Solidarietà ai vignaioli armeni

03/02/2021

Il Comune di Asolo, “Città del Vino”, esprime solidarietà ai titolari della cantina #kataro, prestigiosa azienda vinicola armena ubicata nel Nagorno Karabakh (autoproclamata Repubblica dell’ #Artsakh per gli armeni), nuovamente teatro di un conflitto con l’esercito dell’Azerbaigian che rivendica il controllo della regione. Come riportato da un comunicato della Comunità Armena Italiana, la cantina è stata attaccata da soldati delle forze militari dell’Azerbaigian ed è andata “irrimediabilmente distrutta”. “In rete – riporta la comunicazione a firma del Consiglio per la Comunità Armena di Roma – abbiamo dovuto vedere le tristi immagini di soldati azeri che si accaniscono sulle botti che custodivano il pregiato vino, le rovesciano, spaccano bottiglie con l’unico scopo di vandalizzare un prodotto armeno.”

L ‘Amministrazione comunale ha raccolto l’appello della Comunità Armena Italiana che, nel diffondere la notizia, si è rivolta alla “comunità del vino” in Italia “perché condanni senza indugio tale crimine e solidarizzi con i proprietari della cantina che dal nulla, con amore e dedizione, avevano creato un’eccellenza vinicola”. “Esprimiamo la nostra vicinanza agli imprenditori vinicoli che hanno visto finire in questo modo i sacrifici del loro lavoro – dichiara il Sindaco Mauro Migliorini -. Purtroppo le conseguenze del conflitto tra Azerbaigian e #Armenia nella regione del Nargorno-Karabakh non risparmiano neanche le eccellenze della “civiltà del bere”. Abbiamo raccolto l’appello della Comunità Armena Italiana e lo trasmetteremo a nostra volta al Presidente dell’Associazione Città del Vino, affinché sensibilizzi i quasi 500 Comuni aderenti, e al Consorzio Asolo Prosecco”.

“Condivido il senso dell’iniziativa del Sindaco di Asolo – afferma Floriano Zambon, Presidente dell’Associazione nazionale Città del Vino – in quanto spinta da un sentimento di pace e di giustizia. Il mondo del vino è di per sé un mondo pacifico che custodisce valori importanti: salubrità dell’ambiente, qualità della vita, tutela del paesaggio, cultura delle tradizioni locali, salvaguardia dei saperi, valorizzazione delle persone che a diverso titolo operano nelle aziende. Pertanto desta sconcerto la violenza perpetrata nei confronti della cantina armena, così come qualunque altra forma di violenza. Pertanto condivido l’invito ad estendere la solidarietà perché il mondo del vino, come ben sanno i suoi tanti protagonisti, non ha confini”.

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