Enoregioni italiane: Sardegna Centrale

26/02/2018

Termina oggi la nostra panoramica delle 92 enoregioni italiane.

Nella Regione Sardegna è possibile individuare sei enoregioni: Gallura, Costa Nord Occidentale, Costa Centro  Occidentale, Sulcis e Campidano, Cagliaritano, Sardegna Centrale.

 

SARDEGNA CENTRALE

Quattro gli enoterritori della porzione centro-orientale della Sardegna, tra le province di Nuoro, Oristano e Ogliastra: i terreni ricchi di potassio e vocati alla produzione della malvasia del breve tratto di costa intorno a Bosa; i pietrosi rilievi del Mandrolisai a ovest del Gennargentu, ancora coltivati ad alberello; la zona di Oliena a est e sud di Nuoro, dove la presenza delle rare argille nummulitiche contribuisce alla qualità del Nepente; i fertili terrazzi collinari che da Jerzu portano al mare di Lanusei. Il cannonau – noto come  grenache in Francia e  alicante in Spagna, paese da cui nel ‘400 fu introdotto in Sardegna – è diffuso in tutta l’Isola, ma trova sicuramente il suo ambiente di elezione nelle zone più interne e collinari come l’Ogliastra, la Baronia, la Barbagia, il Mandrolisai, dove gli inverni relativamente miti, la quasi assoluta mancanza di pioggia, la notevole ventosità e la breve distanza di tutti i punti dal mare permettono alla vite di vegetare rigogliosa sino ai 600 m slm. L’omonima strada del vino invita alla scoperta di scenari naturali di grande pregio montani e marini, paesaggi agricoli modellati dall’attività umana con pascoli e colture, siti archeologici, formazioni di macchia mediterranea (cisto, corbezzolo, lentisco, ginestra, mirto e leccio) e vere meraviglie come i celebri murales di Orgosolo, Su Gorropu (il canyon più grande d’Europa), la Grotta di Ispinigoli, il Museo delle maschere mediterranee a Mamoiada e il villaggio nuragico di Tiscali.

Vini locali. Considerata la sua grande adattabilità ambientale e di conseguenza la sua diffusione in aree ecologicamente diverse, il Cannonau doc può dare origine a tipologie di vini con caratteristiche molto differenti. Tre sono le sottodenominazioni geografiche che rappresentano anche le regioni storiche di produzione: Oliena o Nepente di Oliena (dal profumo vinoso con aroma ampio e persistente e sapore caldo, giustamente tannico e di buon corpo, celebrato anche da Gabriele D’Annunzio), Capo Ferrato (dall’odore caratteristico, gradevole, secco e gusto  armonico e persistente) e Jerzu (ricco di aroma, corpo e di colore). La doc è disponibile nelle varietà Rosso (anche Riserva), Rosato, Passito, Liquoroso e Classico. Il Rosso ha un profumo fruttato maturo di piccoli frutti rossi e neri (ciliegia, mirto, prugna, mora) con fondo speziato di pepe e vegetale da erbe aromatiche/officinali e macchia mediterranea, gusto sapido e leggermente tannico, ottimo con le ricette più strutturate della cucina tradizionale sarda e i grassi e saporiti di salumi e formaggi locali. Il Rosato, dalle tinte brillanti e profumo floreale di rosa/viola e fruttato di ciliegia e piccoli frutti, è adatto come aperitivo. La Riserva e il Classico acquistano con l’invecchiamento caratteristiche note floreali di rosa o petalo secco, fruttate da frutta matura (confettura e prugna secca), speziate (chiodi di garofano e cannella-vaniglia) e vegetali da balsamico,  e retrogusto amarognolo, leggermente tannico. Il Passito e il Liquoroso, con profumo di frutta matura e gusto  rotondo e suadente, sono vini da dessert come le sebadas  e i piricchittus (dolcetti ricoperti di glassa) o da conversazione. Legate alle specificità del territorio della Planargia sono il caratteristico odore aromatico e il sapore dal secco al dolce, morbido e vellutato, della celebre doc Malvasia di Bosa, valorizzata dall’omonima strada del vino. Disponibile anche nei tipi Riserva, Spumante e Passito, è da sempre simbolo dell’amicizia e dell’ospitalità, da offrire nei giorni di festa solo alle persone a cui si tiene particolarmente perché considerata un “bene comune” e di cui i proprietari difficilmente si privano!

Piatti e Prodotti tipici. La gastronomia locale è legata ai prodotti della pastorizia e della terra: salumi, farro, ravioli e maccarrones de ferrittu (la pasta fresca preparata su ferro da calza) conditi con sugo di ghisadu o formaggio, agnello e capretto allo spiedo o arrosto, funghi (i porcini sardi appartengono quasi tutti alla specie Boletus aereus e crescono prevalentemente sotto sughere e lecci, ma i più gustosi si trovano nei castagneti), olio e formaggi. L’extravergine del Nuorese è un olio giallo dorato con riflessi verdognoli, fruttato è di media intensità, molto pulito, e gusto equilibrato con sentori erbacei. Piuttosto eclettico in cucina, si esalta con i legumi, i carciofi sardi crudi, il muggine alla griglia. La tradizione tramanda segreti e specialità come la pecora in cappotto (stufato di carne di pecora, cipolle e patate mangiato con pane carasau inumidito con il brodo di cottura), i culingionis (ravioli ripieni di formaggio, patate e menta e conditi con sugo di pomodoro e pecorino) e il  ghisadu: il nome di questo spezzatino è di origine catalana ed in Spagna ancora oggi è possibile assaggiare un piatto simile, ma è tipico del Montiferru, l’area sarda storicamente deputata all’allevamento del Bue Rosso. Particolare è anche il casizolu del Montiferru (Presidio Slow Food), formaggio a pasta filata a forma di pera prodotto con latte di vacche di razza Sardo Modicana (anche questa tutelata dal Presidio Slow Food), buono così com’è accompagnato a pere, noci, miele di rosmarino o di agrumi oppure da far fondere in forno su fogli di carta musica e mangiare coperto di miele di corbezzolo (casizzolu arrustiu). Tipico dolce pasquale dell’Ogliastra è il pan’e conciu, curiosa pagnotta dalla lentissima lievitazione, impastata di farina di grano duro, miele, strutto, anice, finocchio selvatico e chiodo di garofano e spesso scurita dalla presenza di vino cotto, confezionata in forme emisferiche di circa 15 cm di diametro con un’incisione a croce (che durante la cottura le fa aprire in quattro spicchi).  Con il miele si preparano anche le aranzada, piccoli rombi di miele e scorzette d’arancia lasciati indurire su foglie di limone ben lavate; si può trovare anche in forma di “torrone” arricchito con mandorle tostate sminuzzate. (di Alessandra Calzecchi Onesti)

DENOMINAZIONI:

DOC: Cagliari, Cannonau di Sardegna, Girò di Cagliari, Malvasia di Bosa, Mandrolisai, Monica di Sardegna, Moscato di Sardegna, Nasco di Cagliari, Sardegna Semidano, Vermentino di Sardegna

IGT: Barbagia, Isola dei Nuraghi, Ogliastra, Planargia, Provincia di Nuoro, Tharros