La Santimartini ha una lunga storia alle spalle, merito degli appassionati coltivatori che nel tempo l’hanno trasformata in quello che è ma anche delle novità e della passione apportate negli ultimi anni per rendere i vini in linea con le esigenze del mercato e farli conoscere anche oltre i confini regionali e nazionali: oggi, infatti, sono sempre più diretti i rapporti con i distributori del centro Europa (Francia in testa) e statunitensi. L’essere riusciti a conciliare tradizione ed innovazione ha portato ad una produzione unica e ricercata, pluripremiata al Concorso Enologico International Wine City Challenge (già conosciuto nelle precedenti edizioni con il nome di “La Selezione del Sindaco”).
Di proprietà della famiglia Franco (il nome della cantina è un omaggio al patrono e alla chiesa perduta, che quasi mille anni fa sparì tra le macerie di un feroce terremoto), l’Azienda nasce nel 2000 nel cuore del Solopaca Classico ed è attualmente sorretta con grande competenza e generosità da Massimo Di Carlo e da Angelo Pizzi, apprezzato enologo del Sannio. Le vigne sono coltivate su terreni caratterizzati da marne argilloso-calcaree con arenarie o ghiaia affiorante, ad un’altitudine che varia tra i 250-350m. s.l.m. I vitigni coltivati spalliera e raggiera sono Falanghina, Trebbiano, Malvasia, Sangiovese, Montepulciano e Aglianico, che danno vita ad eccellenti vini delle denominazioni Sannio e Falanghina del Sannio, ai quali si aggiungono grappe alle uve di Falanghina e Aglianico e i sorprendenti cioccolatini ripieni di Falanghina.
Parliamo oggi di uno tra i più rinomati prodotti della Santimartini: il Kyathos certificato dalla DOP Sannio, recentemente degustato in occasione della 54a Edizione del Vinitaly presso lo stand dell’Associazione nazionale delle Città del Vino. Il suggestivo nome (dal greco antico “mestolone”) nella moderna terminologia sta ad indicare un arcaico vaso dipinto dotato di un singolo manico ad anello, lungo e piatto. Ottenuto in purezza da uve di Aglianico allevate a spalliera su marne argilloso-calcaree con arenarie affioranti e raccolte manualmente in cassette con cernita dei grappoli, dopo la fase della pigiatura e raspatura viene sottoposto a lunga macerazione alla temperatura di 20/22°C e successivamente ad affinamento in barriques di rovere francese allies, in serbatoi di acciaio e bottiglia. Il risultato è un vino dal colore rosso granata intenso, note di frutto maturo, more, prugne, lampone, grande concentrazione ed elevato volume. Servito ad una temperatura di +18-20°C., si abbina bene ad formaggi duri, pastasciutta, arrosti, abbacchio al forno, coniglio, ragù e selvaggina.