Il Chianti non è un prodotto

28/06/2019

“I sindaci affermano un principio corretto”

A proposito del conflitto con il Consorzio Vino Chianti

 

Il Chianti è un’area ben precisa della Toscana, ha radici storiche e sociali e in quelle radici trova da secoli forza e caratteristiche. Il fenomeno di progressiva commercializzazione e trasformazione del termine “Chianti” in un marchio commerciale da sfruttare, mostra i suoi limiti e gli errori di fondo da cui è prodotto. I colleghi sindaci di Greve in Chianti, San Casciano, Barberino Tavarnelle, Castelnuovo Berardenga, Castellina in Chianti e Radda in Chianti, hanno correttamente alzato la voce di fronte all’ennesimo tentativo di estendere e “diluire” un territorio per meri interessi economici privati. Il Chianti non è un luogo da utilizzare ognuno per i propri fini, ma è fatto di comunità con cui bisogna fare i conti. Noi ci siamo e ci sono i terreni, i fabbricati, le strade, i paesaggi, in un’area ben definita. Renderla indefinita non è possibile, anzi, sempre più, anche il “mercato” richiede una tipicità sempre più garantita e limitata. Gaiole in Chianti difende da tempo questa distinzione netta e rivendica il recupero di un’identità territoriale per una definizione del Chianti. La nostra forza non è, infatti, nella propagazione all’infinito di un termine, ma nel renderlo di nuovo ciò che è. Il Chianti è un valore, una caratteristica speciale e unica, legata alla qualità della vita e quindi, ma solo di conseguenza, dei vini e degli oli, e degli altri derivati delle capacità dell’uomo. (Intervento del sindaco Michele Pescini)