Auguri al Cesanese di Affile o Affile

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07/04/2023

L’Associazione nazionale Città del Vino, che conta tra i suoi Comuni un gran numero di città legate ai disciplinari delle denominazioni storiche, vuole celebrare i 50 anni dei vini che hanno ottenuto la certificazione nel 1973 con articoli, eventi e approfondimenti. Iniziamo proponendo una scheda con le caratteristiche e gli abbinamenti di queste DOC (alcune delle quali sono nel frattempo diventate DOCG).

 

Disciplinare: Approvato DOC con DPR 29.05.1973 G.U. 225 – 31.08.1973

Regione: Lazio

Provincia/e: Roma

Enoregione/i: TERRE DEL CESANESE E CIOCIARIA

Tipologie: "Cesanese di Affile" o "Affile", "Cesanese di Affile" o "Affile" dolce, "Cesanese di Affile" o "Affile" riserva.

Vitigno/i: Cesanese di Affile per non meno del 90%; altri vitigni a bacca rossa idonei alla coltivazione per la Regione Lazio per non più del 10%.

Cenni storici e/o geografici: I territori di Affile, già abitati dalle popolazioni italiche degli Equi e degli Ernici dall’anno 1000 a.C., divennero nel 133 a.C. colonia romana, con la conseguente suddivisione del territorio in piccoli appezzamenti e successiva deduzione ai coloni delle aree da coltivare. Nel Medioevo e nel Rinascimento i contratti agrari ed i documenti di varia natura, conservati presso gli archivi monastici, confermano la diffusione di tale coltura. Si trova conferma di tanta fama del Cesanese di Affile nel Seicento, quando il letterato locale Rutilio Scotti, oltre che ricordane la bontà al palato, ne declama le caratteristiche medicamentose e addirittura soprannaturali nel “resuscitare la morte in ciascun huomo”.Risale al Settecento la previsione nello Statuto Municipale di Affile di “pene severissime a chiunque avesse avuto l’ardire di recare danno alle vigne, sia per mano d’uomo che per tramite di bestiami”, a conferma di quanto l’intera economia del paese fosse legata alla coltivazione del Cesanese. Nei primi decenni del Novecento il vino Cesanese di Affile ha conquistato numerosi premi in manifestazioni nazionali ed internazionali, come i Diplomi di Gran Premio e Medaglia d’oro all’Esposizione Internazionale di Bruxelles, all’Exposition Generale Commerciale di Parigi, all’Esposizione Internazionale delle Industrie e del Lavoro di Milano, all’Esposizione Internazionale di Roma e il Diploma di Gran Premio d’Onore all’Esposizione Fiera Internazionale di Roma. Anche nel presente, i vini a DOC Cesanese di Affile hanno ricevuto e continuano a ottenere numerosi riconoscimenti nei concorsi sia nazionali, sia internazionali e ben figurano sulle principali guide nazionali. L’orografia collinare dell’areale di produzione nel bacino dell’alta valle dell’Aniene con un suolo naturalmente sgrondante dalle acque reflue, l’esposizione ad ovest, sud-ovest e sud e la struttura chimico-fisica dei terreni (terre rosse ricche di ossidi di ferro e di alluminio liberi, con tessitura argillo-limosa o di natura calcarea) concorrono all’ottenimento delle peculiari caratteristiche fisico chimiche ed organolettiche del “Cesanese di Affile”. 

 

Prodotto: MARZOLINA (PAT E PRESIDIO SLOW FOOD)

Descrizione: Originario del territorio alle pendici dei Monti Ausoni e in seguito diffusosi anche nel nord della provincia di Frosinone, questo piccolo formaggio si produce da marzo a maggio con latte caprino di due mungiture, coagulato con caglio di capretto. La pasta viene posta a scolare nelle formelle e pressata a mano. Dalla particolare forma a parallelepipedo, non ha crosta ma una buccia dura e asciutta, pasta bianca e sapore dolce e ricco che diventa più piccante con il passare del tempo. Si può consumare sia fresca appena fatta sia dopo circa due settimane di stagionatura su graticci di legno oppure dopo qualche mese di maturazione in barattoli di vetro, magari coperta di olio.

 

Piatto: ABBACCHIO ALLA CACCIATORA

Descrizione: Una tra le preparazioni della cucina romana più note, dal sapore piuttosto delicato pure se intenso e saporito. Il vero abbacchio è l’agnello lattante della campagna laziale o abruzzese, che non ha ancora iniziato a brucare l’erba (tra i venti e i trenta giorni). La carne della coscia, tagliata in piccoli pezzi e infarinata, viene rosolata a fuoco vivace in tantissimo Olio extravergine d’oliva della Sabina (DOP) con un pezzetto di aglio tritato, una forte pizzicata di rosmarino (sminuzzato o intero) e una foglia di salvia tritata. Si lascia, poi, cuocere a fuoco moderato per tre quarti d’ora circa con aggiunta di aceto allungato con acqua e, a fine cottura, acciughe salate diliscate che si dissolveranno nella salsa densa e scura.