Ogni anno l’Accademia dell’Oscar di Bibenda e la Fondazione italiana Sommelier assegnano il Premio Giacomo Tachis al miglior enologo d’Italia. Nel 2022 il prestigioso riconoscimento di rilievo internazionale è andato a Vincenzo Mercurio, winemaker ed enologo consulente campano con oltre 25 anni di esperienza alle spalle. Con un’approfondita e costante esperienza sia accademica che sul campo acquisita in Italia e all’estero, Mercurio ha scelto di esercitare la libera professione creando la società Le Ali di Mercurio, che offre servizi alle aziende enologiche, e la Wine Academy dedicata alla formazione dei cantinieri. Ma Vincenzo è anche un chitarrista dilettante, che accosta le emozioni regalate dalla musica a quelle che si possono provare attraverso i vini. E che si diverte ad associare generi musicali a tipologie di vini: il rock al Merlot, lo swing alla Falanghina del Sannio, e così via fino ad arrivare al tango che assimila al Cannonau. “Per me – ha detto – fare il vino è come suonare musica jazz: si studia e si pratica tantissimo, ma ogni annata è unica”. E sia nella musica che in vigna e poi in cantina competenza e creatività, scienza e arte rappresentano una perfetta sintesi tra Natura e Uomo. Partiamo dall’inizio. La laurea in Scienze delle Preparazioni Alimentari con il professor Moio e la specializzazione in Scienze Viticole ed Enologiche a Portici, la permanenza a Digione in Borgogna, i corsi di formazione a Bordeaux, la laurea con lode in Viticoltura ed Enologia a Palermo, l’abilitazione alla professione di Agronomo a Milano, i cinque anni nella Mastroberardino in Irpinia, i viaggi alla scoperta di eccellenze vitivinicole fuori dai confini del nostro Paese: quali tra queste esperienze hanno maggiormente contribuito alla sua preparazione e alla sua crescita professionale?Le ho vissute tutte con la stessa intensità, collegate tra loro da un filo invisibile, nulla avviene per caso. Per la mia crescita professionale non posso prescindere dall’ambiente in cui sono cresciuto e dall’educazione che ho ricevuto dai miei genitori. Tra i suoi clienti conta ormai aziende di un numero sempre maggiore di regioni italiane. Quali di queste realtà enologiche mostrano cambiamenti più innovativi ed interessanti oggi? I distretti in cui l’economia è più forte sono più digitalizzati e avanti ma oggi l’innovazione non è solo tecnologica. Quella che mi interessa di più riguarda il modo di dialogare con la natura. Mi interessano quei distretti in cui l’integrazione con il biosistema natura è prepotentemente in primo piano. E all’estero? Sono molto curioso verso quei distretti che si trovano ai confini estremi della viticoltura, seguo con attenzione la produzione di spumante in Inghilterra e quelle aziende che producono ad altitudini superiori agli 800 metri. Vini biologici, vini biodinamici, vini naturali: tendenze “modaiole” o inevitabili evoluzioni del modo di pensare e fare il vino in un mondo sempre più attento alla salute sia del consumatore che dell’ambiente?Salute del consumatore ed ambiente devono essere le priorità di tutti, a prescindere che si pratichi o meno il bio. Il rispetto e l’integrazione con la natura per alcuni produttori è “modaiola” per altri invece è una reale filosofia di vita. Io propongo in maniera concreta l’incremento della biodiversità, e la tutela delle risorse disponibili, in vigna come in cantina è il caso di fare più sforzi possibili per lasciare un mondo migliore di come lo abbiamo ricevuto. Cambiamenti climatici, perdita di biodiversità, sostenibilità ambientale sono problematiche che la coinvolgono profondamente e sulle quali lavora da tempo: ci sono soluzioni per contribuire ad invertire la rotta, best practices mutuabili da altri Paesi, progetti in cantiere?Sto sviluppando, in collaborazione con il microbiologo Professor Giancarlo Moschetti, un memorandum per il viticoltore e per l’enologo che hanno a cuore l’argomento, si chiama ME.MO. acronimo di Mercurio – Moschetti, in cui illustriamo il percorso per incrementare la biodiversità della propria azienda. Chi sceglie di seguire il nostro metodo vive in un ambiente più vivo, in cui la natura dialoga serenamente con l’uomo.
Miglior enologo d’Italia nel 2022 secondo l...