Falanghina, il vino amato dai giovani

18/02/2019

Con circa 300 ettari il vitigno falanghina è quello maggiormente coltivato a Castelvenere. Nelle campagne che circondano il «Comune più vitato del Sud», il vitigno a bacca bianca più rappresentativo della Campania costituisce poco meno del 30% dell’intera superficie ricoperta dalla vite.

Questo primato è frutto soprattutto del successo che in questi ultimi anni vanno riscuotendo i vini ottenuti da uve falanghina. Vini che si fanno interpreti delle nuove tendenze di consumo, che prediligono sempre più i nettari bianchi, siano essi spumanti o vini fermi. In particolare i vini bianchi fermi sono in questo momento quelli più consumati nell’ambito della ristorazione.

Proprio il mondo della ristorazione ha rappresentato in questi ultimi anni un grande alleato per il boom della falanghina. Boom favorito dalla particolare versatilità di questi calici, amati in particolar modo dai giovani per la sua capacità di esprimere e accompagnare la convivialità, per la sua particolare freschezza. Caratteristiche esaltate dai terreni castelveneresi, segnati da tracce vulcaniche: una vasta fascia del territorio comunale è dominata da suoli che rappresentano il frutto dell’Ignimbrite campana, eruttata 39.000 anni dall’area dei Campi Flegrei.

A rendere Castelvenere uno degli habitat ideali di questo vitigno è anche la particolare condizione climatica. Il paese è situato nel cuore di una valle che si mostra come un grande teatro protetto dalle vette del Matese e del Taburno, aperto sul versante sud-ovest, da dove giungono le influenze marine del Tirreno.

Queste condizioni ideali in quest’ultimo decennio vengono esaltate dai cambiamenti climatici in atto, che regalano nel periodo estivo delle sostenute escursioni climatiche tra il giorno e la notte, esaltando l’irruenza olfattiva di un vitigno che offre un ampio ventaglio di profumi.

L’obiettivo primario dell’Associazione Imbottigliatori Castelvenere è quello di preservare e tutelare questo territorio che rappresenta una culla ideale per il vitigno grazie al quale quest’angolo di Sannio è ‘Città Europea del Vino 2019’.