Il turismo è pronto a ripartire nei vigneti

15/05/2020

Limitazioni agli spostamenti, arrivi stranieri congelati, assenza di linee guida per hotel e ristoranti, contrazione delle disponibilità economiche, distanza sociale come principale arma per contrastare il contagio di ritorno. Tutti ingredienti di una prevedibile “frittata” – nell’accezione più negativa – servita da un cuoco infido e spietato di nome Covid 19. Un disastro economico e finanziario, con il quale l’industria turistica italiana dovrà fare i conti almeno sino al prossimo anno, nella stima più positiva degli addetti ai lavori, unanimi nel concordare che il comparto sarà il più danneggiato dalla pandemia, con oltre il 60% di flessione del fatturato complessivo.
In assenza del turismo straniero, almeno nel breve periodo, sarà necessario ripartire dal nostro Paese, dalle sue peculiarità e da quello che è il suo patrimonio più ingente: il territorio. Il turismo della “ripartenza” dovrà essere di prossimità, sostenibile, accessibile, all’aria aperta, concentrato prevalentemente in Italia, quella meno nota e meno affollata. Caratteristiche che coincidono con la definizione di enoturismo, termine coniato per racchiudere quel modo unico di guardare un territorio, la sua cultura e le sue tradizioni, attraverso il romantico racconto di un calice di vino, magari restando interconnessi con la natura circostante. L’Enoturismo offre, per sua natura, l’opportunità di godere di un viaggio all’aria aperta, con le visite nei vigneti che preludono la degustazione dei loro frutti, che spesso è un viaggio nella cultura contadina e non si ferma al calice. Le varie esperienze pensate da cantine e altri attori del comparto, sono slow e facilmente accessibili, anche economicamente, solitamente organizzate per poche persone o piccoli gruppi, per una durata che varia dalla mezza giornata al weekend. 

L’enoturismo,  seppure di tradizione antica, è stato riconosciuto per legge solo dal 2019, con un Decreto Attuativo dell’allora ministro Gian Marco Centinaio che indica con precisione quali gli adempimenti necessari perché la cantina la possa rispettare i parametri di qualità e di efficacia. Ma lascia molti angoli bui. “Dal quanto risulta al nostro Osservatorio, i produttori, i Consorzi di tutela del vino e gli altri operatori dell’accoglienza risultano ancora poco informati su queste direttive – afferma Francesco Moneta di The Round Table, agenzia specializzata anche nella comunicazione del Vino –  e la crisi attuale rende urgente l’evoluzione di alcune di queste stesse normative. Per questo – conclude Moneta – abbiamo dato vita alla piattaforma "Il Nuovo Enoturismo", per affiancare Produttori, Consorzi di Tutela ed Enti di Promozione Territoriale nella comprensione e nell’applicazione pratica delle nuove regole, sia attraverso strumenti formativi che con soluzioni comunicative”. 
“Ci siamo dovuti adattare – racconta Maria Teresa Varvaglione produttrice di vino e presidente della delegazione pugliese -, ma siamo produttori vitivinicoli, da sempre abituati a trattare variabili imponderabili come il clima, pertanto da subito ci siamo mossi su un approccio programmatico verso il futuro. Se è vero, infatti, che abbiamo dovuto rinunciare a un pezzo della nostra storia, l’edizione di fine maggio di Cantine Aperte, non ci siamo fermati, ma spostati sul web per interagire con i winelovers”.
Aggiornamento del personale e delle strutture nel solco di quelle che saranno le nuove direttive, in tema di sicurezza e distanziamento sociale saranno fondamentali per chi vorrà fare accoglienza in una chiave più strutturata e continuativa. Per molti significherà sfruttare in una chiave nuova parte delle cantine, sfruttando fantasia e coraggio imprenditoriale per aprirsi al nuovo, una strada lunga e tortuosa, ma già molti stanno facendo scuola.
Come nel caso della Giusti Wine che utilizzerà la propria cantina ipogea articolata su 5 piani per offrire al visitatore una vera e propria esperienza integrata con il territorio circostante. “La ripartenza post Covid19 sarà per noi l’inaugurazione di un nuovo e importantissimo capitolo – afferma Ermenegildo Giusti – Il territorio del Montello è ancora poco conosciuto ma presenta una ricchezza straordinaria di attrattive. L’inaugurazione della nuova cantina avverrà in modo virtuale per mostrare le nostre ricchezze a chi si trova dall’altra parte del mondo e inaugurare un percorso dedicato: attraverso una promenade permetterà la vista all’interno dei reparti fino all’arrivo in una “piazzetta” interrata, coperta dai vigneti. L’obiettivo è creare un polo che unisca il turismo enoico a quello culturale, passando dalla cantina all’Abbazia di Sant’Eustachio, dove fu scritto il Galateo da Monsignor Della Casa” monumento recuperato dalla cantina Giusti e riaperto al pubblico.
Elvira Bortolomiol dell’omonima cantina, ha invece deciso di ripartire dai due ettari del Parco della Filandetta. Tra i progetti “degustazioni su prenotazione all’aperto, con camminata tra le vigne e una passeggiata nel nostro antico viale di carpini, mentre per il periodo più caldo pensiamo a delle cene e dei pic nic in vigna, un modo diverso per scoprire il nostro Prosecco Superiore immersi nel verde di Valdobbiadene. Stiamo lavorando inoltre ad un progetto enoturistico di nicchia con un focus sulle produzioni a tiratura limitata, rendendo davvero esclusiva la visita in cantina”, senza dimenticare la Residenza d’artista e la Land Art, attiva da anni, “che nel solo 2019 ha portato a un incremento delle visite del 42%”.
Non lontano, sempre nelle terre venete, Ca’ di Rajo. "La nostra cantina – racconta il titolare Simone Cecchetto – organizza già da tempo wine tour con degustazione dei vini, passeggiata sotto alle viti a Bellussera e visita alla chiesetta del 1300 e all’antica torre che si trovano all’interno della tenuta. Le restrizioni imposte a causa del Covid ci hanno costretto a sospendere tutte le attività, ma abbiamo già avviato una serie di azioni di co-marketing con ristoranti e hotel della nostra area e avviato una promozione per chi acquista i vini sul nostro shop online: chi effettua acquisti superiori a 89,90 euro riceve in omaggio, insieme ai vini, anche una cartolina per una visita e degustazione omaggio in cantina”.
Dal Veneto alla Toscana del Chianti con Castello di Meleto.  “L’enoturismo è per noi un’attività trainante che comprende un’esperienza a 360° all’insegna del rispetto della natura. Abbiamo 140 ettari di vigneti biologici, 700 ettari di bosco, che ogni anno sottraggono 7000 tonnellate di Co2, l’allevamento delle api e molto altro. Già a giugno saremo pronti per ripartire, grazie all’assunzione di nuovo personale qualificato”. Investire per ripartire, senza aver paura delle distanze: “abbiamo creato – raccontano dalla cantina – 6 unità abitative completamente indipendenti, dove si può vivere un’esperienza esclusiva circondati dalla natura. Faremo noi la spesa per gli ospiti su loro ordinazione, per colazioni e menù personalizzati” lontani da aree comuni. “Lavoreremo, inoltre, esclusivamente su prenotazione e con un numero massimo di persone molto contenuto”. 
Visite guidate, tour dei vigneti, grandi spazi, sono un fil rouge comune per tutta le cantine italiane che sono già in movimento. Tra i vari nuovi progetti, nel nord Italia spicca quello di Martin Foradori Hofstätter dell’omonima tenuta: “stiamo organizzando degustazione dei vini nella particella in cui nascono, per poche persone, e stiamo inoltre lavorando per promuovere il nostro “Keller Kino”, un palcoscenico situato all’interno della cantina, in posizione sopraelevata, pronto ad accogliere gli enoappassionati che potranno osservare dall’alto le diverse fasi che seguono la raccolta delle uve”. L’azienda di Tramin – Termeno ha anche avviato una convenzione con ISIA ROMA DESIGN, qualificato Istituto Universitario pubblico di Design in Italia, premiato con il Compasso d’Oro, per la realizzazione di un video che permetta di visitare virtualmente le tenute dell’azienda, da una sponda all’altra della valle dell’Adige.
Ma i progetti non si fermano nel Nord del Paese, focalizzandosi in luoghi dal forte legame al territorio, come la Sicilia. “Per noi il turismo è un motore importantissimo e l’enoturismo è linfa vitale per il nostro comparto – afferma Stefano Girelli, titolare di Cortese e Santa Tresa, due aziende agricole dedite alla produzione di vini bio in provincia di Ragusa che producono esclusivamente vini biologici – per questa ragione abbiamo creato un percorso che permette di visitare nella stessa giornata entrambe le nostre aziende, Cortese e Santa Tresa, sottolineando come a 8 km di distanza si possa apprezzare l’incredibile biodiversità della Sicilia e mettendo in risalto le differenze di terroir e permettendo al visitatore di comparare vini prodotti con cloni diversi di Nero d’Avola e Frappato e diverse tecniche di vinificazione del Cerasuolo di Vittoria”. Si tratta di un modo, sottolineano, per raccontare l’isola e la sua biodiversità. Ovvero il focus più importante per tutti: riportare al centro la bellezza e il carattere profondo dell’Italia, utilizzando un calice di vino e un vigneto come voce narrante.(fonte: repubblica.it)