L’Autunno segna un momento importante per le aziende vitivinicole. La vendemmia si è praticamente completata ed in cantina gli enologi sono impegnati ad estrarre dalle uve il meglio dell’annata per regalare agli appassionati winelovers, ancora una volta, etichette memorabili. Ma l’autunno è anche la stagione delle guide internazionali del vino che consigliano i vini da non perdere per l’anno che verrà. Dalle più autorevoli del Belpaese, anche quest’anno, arrivano giudizi lusinghieri al progetto firmato Tenute Rubino.
Ancora una volta sono i vitigni autoctoni maggiormente diffusi nell’areale brindisino, a partire dal Susumaniello senza dimenticare il Primitivo e il Negroamaro, ad aver colpito il palato degli esperti degustatori attestando tutto il prestigio del lavoro di reinterpretazione su queste varietà voluto da Luigi Rubino e condotto in cantina dall’enologo Luca Petrelli.
La chiave di lettura di questo consenso crescente, che trova anche conferma nei dati di vendita degli ultimi anni registrati dall’azienda, è data da uno scrupoloso disciplinare produttivo interno che permette di ottenere una materia prima di grande qualità, che in cantina è salvaguardata con le più moderne tecnologie di vinificazione, in grado di garantire una continuità alla qualità di importanti etichette, oramai riconosciute e stimate da una sempre crescente platea di winelovers ed operatori della ristorazione.
“E’ bello che sulla qualità dei tuoi vini si trovino tutti d’accordo – commenta Luigi Rubino, patron del rinomato marchio di famiglia – diverse guide, la critica enologica e il favore dei consumatori. C’è rispondenza reciproca tra due mondi paralleli che, a volte, sembrano estranei. Il percorso di crescita di un’azienda come Tenute Rubino sta sempre nella scelta del consumatore che, nei nostri vini, trova identità, qualità enologica e buona reputazione. Costanza è la parola chiave che significa per noi un costante impegno alla ricerca della qualità, perché si può far sempre meglio e – non meno importante – essere riconosciuti dal consumatore per i vini che produciamo, vendemmia dopo vendemmia, chiamando per nome quel vino e non solo l’indicazione di un vitigno. E’ una cosa bellissima che ci emoziona e ci onora”.
Il Susumaniello, vitigno che l’azienda ha fatto diventare il vessillo di una specializzazione produttiva, ha ancora una volta conquistato il Tre Bicchieri della guida del Gambero Rosso, per il secondo anno consecutivo con Oltremé. Questo vino è un rosso innovativo, che punta ad una modernità gustativa che cerca freschezza, equilibrio e un fruttato particolare. La sua carica olfattiva non viene tradita al palato, anzi si amplifica con una linearità varietale che lo fa un vino dinamico, agile, immediato. L’affinamento solo in acciaio, mostra tutta la grandezza gustativa e olfattiva portata in dote delle piante più giovani della Tenuta di Jaddico. Anche l’annata 2016 è immediata, di pronta beva, ed è uno dei pochi rossi che riesce a mettere tutti d’accordo.
Il Visellio è uno dei Cru di Tenute Rubino, che nasce dalle piante più vecchie di primitivo allevate nella Tenuta di Uggìo. L’apparato radicale maggiormente sviluppato di queste viti consente di ottenere una struttura organolettica importante che dà potenza e intensità e sostiene e bilancia la forza estrattiva complessa del Primitivo. Questo fuoriclasse, con l’annata 2015 ha conquistato i 5 grappoli della guida Bibenda e le 4 viti della guida Vitae edita dall’Ais.
Da Slow Wine, da sempre attenta a segnalare i vini freschi e immediati, invece arriva il riconoscimento di Vino Quotidiano attribuito all’annata 2016 del Saturnino, il primo vino rosato in assoluto prodotto da Tenute Rubino che prende vita da uve di Negroamaro. Questo vino è fresco ed ha una grande versatilità di abbinamento grazie alla sua intensità olfattiva e ad una piacevolezza di beva.