Polvanera, la cantina che valorizza i vitigni autoctoni pugliesi

18/03/2024

Polvanera nasce da una lunga tradizione di famiglia che ha radici nella viticoltura da sempre. Filippo Cassano, proprietario ed enologo, è sempre stato consapevole delle potenzialità del primitivo nel suo territorio. Grazie all’esperienza del padre Vincenzo e alla formazione scolastica nella scuola di enologica “Basile Caramia” di Locorotondo, Filippo ha voluto puntare su una vinificazione pura, esaltando l’autoctono e la riconoscibilità territoriale della Puglia.

Collocata tra Acquaviva delle Fonti e Gioia del Colle, Polvanera è immersa in un paesaggio unico, con vigneti, muretti a secco e fusti di roverelle. La cantina è scavata per 8 metri nella roccia calcarea. La struttura consente ai vini di affinare ad una temperatura costante, unendo utilità e bellezza. Annessa vi è una masseria storica del 1820 dal gusto rustico, adibita all’ospitalità. L’azienda si colloca in una zona della Puglia turistico-alberghiera molto strategica: dista venti minuti sia dalla valle D’Itria sia da Matera.

La vendemmia avviene nella prima decade di settembre. Moderni impianti di pressatura e di vinificazione contribuiscono alla realizzazione della proposta Bio. Assieme ai suoi preziosi collaboratori e al sostegno della famiglia, Filippo Cassano continua a portare avanti un progetto ambizioso, teso alla valorizzazione del primitivo e degli altri vitigni autoctoni, esaltando continuamente la qualità dei suoi prodotti.

La produzione totale delle Cantine Polvanera si estende su circa 180 ettari coltivati Primitivo, Aleatico, Aglianico, Susumaniello, Minutolo, Moscato, Falanghina, Maresco, Marchione e Bianco d’Alessano. Le etichette si differenziano tra loro per l’età dei vigneti e per la tipologia del terreno su cui sono ubicati; le altitudini, invece variano da 300 a 450 metri, altitudini che permettono di beneficiare di notevoli escursioni termiche che favoriscono nei vini di Puglia l’espressione di profumi particolarmente fini ed eleganti.

I sistemi di allevamento sono l’alberello (per le vecchie vigne di settant’anni) e il cordone speronato, il tutto coltivato in biologico. I vini rimangono dunque fedeli ai sapori autentici del vitigno; le uve provenienti dai vecchi alberelli sono vinificate con tecniche moderne ma di assoluta semplicità enologica.