La Guida Michelin Italia ha assegnato a Caterina Ceraudo – da qualche anno alla guida del Ristorante Dattilo di Strongoli in provincia di Crotone – la prima edizione del premio “Donna Chef 2017” nell’ambito dell’Atelier des Grandes Dames, il nuovo network di talenti femminili della eno-ristorazione a cui ha dato vita la Maison de Champagne Veuve Clicquot per valorizzare la presenza femminile nell’alta cucina (delle 138 donne stellate nel mondo, ben 45 sono in Italia).
Il premio, ispirato alla mitica figura di Madame Clicquot che oltre due secoli fa ebbe il coraggio di cambiare la concezione della donna nel mondo degli affari, le è stato conferito per la sua “cucina moderna e allo stesso tempo non complicata, in cui il sapore è spesso bilanciato da giuste dosi di acidità e dolcezza”. Il ristorante peraltro vantava già una stella Michelin quando nel 2014 la neo premiata chef è entrata ufficialmente nella brigata della cucina dell’azienda familiare. Lei è infatti una Ceraudo, la grande famiglia capitanata da Roberto, pioniere dell’agricoltura biologica che oggi permea i 60 ettari della tenuta – di cui 38 coperti da uliveti, 20 da vigneti e 2 da agrumeti, oltre ad ortaggi, frutta ed essenze – che godono di una particolare microclima nel primo entroterra di Strongoli, a pochi chilometri dal mare.
Classe 1987, enologa dal 2011, nel 2012 l’incontro con lo chef Niko Romito (oggi 3 stelle Michelin) della Scuola di Alta Formazione a Castel di Sangro in Abruzzo, fa capire a Caterina che l’amore per la cucina è superiore di quello sul vino e così, dopo mesi di formazione teorica alternata alla pratica al Reale di Casadonna, torna “a casa” per portare nel menù del Dattilo il suo pensiero e la sua personalità: il rispetto del cibo e della sua provenienza naturale dalla nascita e crescita di ogni ingrediente fino alla trasformazione nella ricetta, la valorizzazione dei prodotti biologici espressione del territorio, l’utilizzo di pochi elementi cercando di esaltarne semplicità e leggerezza senza mortificarne il gusto, l’uso delle erbe spontanee di cui la Calabria è un serbatoio infinito.
Oggi, e il riconoscimento Michelin lo conferma, le sue preparazioni, frutto di una sapiente miscela di tecnica e passione, ci restituiscono un’immagine positiva dell’imprenditoria “rosa” calabrese, rivelandoci in chiave moderna questo aspro territorio del Sud attraverso la genuinità dei sapori passati che Caterina Ceraudo arricchisce con la sua creatività. (di Alessandra Calzecchi Onesti)