Giovedì 12 ottobre Cividale del Friuli, culla della civiltà longobarda in Italia, diventa a tutti gli effetti capitale di “Italia Langobardorum” ospitando una serie di eventi e incontri dedicati al popolo dei “Duchi e Guerrieri”. Non poteva mancare l’aspetto enogastronomico, essendo la cucina longobarda caratterizzata da ingredienti e ricette specifici di quel tempo. Così la sera del giovedì, alle 19.30 all’interno del Monastero di Santa Maria in Valle con ingresso gratuito fino esaurimento posti, l’appuntamento è con “A tavola con Re Rotari”, la cena/degustazione che si propone come percorso gastronomico longobardo.
Nello speciale menù, curato da Paolo Braconi, professore di Storia dell’Agricoltura e dell’Alimentazione dell’Università di Perugia, rientra un piatto tipico longobardo: la vellutata di zucche e carote con polpette di miglio, puls di farro e pulmentarium e la caccabina. Ciò che conosciamo dai rari reperti ritrovati è che la base dell’alimentazione altomedievale, soprattutto dei ceti medio-bassi, era caratterizzata da zuppe di cereali e legumi e polente di cereali come la puls di origine romana, a base di orzo cotto nel latte di capra. Assenti ingredienti come patate e pomodori (arrivati molti secoli più tardi dall’America), che vengono abbondantemente sostituiti da legumi quali lenticchie, fave e piselli, sotto forma di zuppa, purea o di condimento per accompagnare le carni. Broccoli, zucche e cipolle sono tra le verdure più apprezzate, base di molte ricette; molto presenti tra i pollini rinvenuti sono invece quelli di carote e finocchi. Altro alimento base è naturalmente la carne, prevalentemente maiale, ma anche pollame e volatili. Si preferisce il bollito o gli spezzatini cotti in umido e conditi con salse speziate, perlopiù a base di vino. Per ciò che riguarda le bevande, ecco che il grande re rimane sempre il vino, bianco o rosso, freddo o caldo, arricchito o meno da aromi utilizzati a scopo medicale: miele, cannella, noce moscata o ippocrasso. Oltre a questo, non mancava la birra, solitamente a base di orzo o di spelta, e il “medum”, che oggi chiamiamo sidro.
Info: 0432 710460
L’INIZIATIVA
“I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 d.C.)”, riconosciuto Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’UNESCO nel 2011, è il sito seriale che comprende i beni monumenti storici che riflettono la civiltà dei Longobardi, gli esiti creativi del processo culturale che li vide protagonisti in Italia fra il VI e l’VIII secolo d. C. L’Associazione Italia Langobardorum ha il compito di gestire il sito seriale, coordinandone anche la valorizzazione, la promozione e sensibilizzazione a livello di rete: oltre a Cividale del Friuli ne fanno parte i comuni di Benevento, Brescia, Campello sul Clitunno, Castelseprio, Monte Sant’Angelo, Spoleto, insieme alla Fondazione CAB-Istituto di cultura Giovanni Folonari e al Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo.
Oltre alla cena, Cividale del Friuli inaugura una serie di eventi con l’obiettivo di raccontare la fondamentale eredità storica del popolo longobardo. Giovedì 12 ottobre dalle 9.30 presso Palazzo de Nordis è previsto un incontro formativo aperto al pubblico in cui gli studiosi dei sette comuni si confronteranno sui risultati delle attività di studio e valorizzazione dei siti longobardi della rete effettuati negli ultimi anni.
Al loro arrivo in Italia, infatti, i Longobardi entrarono in contatto con la realtà culturale di un territorio divenuto crocevia strategico tra occidente e oriente: la loro stabilizzazione sul territorio determinò un lento processo di integrazione che diede vita ad una cultura nuova, capace di coniugare la tradizione germanica con quella classica, assumendo un ruolo propositivo nella transizione culturale tra la Classicità e il Medioevo. I delegati dei Comuni visiteranno il Museo Archeologico Nazionale e il Museo Cristiano e Tesoro del Duomo, l’area archeologica del Tempietto Longobardo e il laboratorio di restauro degli stalli lignei e, infine, il giorno seguente, visiteranno i siti UNESCO di Palmanova e Aquileia.