Cento anni di storia e storie personali legano la famiglia Valentini alla Città di Montefalco. Sullo sfondo l’Umbria più autentica, legata alla cultura della sua terra. A partire dal 2002 la famiglia Valentini è tornata ad interpretare questo patrimonio ambientale e culturale dando vita ad un’azienda nata per fare tesoro di quell’antica passione per il vino tramandata per generazioni.
Il pieno rispetto per i cicli ambientali e la cura per un processo artigianale che consente di esaltare le caratteristiche varietali e territoriali sono gli elementi centrali di una filosofia che fa dei vini Bocale dei prodotti naturali di grande personalità.
L’Azienda si estende su 10 ettari di cui 6 vitati ed ha una produzione annua media di 40.000 bottiglie, ottenute dalla lavorazione di Sagrantino e Trebbiano Spoletino.
Nel 2020 è stato avviato il processo triennale per certificare l’Azienda biologica. Il vigneto è trattato con la tecnica dell’inerbimento, con concimazione organica e minerale senza l’impiego di prodotti chimici o diserbanti. La fermentazione avviene esclusivamente con lieviti autoctoni e il vino non è sottoposto a microfiltrazione e stabilizzazione termica. Tutti i processi escludono l’utilizzo di qualsiasi sostanza di origine animale, non contengono tracce di derivati animali, uova e latticini ed hanno ottenuto il marchio V-Label “Vegan”.
L’invecchiamento avviene in botti di rovere francese, seguito dall’affinamento in bottiglia. L’energia utilizzata per l’intero ciclo produttivo è da fonte rinnovabile, attraverso un impianto fotovoltaico.
Le produzioni di Montefalco Rosso, Montefalco Sagrantino e Trebbiano Spoletino sono così espressioni autentiche di un percorso artigianale, dove i soli frutti della natura si mescolano con la perfezione e la semplicità dei gesti dell’uomo.
Nella selezione di etichette prodotte spicca il Montefalco Sagrantino DOCG, ricavato dall’omonimo vitigno autoctono citato nella “Naturalis Historia” di Plinio il Vecchio e tanto apprezzato da essere rigidamente tutelato dallo Statuto comunale nel sedicesimo secolo. L’origine del suo nome risale al 1240, quando per curare gli amati falchi di Federico II di Svevia accampato nel piccolo centro fortificato sulla sommità di una collina chiamata Coccorone fu utilizzata un’infusione a base di un vino dolce e passito prodotto nella zona. L’efficacia terapeutica del rimedio fu così importante da dare il nome a quel vino: parliamo appunto del Sagrantino, ossia il “Saqr-ans”, il “vino che cura il falco Sacro”.
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