Un vino antico ed accogliente

09/07/2019

Agli inizi del Novecento, quando la fillossera aveva ormai devastato gran parte dei vigneti del nord e centro Italia, nel cuore del Sannio si affermava  una fiorente vitivinicoltura. La qualità dei vini prodotti suscitava l’interesse dei  mercanti di ogni parte della Campania, e sull’onda delle grandi migrazioni, grandi quantità di vini venivano avviate all’esportazione verso il continente americano. Il fulcro di questa filiera fu rappresentato dal versante sud occidentale del massiccio Taburno-Camposauro, con al centro l’abitato di Frasso Telesino. Qui su dolci colline di origine alluvionale, situate ad altezza comprese fra 250 e 500 metri sul livello del mare, perfettamente esposte al sole, venivano coltivate le uve che originavano vini destinati a raggiungere i paesi più lontani, anche grazie alla intraprendenza di alcune famiglie del luogo.

Nel secondo dopoguerra il declino della popolazione attiva e la concorrenza di aree vicine, dove la diffusione di vitigni assai produttivi consentiva la produzione di grandi quantità di vino, seppure di più blanda qualità, causarono nel circondario il declino della vitivinicoltura.

Dopo aver avuto esperienze in altri settori, da circa un ventennio Roberto De Fortuna ha ripreso l’attività del bisnonno, valorizzando i vini prodotti nel suo paese di origine, puntando soprattutto sul recupero in coltivazione dei cloni di Aglianico tradizionalmente coltivati in zona.

La qualità dei suoi vini è attestata dai numerosi premi ottenuti negli anni. Anche nella recente edizione del Concorso Enologico Internazionale 2019 Città del Vino, l’Azienda De Fortuna è stata premiata con tre Medaglie d’oro, rispettivamente per la Falanghina del Sannio 4 Moggi 2018, per il Cava Rupem Sannio Aglianico 2016 e per il Cava Rupem Sannio Aglianico Riserva 2015.

Quest’ultimo è stato ottenuto da una attenta selezione delle uve e affinato per diciotto mesi in piccole botti di legno di rovere di primo passaggio. Si presenta nel bicchiere con un manto di colore porpora quasi impenetrabile, al naso rivela complessità e finezza per la ricchezza di sentori che vanno dalla marasca al cacao, con note intense di tabacco. All’ingresso in bocca si percepisce la vera natura dell’Aglianico, formata da sensazioni decise ma armonizzate dal lungo affinamento. La freschezza acida e la struttura tannica non sono in conflitto anzi concorrono a dare una sensazione di appagante potenza, mentre piacevoli sentori fruttati accompagnano la deglutizione.