Vigneti urbani e cinture verdi per una riqualificazione delle città

24/07/2018

La pianificazione territoriale, nella prospettiva della sostenibilità, deve tener conto del ruolo delle infrastrutture verdi come ponti di collegamento tra città e campagna, tra ambienti che presentano specifiche identità e potenzialità di sviluppo. Le periferie, spesso associate all’idea del degrado, possono essere rivalutate e attrezzate in chiave verde per garantire nuove opportunità di occupazione ai tanti giovani che le popolano. Cinture verdi, orti urbani e parchi agricoli didattici, peraltro, ridimensionano la tendenza delle città ad espandersi, offrono ai cittadini l’occasione per un confronto sulle questioni ambientali e sono espressione di un modello di sviluppo economico che restituisce il giusto peso all’agricoltura non solo nella sua dimensione economica ma anche e soprattutto in quella sociale.

Una sfida per valorizzare aree dismesse o inutilizzate e promuovere nuove forme d’integrazione, che trova illustri esempi anche nella tradizione. In questa moderna nozione di territorio rurale che trae origine dal ripensamento delle relazioni fra cultura urbana e mondo agricolo, spicca infatti un fenomeno “antico”: le vigne in città. La presenza, cioè, di appezzamenti di varie dimensioni coltivati a vite in molte municipalità italiane ed europee, dalle grandi metropoli ai piccoli centri abitati. Vigne che testimoniano una parte importante della cultura e della storia cittadina e sono spesso preziosi custodi di biodiversità, in alcuni casi di biotipi rarissimi. Di queste centinaia di ettari vitati, che ancora oggi prosperano all’interno delle mura civiche, vogliamo qui ricordare alcuni tra i casi più suggestivi.

Iniziamo proprio da Senarum Vinea, ideato dall’Associazione nazionale delle Città del Vino che ha sempre guardato con molta attenzione al recupero e alla valorizzazione dei vitigni italiani e dei territori a vocazione vitivinicola. Il tessuto urbano di SIENA è caratterizzato dalla presenza diffusa di spazi verdi, sia all’interno della città che nelle aree immediatamente a ridosso delle mura cittadine. Il carattere privato e chiuso di tali spazi, assieme alle dimensioni spesso limitate, li ha sottratti alle modifiche introdotte dall’agricoltura meccanizzata e dalle moderne tecniche di coltivazione. Si tratta di orti urbani e poderi suburbani, giardinetti, aree verdi facenti parte di strutture conventuali, nei quali permangono, tra le altre coltivazioni, piccoli vigneti allevati su tutori vivi o tenuti in forma di pergolati per produzioni di vino limitate all’autoconsumo. Le viti vengono ancora cresciute su sostegno vivo, seguendo modalità di diretta ascendenza etrusca, o a pergola o a spalliera: insieme costituiscono un vero e proprio patrimonio di tecniche tradizionali che, insieme all’antichità dei vitigni, definiscono specifiche "unità paesaggistiche", sempre più a rischio di estinzione. Senarum Vinea nasce come un percorso sperimentale di riqualificazione storico-paesaggistica e ambientale, attraverso il recupero delle cultivar storiche e degli ordinamenti colturali, in particolare nelle clausure dei complessi conventuali, nei giardini delle Contrade e negli appezzamenti ortivi urbani e suburbani che recano ancora traccia di forme storiche della viticoltura senese. Il Progetto ha, dunque, inteso contrastare il fenomeno della standardizzazione dei sistemi di coltivazione e dei processi di vinificazione con conseguente semplificazione e impoverimento del paesaggio rurale, attraverso il recupero di quell’equilibrio tra fattori naturali e fattori di ordine culturale, che per secoli ha segnato la qualità del paesaggio senese e, più in generale, toscano. Dopo un primo riconoscimento europeo per la qualità delle buone pratiche proposte a tutela del paesaggio nell’ambito del programma comunitario MED (Pays.Med.Urban – Qualità del paesaggio come chiave di sostenibilità e competitività delle aree urbane del Mediterraneo), è stato inserito nel Catalogo delle Buone Pratiche per il Paesaggio in Aree Periurbane e selezionato tra i primi dieci candidati italiani al Premio del Paesaggio del Consiglio d’Europa 2012-2013. Un nuovo protocollo d’intesa firmato nel 2014 ha rilanciato l’opportunità di specifiche azioni, tra le quali attività di fundraising pubblico e privato per garantire sostenibilità al progetto, realizzazione di itinerari guidati di eno-trekking e di percorsi didattici con il coinvolgimento degli istituti scolastici, completamento della mappatura della città dal punto di vista delle campionature di vitigni, avvio di un percorso sperimentale per l’identificazione enologica degli innesti già riscontrati e la classificazione di quelli ancora ignoti, recupero di modalità di coltivazione tradizionali e modelli di produzione sostenibili, allestimento di un percorso espositivo finalizzato alla conoscenza identitaria del paesaggio urbano senese, registrazione del marchio e di domini internet per applicazioni e siti web al fine di valorizzare, promuovere, diffondere e tutelare il progetto e le attività a esso connesse. (di Alessandra Calzecchi Onesti)

 

SENARUM VINEA, LE VIGNE STORICHE DI SIENA

Partito nel 2009, il progetto rappresenta una storia di successo non solo per la messa a punto di una metodologia d’indagine facilmente replicabile, ma anche perché frutto di un lavoro che ha coinvolto numerosi soggetti pubblici e privati, oltre ad ANCV che ha ne ha assunto il coordinamento generale: la Provincia, il Comune e la Camera di Commercio di Siena, i Dipartimenti di Archeologia e Storia delle Arti, di Storia, di Scienze Ambientali e Laboratorio di Etruscologia e Antichità Italiche dell’Università di Siena, la spin-off Sèrge che ha condotto le analisi genetiche, la società di consulenza agricola Gambassi & Zorzi, le cui analisi ampelografiche preliminari hanno tracciato la rotta per l’individuazione dei vitigni da recuperare, l’Istituto Agrario di Siena che ha offerto la disponibilità ad accogliere il campo del germoplasma e a partecipare alle fasi di micro vinificazione, la Cooperativa sociale ONLUS "La Proposta" che ha messo a disposizione il campo di conservazione per accogliere i vitigni antichi, l’Azienda Castel di Pugna che ha destinato un lotto dei propri terreni per la messa a coltura dei vitigni selezionati e per la produzione del vino di Siena.

IL TERROIR IN CITTÀ – Dall’archeologia alla storia, dall’iconografia all’ampelografia, dalla botanica all’ingegneria dell’informazione fino alla biologia molecolare, Senarum Vinea è un progetto interdisciplinare che ha come obiettivo il riconoscimento e la valorizzazione del patrimonio viticolo autoctono e delle forme storiche di coltivazione nella città murata attraverso la mappatura topografica e genetica dei vitigni più antichi che da secoli crescono all’interno delle mura di Siena e negli spazi rurali suburbani. Strumenti preziosi sono stati le antiche Gabelle e la ricca documentazione custodita dagli Enti religiosi, le testimonianze iconografiche del territorio senese di cui la grande tradizione figurativa del paesaggio senese è ricca di esempi e autori illustri – da Simone Martini ad Ambrogio Lorenzetti – e lo studio delle cartografia storica di Siena.

I VITIGNI RECUPERATI – Senarum Vinea ha permesso di riscoprire ceppi centenari di vitigni autoctoni/minori sopravvissuti fino ad oggi, ma a lungo dimenticati: la campionatura e le analisi ampelografiche e genetiche hanno consentito di realizzare un primo parziale censimento della matrice storica del patrimonio viticolo della città. Sono stati così individuati 20 vitigni, di cui 10 identificati e già segnalati come varietà minori rare e ad alto rischio di estinzione nella banca dati del Germoplasma Autoctono Toscano: Gorgottesco, Tenerone, Salamanna, Occhio di pernice, Prugnolo gentile, Procanico, Sangiovese piccolo precoce, Rossone, Mammolo e Moscatello nero. Altri dieci campioni, invece, non hanno restituito, allo stato attuale, significative omologie con i vitigni inseriti per il confronto genetico, facendo ipotizzare la scoperta di "nuovi" antichi vitigni a cui si dovrà dare un nome.

I VIGNETI DELL’ORTO DE’ PECCI E DELL’ISTITUTO AGRARIO – Il 14 marzo 2012, presso l’Orto de’ Pecci nella valle di Porta Giustizia, sono state messe a dimora le prime 149 barbatelle di alcuni dei più antichi e rari vitigni recuperati nel corso di sopralluoghi del Progetto. Il campo di conservazione, con forma rettangolare e un’estensione pari a 500 mq, ospita dieci filari di 20 viti ciascuno, per un totale di 200 piante, al fine di produrre il materiale vegetale (gemme) destinato a generare le barbatelle da mettere a dimora nei vigneti delle aziende interessate alla produzione. Allestito con antichi sistemi a sostegno morto (alberello), prevede l’impianto di due filari di viti allevate con il tradizionale sistema della vite maritata. L’albero impiegato come tutore sarà l’acero campestre minore, localmente definito "testucchio". Vale la pena ricordare che tale sistema, in uso presso gli Etruschi già dal VI secolo a.C., e utilizzato poi ampiamente nell’Italia centrale fino alla metà del XX secolo, è scomparso completamente negli ultimi decenni con l’avvento dell’agricoltura meccanizzata. Questo vigneto, inteso come "luogo pedagogico vivente", sarà messo al servizio di scuole, famiglie e gruppi di interesse che vogliano conoscere l’evoluzione storica delle tecniche di allevamento del paesaggio vitato senese. I "filari didattici" e il campo di conservazione ospiteranno sia attività di educazione ambientale diversificate per fascia e per programmazione, sia percorsi terapeutico-riabilitativi (ortoterapia) e di inclusione socio-lavorativa per persone con disabilità, anziani e soggetti in condizioni di marginalità sociale.

IL LIBRO CHE RACCONTA IL PROGETTO – "Senarum Vinea. Il paesaggio urbano di Siena. Forme di recupero e valorizzazione dei vitigni storici" è il titolo del volume, curato da Andrea Ciacci e da Myriam Giannace, che raccoglie, integrandoli, i risultati del Progetto. La pubblicazione nasce dall’esigenza e dal desiderio di comunicare l’esistenza di "un’altra" Siena, fatta di piccoli orti privati, di spazi verdi di contrada, di horti conclusi conventuali dove ancora sopravvivono alcuni vitigni, ultimi testimoni di un grande patrimonio di biodiversità vegetale sul quale si sono costruiti secoli di storia dell’alimentazione cittadina e del vino in particolare.

ENOTREKKING URBANO TRA I VIGNETI STORICI – Prevista anche la creazione di itinerari guidati di enotrekking urbano e periurbano con soste di degustazione che conducano il turista alla scoperta di vigneti storici e forme tradizionali di coltivazione della vite negli spazi verdi interni a Siena e fuori delle mura. Così come la messa a punto del sistema Senarum Vinea per smartphone, con informazioni multimediali riguardanti le varie tappe tramite lettura di Qr-code. Il sistema sviluppato si riferisce al primo percorso di enotrekking urbano, che parte dalla basilica di San Domenico (orto dei frati domenicani), per giungere al complesso museale del Santa Maria della Scala ma non prima di aver toccato Fontebranda (sopra la fonte esisteva un piccolo vigneto), proseguendo per Piazza del Campo e, attraversando Piazza del Mercato, farà tappa presso l’orto dell’Istituto di S. Girolamo terminando presso l’Orto de’ Pecci con la visita al neonato campo di conservazione dei vitigni storici della città e all’orto medievale.

IL VINO DELLA CITTÀ – Tra gli obiettivi a lungo termine vi è quello di realizzare il vino di Siena, su cui fondare, in un futuro non troppo lontano, la richiesta per una nuova denominazione di origine, SIENA DOP. Le prime micro vinificazioni, eseguite dall’Istituto Agrario “Ricasoli” e dall’Azienda Castel di Pugna, hanno dato risultati più che incoraggianti, evidenziando le ottime qualità del Giacchè, del Gorgottesco, del Mammolo, dell’antico clone del Prugnolo Gentile e del vitigno 7CM.

Vigneti urbani e cinture verdi per una riqualificazione 

Continua il viaggio tra i vigneti in città

Vigne in città tra chiostri e conventi

Passeggiando per le vie delle vigne in città

Filari di viti anche a ParigiReims e Londra

 

Cerca la città del vino
Generic filters

Ultime Notizie

adv