Il 2020 è l’anno dei 40 anni della prima Docg d’Italia, si riparte dalla storia guardando al futuro
Vino Nobile di Montepulciano: il futuro si fa guardando al passato
Nell’anno della pandemia tanti importanti punti di arrivo e partenza per la più antica denominazione italiana. A partire dall’obbligo di inserire in etichetta il termine geografico “Toscana”, passando per la prima di una serie di pubblicazioni che ripercorreranno la storia del vino a Montepulciano, dagli etruschi a oggi, fino a un confronto tra tutte le aziende associate
Il futuro del Vino Nobile di Montepulciano sta nella sua storia. Parte da qui nel 2020, l’anno dei 40 anni dalla prima fascetta Docg d’Italia, il lavoro del Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano alla ricerca delle origini e della chiave per lavorare nel futuro della denominazione. Un percorso che nasce nelle commissioni consortili (promozione, qualità) e che è stato fin da subito condiviso unanimemente dalla base sociale che si è riunita per dare vita a un vero e proprio confronto guardando al domani. «Abbiamo voluto guardare la nostra denominazione dal “di dentro” attraverso il lavoro e le percezioni dei principali attori del Vino Nobile di Montepulciano, i suoi produttori – commenta Andrea Rossi, presidente del Consorzio di tutela – con l’obiettivo chiave di individuare nella maniera più concreta l’attuale identità della denominazione, i suoi punti di forza, ma anche quelli di debolezza, quindi di disegnare le strategie migliori per guidare al meglio il suo sviluppo nel futuro, per questo e? fondamentale partire dai produttori stessi e dalla storia del nostro vino».
Diversi gli strumenti per raggiungere questo obiettivo, a partire da una serie di seminari tecnici interni durante i quali i produttori si sono confrontati sulla denominazione guardando fuori dai confini del territorio, iniziativa questa portata avanti dalla commissione qualità consortile. Non solo. Grazie al lavoro della commissione promozione è stata realizzata una sorta di carta di identità della denominazione che ogni azienda può utilizzare per parlare del Vino Nobile di Montepulciano nel mondo. Al momento inoltre è in fase di realizzazione la nuova immagine del Consorzio, con un progetto grafico in dirittura di arrivo. Un progetto di recupero della storia e dell’identità passata, a partire dalle indagini sul nome stesso della Docg più antica d’Italia. Inoltre, da luglio scorso, la parola “Toscana” in etichetta per una maggiore chiarezza sullo scaffale.
Nasce la rivista sugli studi storici del Vino Nobile di Montepulciano. “Storia del Vino Nobile di Montepulciano” è il titolo della rivista periodica finalizzata a ricostruire, passo per passo, la storia del vino di Montepulciano, e del Nobile in particolare, realizzando e favorendo studi originali e ricerche, soprattutto di tipo documentario, negli spesso inesplorati archivi storici della città e di altri luoghi. L’iniziativa, nata in collaborazione con la Società Storica Poliziana, trova la sua ragion d’essere nell’eccezionale importanza che ha avuto Montepulciano per la storia del vino, prodotto che rese la città uno dei luoghi più importanti della realtà vitivinicola europea (e quindi mondiale) in particolare dal secolo XVI al XVIII, affrontando tematiche quali la qualità delle uve coltivate in epoca storica, la modalità di coltura, la qualità dei vini prodotti e, soprattutto, la tecnologia produttiva del vino. Il primo numero è uscito nel mese di agosto.
1980-2020: 40 anni di Docg. Correva l’anno 1980 quando l’allora Ministero dell’Agricoltura e delle Foreste rilasciava la prima fascetta che identificava una denominazione vinicola come "garantita" (D.O.C.G.). Si apriva così una nuova era per il vino italiano. Questa fascetta, serie AA n° 000001, è oggi conservata negli uffici del Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano ed è l’immagine simbolo dei festeggiamenti per il quarantennale che ricorrerà per tutto l’anno 2020. La storia della fascetta AA 000001 è molto lunga. Sono infatti occorsi circa 11 anni di riunioni, incontri, richieste da quando, nel lontano 1969, il Consorzio fece richiesta della DOCG (Legge 930/63), a quando questa è stata riconosciuta nel 1980. Il Consorzio del Vino Nobile, primo in Italia, divenne così una vera e propria rompighiaccio nel mare della burocrazia fino al 1978, data della pubblicazione in Gazzetta della richiesta di modifica al disciplinare del Nobile.