Indagine Mediobanca sul settore vinicolo

13/04/2018

E’ disponibile, nella nostra sezione "Studi e Ricerche”, il testo completo dell’Indagine annuale sulle società italiane ed estere del settore vinicolo a cura del’Ufficio Studi Mediobanca- MBRES.

L’indagine, che analizza le principali società vinicole italiane ed internazionali e l’indice mondiale dei prezzi delle azioni vinicole, si articola in due sezioni. La prima riguarda 155 principali società di capitali italiane operanti nel settore vinicolo che nel 2016 hanno fatturato più di 25 milioni di euro, i cui bilanci sono stati aggregati per il periodo 2012-2016. La seconda comprende un capitolo sull’aggregato 2012-2016 delle 15 maggiori imprese internazionali quotate con fatturato superiore a 150 milioni di euro che ha segnato nel 2016 ricavi pari a 13,8 miliardi di euro ed un capitolo sulla dinamica tra 2001 e 2018 (metà marzo) dell’indice mondiale di Borsa delle imprese vinicole quotate.

Questi alcuni degli highlights emersi:

·            fatturato nel 2017: in aumento del 6,5% sul 2016 (+24,7% dal 2012) grazie alle vendite estere (+7,7%) e al buon andamento di quelle domestiche (+5,2%)

·      il maggiore sviluppo è realizzato dagli spumanti (+9,9%), grazie sia all’estero (+12,2%) che al mercato nazionale (+8,3%), mentre i vini non spumanti si fermano a +5,6% (+7% all’estero)

·             i Paesi UE si confermano il mercato estero principale, con una quota del 53,4% dell’export totale e un incremento dell’8,6% rispetto al 2016

·           top seller e top earner nel 2017: Cantine Riunite-GIV si conferma prima per fatturato (594 milioni, +5,1% sul 2016), seguita da Caviro che aumenta del 3,9% a 315 milioni e da Antinori che guadagna lo 0,4% a 221 milioni. Il record di crescita nel 2017 spetta alla coop La Marca che passa da 101 a 131 milioni (+30,7%, dalla 19a alla 13a posizione), seguita da Farnese che sale dalla 33a alla 26° posizione; altre 5 società hanno realizzato aumenti dei ricavi superiori al 10%; la più rilevante presenza sui mercati esteri è della Botter che vi realizza il 96% del proprio fatturato; i top performer di redditività 2017 sono Antinori (utile su fatturato al 25%), Frescobaldi (20,5%), Santa Margherita (17,2%) e Ruffino (15,7%)

·          investimenti materiali nel 2017 vivaci, in crescita del 26,7% sul 2016; occupazione in aumento dell’1,8% sul 2016

·         aspettative per il 2018: il 93% prevede di non subire un calo delle vendite, gli ottimisti (crescita delle vendite superiore al 10%) sono il 17,4%; appena il 7% teme una flessione dei ricavi. Export: tra i produttori di spumati nessuna traccia di pessimismo redditività: il roi ha seguìto un trend crescente dal 2012 per toccare il 6,8% nel 2015 e 2016, valore massimo del quinquennio. Il roe ha raggiunto il 7,9% nel 2016, anche in questo caso sui massimi del periodo

·       la classifica dei produttori in base alla forza dei loro bilanci basata su un indicatore di sintesi delle performance economiche e patrimoniali del 2016 – attribuisce alle venete Villa Sandi, Mionetto, Vinicola Serena e Botter i migliori punteggi, seguite da Masi, dalla toscana Ruffino e da Santa Margherita; Vignaioli Veneto Friulani è la migliore cooperativa (15ma); nelle prime 10 posizioni figurano sei società venete, tre toscane e una piemontese

·       il valore di mercato delle 94 S.p.A. e s.r.l. vinicole italiane ammonta a circa 3,13 miliardi di euro. In base ai multipli di borsa delle società quotate sui mercati internazionali se ne può stimare indicativamente il valore di mercato in 5,3 miliardi, con un “premio” sul valore contabile pari a circa il 70%

·       l’aggregato dei 15 maggiori produttori internazionali quotati chiude il 2016 con ricavi in salita del 5,8% a €13,8 mld (9,8 mld senza la divisione birra di Constellation), con incidenze dei margini industriali sulle vendite al top nell’ultimo quinquennio: Mol a 26,1%, Mon al 22,6%.

·       investire nel vino quotato in Borsa è un ottimo affare ma non dappertutto: da gennaio 2001 l’indice di Borsa mondiale è cresciuto del 719,6%, rispetto al +148% delle Borse mondiali. Ma è in Nord America che il vino ha reso oltre sette volte la Borsa nazionale (+744,6%), il 163,5% in più in Australia e il 100% in più in Francia mentre Cina e Cile hanno registrato performance rispettivamente del -73,4% e -40,1%

·      applicando ai corsi di Constellation Brands e Distell Group un tetto massimo (c.d. “cap”), l’indice mondiale Mediobanca delle società vinicole passerebbe da 819,6 al 569,3 con una crescita, in termini relativi, ancora significativa (+130%).