Pafos entra negli Itinerari della Vite e del Vino

16/09/2019

La Federazione Europea Iter Vitis dà il benvenuto ad un nuovo socio: Pafos (a volte tradotta come “Pafo” o "Paphos"), la più importante città della costa occidentale di Cipro. Abitata dai tempi del neolitico, ha molti siti che rimandano al culto della dea Afrodite, che si dice nacque nella vecchia città di Paphos (Kouklia).

Entrato nella lista dei Patrimoni dell’Umanità dell’Unesco dal 1980  ed eletta Capitale Europea della Cultura 2017 insieme alla danese Aarhus, l’abitato moderno ingloba oggi il porto, la chiesa della Panagia Chrysopolitissa costruita nel XIII secolo sopra le rovine di una grande basilica bizantina, e le antiche rovine di tombe, fortezze, teatri e ville del Parco archeologico di Kato Paphos.

Oltre al clima, alle attrattive storiche e paesaggistiche (dalle bellissime spiagge ai percorsi nelle aree rurali), alle opportunità e competizioni sportive (Golf, Ippica, Tennis, Triathlon, Maratone, Ciclismo) e  alla buona cucina, tutta l’area di Pafo può vantare una grande sensibilità nei confronti dell’ambiente e nella valorizzazione delle pratiche e dei saperi locali.

Tra questi, naturalmente, la vitivinicoltura, i cui metodi di coltivazione sviluppati nei secoli sono un patrimonio prezioso di tecnica e conoscenza. Qui i bassi vigneti caratterizzano il paesaggio con le loro dimensioni ridotte, per consentire la corretta idratazione delle viti e dei loro grappoli nonostante il sole feroce. Tra i diversi vitigni autoctoni, troviamo Xynisteri, Malaga, Moshato, Promara, Spourtiko, Katomiliko, Kanella e Morokanella tra i Bianchi e Mavro, Maratheftiko, Ofthalmo Lefkada, Vlouriko e Vamvakada tra i Rossi. E proprio dalle uve appassite di Xynisteri e Mavro nasce il Commandarìa, uno dei vini più antichi del mondo, che ha una storia di oltre 4.000 anni e che Riccardo Cuor di Leone definì “vino da re e re dei vini”. Ottenuto da uve bianche e rosse che provengono da vendemmie tardive e subiscono un successivo appassimento al caldo, secondo la tradizione va diluito con acqua e accompagna il dessert. Le scoperte dell’archeologia confermano l’antichissima attitudine a produrre vino sull’isola, dai grandi pitharia  di ceramica conservati nel Cyprus Wine Museum di Erimi  allo  splendido mosaico con riproduzione di grappoli d’uva  del Parco archeologico di Kato Paphos.

Sono ormai decine le cantine nate nei paesini collinari dei distretti dove si coltiva la vite, frutto dell’operazione di sostegno condotta dal Governo negli anni ‘80 per incoraggiare la creazione di piccole aziende vinicole e il continuo miglioramento qualitativo di vini che raccogliessero interesse sui mercati internazionali. Suggestivi gli itinerari del vino nell’interno dell’isola e,in particolare, quello di Vouni Panagias – Ambelitis proprio nella parte occidentale, nel Distretto di Pafos, in una zona montuosa ad un’altitudine superiore agli 800 metri ricca di flora e di fauna e dove è possibile incontrare sette cantine aperte ai visitatori.

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