Enoregioni italiane: Sicilia Occidentale Interna

22/01/2018

Prosegue la nostra panoramica delle 92 enoregioni italiane.

Nella Regione Sicilia è possibile individuare sei enoregioni: Sicilia Occidentale, Sicilia Occidentale Interna, Isole, Etna, Terre del Cerasuolo, Sicilia Orientale.

 

SICILIA OCCIDENTALE INTERNA

Due le zone di interesse vitivinicolo della Sicilia occidentale interna: l’Alta Valle del Belice a sud di Monreale e l’area tra le pendici delle Madonie e il corso del fiume Torto a nord-ovest di Caltanissetta. I suoli impiantati a vigneti variano dai sedimenti  marini argillosi ricchi di calcare intorno al Belice Destro e sui rilievi collinari a sud ovest delle Madonie, ai depositi di alternanze arenitiche e marnose dell’entroterra palermitano e del versante occidentale dell’Appennino Siculo. Le caratteristiche pedoclimatiche favoriscono la presenza di una grande varietà di uve pregiate bianche e nere, autoctone e internazionali. La prima testimonianza di vigneti nell’antico stato feudale della Contea di Sclafani risale all’epoca del domino aragonese in Sicilia nell’ultimo decennio del 1300, estendendosi poi notevolmente anche nel feudo di Valle dell’Olmo intorno al 1570. Nel comprensorio di quello che era un tempo il potente Arcivescovado di Monreale, già in un solenne atto del 1182 (redatto nelle tre lingue ufficiali greco, latino e arabo) numerose erano le contrade che figuravano coltivate a vite. Oggi la Strada del Vino Monreale conduce il visitatore dallo splendore architettonico della Cattedrale di Monreale, il massimo esempio di architettura Normanna in Sicilia, agli scavi archeologici sul monte Jato, che hanno messo in luce testimonianze datate agli inizi del primo millennio a.C., passando per il patrimonio etnico e culturale rappresentato da Piana degli Albanesi.

Vini locali. Dodici i vitigni ammessi alla produzione dal disciplinare del Monreale doc, disponibile come Bianco (anche Superiore e Vendemmia tardiva), Rosso (anche Riserva e Novello), Rosato,  Ansonica, Catarratto, Grillo, Chardonnay, Pinot bianco, Pinot nero, Sangiovese, Calabrese o Nero d’Avola, Perricone, Cabernet Sauvigno, Syrah, Merlot. Interessante, tra i rossi, il Syrah – colore rubino intenso, profumo caratteristico e fruttato, ricco di struttura, armonico e gradevolmente tannico – e, tra i bianchi, il Catarratto, giallo paglierino più o meno intenso, note olfattive intense, fruttate e leggermente floreali, sapore fresco e con una certa acidità. Il primo accompagna primi piatti sostanziosi e saporiti, arrosti  di carni bianche e rosse, selvaggina  e formaggi abbastanza maturi; il secondo è consigliato con antipasti di mare, insalate di pesce, paste asciutte, braciole di vitello e formaggi non piccanti. Conta numerose tipologie, in parte condivise con il vino Monreale, anche la doc Contea di Sclafani, valorizzata dalla Strada del Vino e dei Sapori dei Castelli Nisseni. Il Bianco (50% minimo di catarratto, inzolia e grecanico), sapido ed elegante  si sposa bene con piatti a base di pesce e a base di uova; il Rosso (50% minimo di nero d’avola e perricone), dai riflessi violacei, profumo vinoso e sapore asciutto, è adatto a grigliate, salumi piccanti e cacciagione; le versioni Dolce e Dolce Vendemmia tardiva vanno bevuti a fine pasto, da meditazione o  per accompagnare dessert.

Piatti e prodotti tipici. Oltre a tutti i prodotti di qualità della tradizione palermitana e nissena, ricordiamo le susine bianche di di Monreale buone anche candite per decorare dolci e cassate (le profumatissime Sanacore, tutelate dal Presidio Slow Food), il succoso pomodoro siccagno di Valledolmo, il pane di Monreale cotto a legna (che in occasione della Pasqua o della Festa di S. Giuseppe assume le più svariate forme, i cosiddetti "pani votivi"),  l’olio extravergine d’oliva, le olive farcite o schiacciate. La cucina è generosa, dai celebri “cibi da passeggio” – arancini di riso, panelle (frittelle di farina di ceci inserite spesso insieme ad una fetta di melanzana fritta all’interno del croccante pane con i semi di sesamo chiamato mafalda) e sfincioni (piccole focacce ricoperte da cipolle, pomodori, pecorino siciliano fresco, acciughe o salame e origano, cotte a legna con rami d’ulivo ricchi di resine profumate) – a  lu maccu (purea di fave insaporita con finocchietti selvatici e un filo di olio a crudo), pappardelle alla monrealese (lasagne condite con denso sugo di beccaccini, estratto di pomodoro e vino rosso), farsumagro (fesa di vitello imbottita di carne macinata, salsiccia, provolone piccante, ciuffetti di prezzemolo, pezzettini d’aglio e cipollina fresca, piselli, uova sode, prosciutto crudo o mortadella), braciuluna di cutina (involtini di cotenne ripiene di mollica e formaggio al sugo di pomodoro),  carne di castrato alla brace, carciofi cà tappa ‘e l’uovo (carciofi preparati in tegame con il tappo) o passati nella  mollica e fritti, la frittedda (piselli, carciofi, favette verdi e finocchietti selvatici in umido). Molto vasta anche la scelta di gelati (gli artigiani locali arrivano a proporne anche settanta gusti diversi) e di dolci: i fragranti cannoli da riempire con  la freschissima ricotta di pecora solo al momento del consumo, gli scenografici buccellati con miele e fichi secchi,  i famosi biscotti ad S con i decori bianchi di zucchero sfornati per la prima volta nell’antico e glorioso monastero di San Castrenze fondato nel 1499 e lo sfoglio delle madonìe, antica torta farcita di tuma e canditi, pistacchi o cannella, creata nel ‘600 dalle monache benedettine per la festa del santo protettore. (di Alessandra Calzecchi Onesti)

DENOMINAZIONI:

DOC: Alcamo, Contea di Sclafani, Monreale, Sicilia 

IGT: Fontanarossa di Cerda, Terre Siciliane

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