L’Associazione dà il benvenuto ad una nuova Città del Vino, il Comune di Dolianova (SU). La nascita del toponimo ha origini incerte: alcuni studiosi ne attribuiscono il significato al periodo nuragico, ma senz’altro la teoria più accreditata porta a un’origine latina Pars Olea, nome con cui i romani avrebbero chiamato il Parteolla, per porre l’accento sulla diffusa coltura dell’olivo.
Dolianova nasce ufficialmente il 25 giugno 1905, dall’unificazione degli antichi villaggi di San Pantaleo e Sicci San Biagio, nel cuore del Parteolla. Tuttavia, nelle sue campagne sono presenti numerosi insediamenti archeologici che sanciscono una presenza nella zona in tempi ancora più remoti. Tutta l’area fu scenario generoso di vita: terre e pascoli fertili, miti acque sorgive e di scorrimento, che dovettero attrarre presto l’interesse di quelle comunità che per prime ebbero sede in Sardegna e che decine di testimonianze monumentali documentano a partire dal 3400 A.C. Fra le realtà dell’archeologia preromana annoveriamo nuraghi, villaggi nuragici e tombe dei giganti, fonti sacre: “Sa dom’ ‘e s’orcu”, “Mitza salamu” e “Sa dom’ ‘e s’ossu”, la tomba megalitica di Sa Cresia Magrada e il nuraghe Sa Domu ‘e S’Orcu unica per mole e forma. Risalendo nei secoli, si viene in possesso di materiale risalente al Medioevo come scheletri, orecchini, vasi in pasta vitrea, monete e pietre dure.
Cattedrale di San Pantaleo: sede della diocesi di Dolia fino al 1503, rappresenta un esemplare unico nel panorama architettonico romanico sardo, nato dalla confluenza di numerose contaminazioni culturali dovute a diverse vicende costruttive, datate a partire dal 1170 fino al 1289, anno di consacrazione del tempio. Tra le opere di notevole pregio presenti al suo interno, è possibile ammirare l’antico fonte battesimale di epoca bizantina conservato sotto il presbiterio, l’Arbor Vitae attribuito al pittore-miniatore Simone de’ Crocifissi, di scuola trecentesca, la Madonna del libro e il retablo, risalente al 1503, di origine spagnola, che raffigura la vita e il martirio del santo patrono. Uno dei miracoli attribuiti al Santo è raffigurato nell’architrave del portale principale della cattedrale, dove possiamo osservare un serpente attorcigliato ad un motivo di giunchi palustri. Si racconta, infatti, che San Pantaleo salvò dalla morte un bambino rimasto vittima di un serpente. Con molta probabilità, questo episodio ha fatto sì che il Santo venisse invocato dagli antichi abitanti del villaggio per scongiurare la malaria, di cui il serpente palustre rappresenta l’incarnazione. Non a caso, fino al XIX secolo la palude di Serdiana si estendeva fin quasi ai piedi della chiesa.
Chiesa di San Biagio: rappresentò il fulcro della vita e dello sviluppo dell’omonimo villaggio fino al 1905 quando, grazie all’unione con San Pantaleo, nacque il comune di Dolianova. Il culto del santo fu introdotto dai Bizantini nel VI secolo e l’antico borgo di Sicci iniziò l’edificazione della chiesa in suo onore nel XVI secolo. Eretta nel ‘500 in stile tardogotico, già nel 1597 versava in condizioni critiche e tra il XVI e il XVII secolo fu ricostruita. Il nuovo edificio presenta, ancora oggi, una navata centrale affiancata da cappelle laterali a copertura lignea. La facciata, invece, fu riedificata nel 1782 con uno stile sobrio e lineare, arricchita da alcuni elementi originari: il rosone, la rosetta, i capitelli e la croce, mentre nella seconda metà dell’800 venne aggiunto il campanile con il primo orologio pubblico del paese.
Chiesa di Santa Maria: ubicata nel centro del paese ed oggi interamente restaurata, non se ne conosce l’epoca di edificazione. La prima attestazione risale alla seconda metà del XVIII secolo, secondo un documento dell’Archivio Arcivescovile. Ma il rito dell’Assunta, testimoniato dalla presenza di una statua della Madonna Dormiente con il Bambino Gesù custodita in una teca all’interno della chiesa, ha una tradizione antichissima. Testimonianza della forte devozione verso la Vergine Assunta sono gli ex voto tra i quali i capelli della Santa dono di una o più devote. L’edificio è consacrato alla Madonna d’agosto, celebrata da tutte le chiese di Dolianova il 15 del mese in un’unica giornata, secondo il calendario cattolico della ricorrenza dell’Assunzione di Maria. Dal semplice impianto mononavata con copertura lignea, presenta esteriormente la sobrietà dell’intonaco, esito degli interventi di restauro, mentre ingressi e finestrelle mostrano finiture in materiale lapideo. All’interno il presbiterio ospita un pregiatissimo altare ligneo di scuola settecentesca ed alcuni scenografici candelabri. Tra la fine del ‘700 e i primi anni dell’800 la chiesa passò in mano a privati. La piazza che anticamente ospitava i festeggiamenti venne destinata alla costruzione di un’abitazione. L’ultimo proprietario, un esponente della famiglia Spada, negli anni Novanta con un atto di donazione cedette la chiesa e il piccolo spiazzo antistante al comune di Dolianova. (Fonte: www.accessit-git.eu)
Centro Cittadino: la Piazza Brigata Sassari è il cuore di Dolianova, simbolo dell’unificazione dei comuni di Sicci San Biagio e di San Pantaleo, avvenuta nel 1905. Nel 1920 la piazza fu oggetto di restauro e nel 1921, per volontà dei familiari delle vittime del primo conflitto mondiale, fu eretto il Monumento ai Caduti, costituto da un alto basamento a cippo in pietra sormontato da una scultura bronzea che rappresenta un soldato colpito a morte sul campo di battaglia. Collocato di fronte a quello che allora era il casamento scolastico, oggi sede del comune, l’opera aveva l’intento di ricordare il sacrificio dei caduti e di stimolare ad un maggiore impegno in tema di educazione civile le generazioni future. Allo stesso modo, la piazza fu intitolata alla Brigata Sassari in ricordo del coraggio e del sacrificio dimostrato dai militari sardi durante il conflitto. (Fonte: www.iccd.beniculturali.it)
Casa Padronale Villa de Villa: ubicata nel centro storico del paese, fu realizzata nel corso dell’Ottocento in perfetto stile neoclassico, così come altri edifici della stessa epoca che si diffusero in tutta la Sardegna per mano di architetti provenienti dal Continente. La realizzazione del palazzo risalirebbe al 1869, come documentato da un’iscrizione ubicata nel retro dell’edificio, e presenta elementi stilistici assimilabili al linguaggio dell’architetto Gaetano Cima (Cagliari, 1805 – Cagliari, 1878), considerato uno dei massimi esponenti dell’architettura in Sardegna. La villa, voluta dal Marchese de Villa e passata poi al Signor Petretto, mostra una canonica impostazione architettonica resa dal prospetto principale caratterizzato dalla simmetria della facciata, da cornici e lesene, dagli intonaci a finto bugnato, dal belvedere. Andata quasi in totale rovina agli inizi degli anni ‘60 del secolo scorso, fu acquisita dal comune di Dolianova negli anni ’80, con l’intento di dar seguito alla volontà dell’amministrazione di predisporre il recupero del bene attraverso un intervento di tipo conservativo che ne restituisse l’antico splendore e rioffrisse la villa e l’area di pertinenza alla comunità di Dolianova. (Fonte: www.accessit-git.eu)
La Torretta dell’Acqua (Sa Torretta): realizzata nell’aprile del 1957, è stata utilizzata per lungo tempo come serbatoio dell’acqua. Dopo un importante lavoro di ristrutturazione e riqualificazione, che le ha donato nuova vita, il 20 dicembre del 2015 è stato inaugurato il nuovo spazio, con una esposizione dal titolo: ‘Giovanni Battista Piranesi – visionaria memoria dei luoghi’. Un progetto di architettura industriale dal grande valore culturale e sociale, che ha permesso alla città di riappropriarsi di un luogo moderno, dal fascino antico, adatto ad ospitare un centro polifunzionale di documentazione legato all’importanza del tema dell’acqua e adatto ad ospitare anche importanti eventi musicali, d’arte e di cultura in genere.
Complesso nuragico S’Omu e S’Orcu: risalente all’età del Bronzo, è tra i meglio conservati del Parteolla e testimonia la presenza umana nell’area già in epoche antiche. Il sito sorge a pochi chilometri a nord-est dal centro abitato di Dolianova, in posizione dominante rispetto al territorio sottostante della valle Riu Murera. Un magnifico punto strategico e panoramico che consentiva la difesa del territorio dagli attacchi esterni, e che, ancora oggi, riserva scenari mozzafiato a tutti coloro che si recano a visitarlo. Nelle giornate limpide è possibile ammirare le terre coltivate e i vigneti del Parteolla, il Golfo di Cagliari, la cinta montana del Sulcis e le cime, del massiccio del Gennargentu.
Chiesa di Santa Lucia: situata nel centro storico dell’antico borgo di Sicci San Biagio, presenta forme semplici e riporta motivi di chiara derivazione spagnola. I primi lavori di ristrutturazione e le notizie riguardanti la festa celebrata per onorare la Santa risalgono al 1633. Attualmente viene utilizzata solo il 13 dicembre, in occasione dei festeggiamenti liturgici in onore della Santa, considerata la protettrice della vista e di tutti coloro che soffrono di problemi legati ad essa, e la Domenica delle Palme, per la benedizione delle stesse.
Chiesa di San Sebastiano: situata nel cuore del centro storico dell’antico borgo di San Pantaleo, venne edificata come ex voto in seguito alla grande epidemia pestilenziale che colpì il paese negli anni dal 1652 al 1656. San Sebastiano è considerato il patrono delle Confraternite di Misericordia italiane. Ancora oggi, in onore dei festeggiamenti dedicati al Santo, il 19 dicembre, la sera prima della ricorrenza liturgica, si può assistere all’antico rito della benedizione e accensione del falò, “su fogadoni”.
Museo della tradizione olearia "Sa Mola de su Notariu": ha sede nella villa della famiglia Boyl (XVII secolo) ed espone una raccolta di strumenti di lavorazione, contenitori, lampade e altri manufatti direttamente riconducibili alla cultura dell’olio d’oliva nel Parteolla.
Sette, infine, gli itinerari proposti per conoscere Dolianova e i suoi dintorni.
L’unificazione del 1905 ha lasciato inalterate le tradizioni dal punto di vista religioso. Ancora oggi esistono due parrocchie e due santi patroni: San Pantaleo e San Biagio. I festeggiamenti dedicati a San Pantaleo hanno luogo la seconda settimana dopo la Pasqua (solo festa liturgica) e il 27 luglio. Le celebrazioni iniziano in cattedrale e proseguono con una solenne processione che si snoda nelle vie di quello che fu l’antico villaggio. I festeggiamenti dedicati a San Biagio si svolgono il 3 febbraio (solo festa liturgica) e l’ultima domenica di agosto. San Biagio, vescovo martirizzato in Anatolia nel 316 d.C. è considerato il protettore dei malati alla gola. La leggenda narra che, mentre veniva portato al martirio, salvò un giovane a cui si era conficcata una lisca di pesce nella gola. Per questa ragione, alla conclusione della celebrazione in suo onore avviene la “benedizione della gola” attraverso l’avvicinamento al collo dei fedeli di due candele incrociate e la distribuzione dei pirichitteddus, tipici dolcetti che si dice proteggano dal mal di gola. Ogni seconda domenica del mese e in occasione di eventi e sagre, sulla piazza del centro cittadino è possibile visitare i Mercatini di Fainas. Qui si possono incontrare artigiani e artisti a lavoro, degustare i prodotti d’eccellenza del territorio, riscoprire le antiche pratiche del baratto e fare una passeggiata tra gli stand dell’usato. L’iniziativa si pone il duplice obiettivo di valorizzare i prodotti della creatività e di incentivare la cultura della “prevenzione del rifiuto” con la convinzione che, attraverso l’estensione del ciclo di vita degli oggetti, si possa promuovere una forma di riciclo attivo basata sul riuso e sui principi di solidarietà sociale. Tra le altre occasioni per una visita: le Feste campestri di San Giorgio (approssimativamente prima domenica e lunedì di giugno) e San Michele (metà luglio) e la Festa medievale a fine settembre (manifestazione incentrata sull’importanza storico culturale del periodo, rappresentato in maniera straordinariamente espressiva dalla cattedrale di San Pantaleo, nel cui sagrato si svolgono una serie di ricostruzioni di situazioni di vita comune del periodo, con riferimento a fatti ordinari come alimentazione, abbigliamento, musica, e non, come armi e battaglie).
Ma Dolianova non è solo storia, arte e tradizione, è anche attività produttive. Il suo territorio è un centro di lavoro che ha solide basi nell’agricoltura e nell’allevamento. E’ infatti un centro importante per la coltura della vite e dell’olivo, per la trasformazione di questi prodotti e per la produzione dei formaggi ovi-caprini. Il Comune fa parte del Distretto Rurale di Qualità del Parteolla, associazione tra soggetti pubblici e privati nata con l’obiettivo di sviluppare i comparti agricolo e zootecnico, migliorare la fruibilità delle risorse turistiche e in generale sostenere la promozione turistico/economica dei Comuni di Barrali, Donori, Dolianova, Serdiana, Soleminis, Settimo San Pietro.