Auguri alla Doc Cori

05/05/2021

L’Associazione nazionale Città del Vino, che conta tra i suoi Comuni un gran numero di città legate ai disciplinari delle denominazioni storiche, vuole celebrare i 50 anni dei vini che hanno ottenuto la certificazione nel 1971  con articoli, eventi e approfondimenti. Iniziamo proponendo una scheda con le caratteristiche e gli abbinamenti di queste DOC (alcune delle quali sono nel frattempo diventate DOCG).

 

CORI

Disciplinare: DPR 11.08.1971 (G.U. 243 – 25.09.1971)

Regione: Lazio

Provincia: Latina

Enoregione: CASTELLI ROMANI

Tipologie: Cori Bianco, Cori Rosso, Cori Bellone, Cori Nero Buono (anche nella versione Riserva).

Vitigni: Cori Bianco: Bellone minimo 50%, Malvasia del Lazio minimo 20%, Greco b. minimo 15%; possono concorrere altri vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione per la Regione Lazio, sino a un massimo del 15%. Cori Rosso: Nero Buono minimo 50%, Montepulciano minimo 20%, Cesanese di Affile e/o Comune minimo 15%; possono concorrere altri vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione per la Regione Lazio, sino a un massimo del 15%. Cori Bellone: Bellone minimo 85%; possono concorrere altri vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione per la Regione Lazio, sino a un massimo del 15%. Cori Nero Buono (Nero Buono minimo 85%; possono concorrere altri vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione per la Regione Lazio, sino a un massimo del 15%.

Cenni storici e/o geografici: Le uve devono essere prodotte nel territorio amministrativo comunale di Cori ed in parte quello di Cisterna. La zona geografica delimitata ricade nella parte centrale della regione Lazio in Provincia di Latina: si estende su una superficie di circa 9.700 ettari, e comprende la parte più interna della pianura nordorientale dell’Agro Pontino e le pendici nordoccidentali dei monti Lepini.La presenza della viticoltura nell’area delimitata risale all’epoca preromana: Cori (Cora per i Romani), una delle principali città dei Volsci fondata intorno al 1400 a.C., e citata e lodata dai principali autori latini. Gli statuti di Cori furono emanati nel 1327 e riveduti nel 1547 e nel 1732: sono divisi in 5 libri e contengono capitoli dedicati alla viticoltura ed al commercio del vino. Nel corso dei secoli la viticoltura ha mantenuto il ruolo importante nell’economia agricola del territorio, fino all’attualità, contribuendo in modo significativo allo sviluppo sociale ed economico dell’area. La combinazione tra le caratteristiche del terreno ed i fattori climatici determina per i bianchi la produzione di significative quantità di precursori aromatici che consentono di esaltare le caratteristiche organolettiche e i sentori tipici dei diversi vitigni e per i rossi un’ottimale maturazione fenolica, che unita ad un ottimale rapporto tra zuccheri e acidi permette di ottenere vini caratterizzati da elevata struttura e grande equilibrio fra le diverse componenti. La millenaria storia vitivinicola riferita alla terra dell’antica “Volsca”, dall’epoca romana al medioevo fino ai giorni nostri, attestata da numerosi documenti, è la fondamentale prova della stretta connessione ed interazione esistente tra i fattori umani e la qualità e le peculiari caratteristiche del “Cori”. Ovvero è la testimonianza di come l’intervento dell’uomo nel particolare territorio abbia, nel corso dei secoli, tramandato le tradizionali tecniche di coltivazione della vite ed enologiche, le quali nell’epoca moderna e contemporanea sono state migliorate ed affinate, grazie all’indiscusso progresso scientifico e tecnologico, fino ad ottenere le peculiari caratteristiche descritte dal disciplinare.

Abbinamenti: Antipasti freddi, piatti di pasta con sughi a base di pesce, minestre di fave, piselli e carciofi, minestre e creme di verdura e pesce, cozze e molluschi in zuppa e gratinati, fritture di pesce, arrosti di carni bianche, carni rosse alla griglia o in umido con sughi leggeri, salsicce in umido con legumi.

 

Prodotto: PECORINO AFFUMICATO

Descrizione: Costituisce una variante del pecorino ciociaro questa specialità di Guarcino e Vico nel Lazio, comuni ad antica vocazione agricola. La forma è leggermente stondata e di peso variabile dai quattro ai sei chili, il colore bianco molto opaco e il sapore caratteristico, aromatico e sapido. Il latte ovino viene riscaldato e arricchito di caglio, quindi salato e sottoposto ad affumicatura (utilizzando bracieri costruiti dagli stessi produttori e rigirando spesso le forme) contemporaneamente alla stagionatura, che dura cinque o sei mesi.

 

Piatto: BAZZOFFIA

Descrizione: Zuppa di verdure e legumi di sapore antico, tipica della provincia di Latina. Sezze e Priverno, dove ogni famiglia dispone di una sua ricetta, si contendono la supremazia nella preparazione di questa minestra cucinata solo in quelle poche settimane comprese tra la primavera e l’estate in cui nell’orto si trovano cipolla, sedano, lattuga, bieta, spinaci, zucchine, fagioli, piselli, fave, cardi, germogli di zucca… Alcuni un tempo vi aggiungevano anche le lumache. Nella versione più diffusa alla cipolla rosolata nell’olio si uniscono carciofi e lattuga tagliati a listarelle, piselli e fave fresche sgranate. Si versa abbondante acqua bollente salata, si fa cuocere coperto per circa un’ora e si serve direttamente nelle scodelle individuali, dove sono state precedentemente distribuite fette di pane casereccio raffermo, un uovo in camicia, una spolverata di pecorino grattugiato e, a piacere, peperoncino.