Viaggi in detrazione fiscale. Una cura per l’enoturismo e l’Italia dei piccoli Comuni

12/05/2020

Viaggi in detrazione fiscale. 
Una cura per l’enoturismo e l’Italia dei piccoli Comuni

La proposta dei sindaci delle 430 Città del Vino. Lanciata anche l’iniziativa #iobevoitaliano

 

Mentre si valutano le modalità di ripartenza economica e sociale e si fanno ipotesi sulle prossime vacanze estive, se le faremo, dai sindaci delle Città del Vino arriva una proposta per riaprire i territori e far ripartire anche l’enoturismo, appena possibile. 
L’Associazione Nazionale propone la deducibilità o la detrazione a fini fiscali delle spese per i viaggi degli italiani nel Paese, alla stregua di quanto accade con le spese mediche e sanitarie. Non appena sarà possibile e nel rispetto delle misure di distanziamento sociale previste – sottolinea Città del Vino – il desiderio di muoversi, viaggiare e riavvicinarsi alla “normalità” si diffonderà velocemente; si spera, già in estate, di fare una vacanza diversa nei nostri tanti e differenti territori.

“Attendiamo le decisioni del governo per riorganizzare la vita sociale, i servizi, le attività e la riapertura dei nostri territori all’enoturismo, nel rispetto delle misure di tutela della salute pubblica – premette il presidente di Città del Vino, Floriano Zambon -. Nell’ottica del rilancio crediamo che poter detrarre le spese di viaggio e soggiorno, debitamente documentate, così come facciamo per le spese mediche incentiverebbe l’enoturismo e darebbe un contributo importante di solidarietà economica alla filiera e alle economie dei territori. Il provvedimento dovrebbe affiancare le iniziative del Governo per sostenere l’economia e le imprese. Il made in Italy – conclude Zambon – va tutelato prima che sia troppo tardi: l’agricoltura e il turismo sono due dei tanti pilastri dell’identità, del benessere e della bellezza italiana”.

Il Rapporto dell’Osservatorio del Turismo del Vino (redatto a cura di Città del Vino e Università di Salerno con la consulenza del prof. Giuseppe festa) ci dicono che un turista curioso che sia attento alle tipicità locali (possiamo definirlo escursionista) può spendere in media € 85,00 al giorno (distribuiti tra acquisti di prodotti tipici e di vino in cantina, ristorante, pernottamento in strutture agrituristiche, souvenir di artigianato tipico locale, ecc.) cifra che può quasi raddoppiare per gli enoturisti più evoluti (sommelier, addetti ai lavori) per giungere a € 150,00 al giorno. Nel 2019 si possono stimare almeno 14 milioni di accessi enoturistici, tra escursioni giornaliere e pernottamenti, per un giro di affari di 2,5 miliardi di euro annuali, considerando l’intera filiera enoturistica.

“Per rendere più stimolante la pratica enoturistica – continua Zambon – proponiamo la detraibilità, ovvero la diminuzione dell’imposta da pagare (vedi, ad esempio, le spese sanitarie o i mutui) o la deducibilità, cioè la riduzione della base imponibile del reddito, come avviene per esempio per le erogazioni liberali, relative alla spesa pro-capite fino ad un massimo da stabilire (€ 700,00/1.000,00) corrispondenti ad una spesa media per due fine settimana). Infine, visto che si deve riprogrammare la ripresa, auspico possa riprendere l’iter per l’approvazione della legge sull’enoturismo che offra ai territori maggiori certezze e opportunità”.

Con il sistema della detraibilità fiscale è possibile graduare l’intervento statale intervenendo sulla percentuale di detraibilità della spesa (attualmente 19% per quelle sanitare), sulla franchigia (attualmente circa € 130,00 per quelle sanitare), sulla tipologia della spesa (ad esempio le spese che includano almeno un pernottamento).

Può essere considerato anche uno strumento per la lotta all’evasione fiscale creando un interesse contrapposto della clientela al regolare rilascio della fattura.

Una possibile osservazione critica potrebbe derivare dalla considerazione che trattandosi di una detrazione fiscale, il vantaggio va a favore solo di chi ha redditi che sono tassati ai fini Irpef; resterebbero esclusi coloro che hanno livelli bassi di reddito o che hanno redditi non assoggettati a Irpef (assegni di invalidità, tassazione separata, cedolare secca, ecc). Nel caso della detrazione delle spese sanitarie per questi soggetti sono previste altre agevolazioni (ticket, servizio sanitario nazionale, etc.) che compensano il disaggio. La soluzione potrebbe essere una misura aggiuntiva alla detrazione attraverso un bonus (esempio € 300,00) per le famiglie con Isee al di sotto di un certo livello.

 

 

#iobevoitaliano 
E’ questo il messaggio che Città del Vino lancia sul web a sostegno delle aziende vitivinicole, custodi dei nostri territori enoturistici, che a causa dell’emergenza provocata dal covid-19 stanno vivendo una forte crisi economica e finanziaria, dovuta al ridimensionamento e alla riorganizzazione delle vendite e alla chiusura dei ristoranti e della filiera dell’accoglienza. 

L’invito a diffondere il messaggio #iobevoitaliano, nel rispetto del consumo moderato e consapevole, va a sostegno delle aziende vitivinicole e del loro importante contributo indiretto al mantenimento dei paesaggi italiani del vino. A questo invito si aggiunge, come stanno facendo anche altri Comuni, la campagna #iobevoirpino lanciata dagli Ambasciatori delle Città del Vino dell’Irpinia, in provincia di Avellino. Seguendo le disposizioni delle autorità sanitarie dobbiamo restare a casa ancora per qualche settimana, ma anche tra le mura domestiche possiamo godere di un buon vino italiano Doc e Docg e magari comprare più vino dei nostri territori da piccole e medie cantine di qualità che in questo momento hanno bisogno di un aiuto concreto; aziende vitivinicole che molto spesso offrono accoglienza enoturistica, quindi doppiamente penalizzate dalla crisi legata all’emergenza sanitaria.