I primi 10 anni di un viaggio senza tempo

10/10/2017

Le tre giornate che si sono svolte a Lucca lo scorso settembre per celebrare il 30° Anniversario (1987-2017) degli Itinerari Culturali Europei sono stati anche l’occasione per ricordare la nascita nel 2007 dell’Associazione Internazionale Iter Vitis – Les Chemins de la Vigne”, percorso poi certificato nel 2009 e di cui l’Associazione nazionale delle Città del Vino è stata socio fondatore.

L’incontro di Lucca ("30 anni di Itinerari Culturali del Consiglio d’Europa: Costruire il dialogo e lo sviluppo sostenibile attraverso valori e eredità europei") ha dedicato un’attenzione particolare al ruolo degli Itinerari culturali nel promuovere i valori del Consiglio d’Europa, lo sviluppo locale e nuovi spazi per il dialogo interculturale. Il Forum ha, infatti, riunito un vasto numero di partecipanti – tra cui i responsabili dei 31 Itinerari culturali del Consiglio d’Europa, rappresentanti di ministeri nazionali, dell’Unione europea e di Organizzazioni internazionali, nonché personalità del mondo accademico, esperti, professionisti e soggetti coinvolti negli Itinerari Culturali di tutta Europa – chiamati ad affrontare temi legati ai valori ed alle prospettive degli IC, al turismo sostenibile, partecipazione democratica e accessibilità, alla promozione della diversità culturale e della cultura nelle relazioni internazionali.

In questo contesto il Segretario Generale della Federazione Europea Iter Vitis,  Emanuela Panke, ha rappresentato il lavoro dell’Itinerario Culturale Europeo della Vite e del Vino con un interessante intervento sulla diplomazia culturale, partendo dalla sua definizione di collegio di diplomazia pubblica che include lo "scambio di idee, informazioni, arte e altri aspetti della cultura tra le nazioni ei loro popoli per favorire la reciproca comprensione". Lo scopo della diplomazia culturale è per il popolo di una nazione straniera sviluppare una comprensione dei propri ideali e delle proprie istituzioni nel tentativo di costruire un ampio sostegno agli obiettivi economici e politici. “In sostanza – ha evidenziato la Pankela diplomazia culturale rivela l’anima di una nazione, che a sua volta crea influenza. Anche se spesso trascurata, la diplomazia culturale può svolgere e svolge un ruolo importante nel raggiungimento degli sforzi nazionali in materia di sicurezza. Cosa facciamo per la diplomazia pubblica? Innanzitutto (e non è un atto scontato) partecipiamo al programma degli Itinerari Culturali, uno dei migliori esempio del dialogo interculturale in Europa e in secondo luogo abbiamo deciso di lavorare nel settore del vino. Il mondo del vino e la sua storia millenaria nascono dalla complessità, dalle convergenze e dalle divergenze delle molte tradizioni locali legate alla vite. Non credo sia esagerato affermare che il vino è stato lo strumento migliore del dialogo interculturale in Europa da molto tempo prima che sia stato inventato il concetto di diplomazia culturale: la storia della viticoltura, dei vigneti e delle modalità di trasporto del vino creano un legame tra tutti i nostri paesi che vanno oltre i confini geografici, interpretando in modo specifico l’essenza degli IC europei. Iter Vitis ha sempre facilitato il dialogo tra Paesi di lingue diverse, religioni diverse, regimi politici diversi”.

Le attività in Tunisia con il progetto Magon – ha ricordato la Pankehanno permesso di parlare della cultura del vino persino in un paese di religione islamica focalizzandosi sapientemente sul mero consumo del patrimonio culturale legato alla viticoltura. Lo stage per i giovani viticoltori di Israele ci ha permesso di mostrare la bellezza di un paese troppo spesso vittima del suo patrimonio vinicolo. Il nostro gruppo di lavoro con i Balcani ha fatto sedere intorno allo stesso tavolo la Grecia, l’ex Repubblica di Macedonia, l’Albania, la Serbia, il Montenegro, la Bosnia-Erzegovina e la Slovenia, tutti animati dallo stesso obiettivo di promuovere l’enoturismo nei loro paesi. Presto attiveremo un gruppo di lavoro del Caucaso e la recente adesione della Russia ci permette di dire che il nostro itinerario collega geograficamente oltre 6.000 km di storia. Lasciatemi allora dire che veramente con il vino creiamo il dialogo attraverso valori e eredità europei”.

La Federazione Europea Iter Vitis, che nel corso del VII Forum Internazionale degli Itinerari ha tenuto il CdA di Iter Vitis Italia per la programmazione delle attività nei prossimi mesi, ha inoltre consegnato un riconoscimento ad ogni itinerario e all’Istituto Europeo degli Itinerari Culturali il simbolico dono di due calici della storica Azienda COLLEVILCA di  Colle di Val d’Elsa, nel  cuore della Toscana, dove vetro e cristallo sono prodotti da più di 800 anni. 

E naturalmente non è mancato il brindisi con i vini premiati alla XVI edizione de La Selezione del Sindaco: un brindisi speciale, reso possibile solo dallo stretto legame tra Iter Vitis e il concorso enologico internazionale promosso dalle Città del Vino e che ha permesso di degustare vini provenienti da Italia, Serbia, Azerbaijan, Croazia, Germania, Austria, Macedonia e Francia. (di Alessandra Calzecchi Onesti)