli freschi di latte vaccino), il tutto annaffiato di Vermentino di Gallura Superiore DOCG o dei rossi delle cantine locali, concludendo con i dolci tradizionali (siati, cucciuleddi, papassini, acciuledd’e meli) e un sorso di liquore di mirto. (di Alessandra Calzecchi Onesti)