Enoregioni italiane: Piceno

30/10/2017

Prosegue la nostra panoramica delle 92 enoregioni italiane.

Nella Regione Marche è possibile individuare quattro enoregioni: Costa Anconetana, Colline Centrali, Colline Pesaresi, Piceno.

 

PICENO

Tra i fiumi Chienti e Tronto, sui rilievi a media e alta pendenza dell’entroterra ascolano e quelli più dolci della costiera fermana, si alternano i filari delle uve della tradizione viticola locale i cui vini, conosciuti e apprezzati nei secoli, sono citati in epoca romana da Plinio e più tardi, nel 1596, dal medico e scrittore Andrea Bacci. Colline e vigneti da cartolina su cui si stagliano città d’arte (a cominciare da Ascoli Piceno, dove la sovrapposizione di stili ha creato veri e propri gioielli archiettonici), antichi borghi medioevali, aree archeologiche e la natura meravigliosa di questa terra, con i due Parchi dei Sibillini e dei Monti della Laga. Meritano una particolare attenzione due vitigni tradizionali (diffusi anche in Abruzzo): pecorino e passerina, che negli ultimi anni sono stati rivalutati con successo da alcuni produttori marchigiani per la produzione di vini dalla spiccata acidità e grande struttura, i bianchi dell’Offida docg, in una piccola zona dedicata, e del Falerio dei Colli Ascolani doc. Prodotta nelle province di Ancona, Macerata e Ascoli Piceno, la doc Rosso Piceno è la più estesa delle Marche. Le uve da cui si ottiene rispecchiano enologicamente la collocazione geografica della regione, situata tra l’Abruzzo, patria del montepulciano, e la Romagna, regno del sangiovese.

Vini locali. L’Offida docg Rosso, affinato in legno e con note aromatiche fruttate ed erbacee, è un accompagnamento ideale per le tipicità della cucina marchigiana come vincisgrassi, piccione ripieno, selvaggina e carni rosse in genere, salumi e formaggi a pasta dura; il Pecorino si sposa bene a crostacei, molluschi, zuppe di pesce, carni bianche e minestre saporite e il Passerina a risotti col pesce, insalate di mare e minestre di legumi e cereali. Il Falerio dei Colli Ascolani doc ha colore giallo paglierino, lieve sentore di mela acerba, fine ed elegante, di medio corpo, sapore sapido e buona freschezza, leggermente acidulo, equilibrato e abbastanza persistente. Va bevuto giovane, anche se alcune etichette più strutturate accettano un moderato invecchiamento. Ottimo da bere come aperitivo con le olive ascolane, pizza margherita, piatti di pesce delicati, crostacei, verdure alla griglia, parmigiana di gobbi; oppure, se scelto tra le bottiglie di maggiore corpo, con frascarelli e cucciole in porchetta. Sei le tipologie della denominazione Terre di Offida: Rosso, Pecorino, Passerina, Passerina Spumante, Passerina Vin santo e Passerina Passito, questi ultimi consigliati con formaggi stagionati e pasticceria secca. Il Rosso Piceno doc è un vino dal colore rubino più o meno intenso, odore vinoso caratteristico e delicato e sapore armonico e gradevolmente asciutto che diventa vellutato nel Novello. Da abbinare ai primi a base di carne, piatti della cucina locale a base di carne o di pesce, agnello alla cacciatora; mentre il Novello è consigliato con salumi, tagliatelle verdi, formaggi molli. Il Superiore (prodotto in un’area ristretta ad alta vocazione) ha un colore tendente al granato con l’affinamento, profumo gradevole, complesso, leggermente etereo e sapore sapido, armonico, gradevolmente asciutto, che bene si accompagna a carni di manzo e maiale, trippa alla canapina e formaggi stagionati. Può arrivare ad un invecchiamento di 7-8 anni, dopo i dieci è perfetto come vino da meditazione.

Piatti e prodotti tipici. Un immediato retroterra di morbide colline dove le coltivazioni si alternano a boschetti e incolti, un crinale appenninico che si snoda tra il Monte Catria, il Nerone, i Sibillini e il Monte della Laga, montagne con grandi panettoni d’erba bassa in altitudine alternati a pendi coperte da faggete: tutta la regione Marche sembra fatta apposta per invitare alla raccolta di funghi, asparagi, erbe spontanee e frutti selvatici. E i piatti sia di terra che di mare si arricchiscono di borragine, tridoli, crespigni, spignoli (i profumatissimi prugnoli), turini, gambesecche, prataioli, rosa canina e visciole selvatiche. Proprio dal caglio naturale aromatizzato con erbe e frutti raccolti sui Monti Sibillini (serpillo, basilico, maggiorana, fichi verdi, germogli di rovo e di buglossa) nasce il pecorino di Monte Rinaldo, da consumare fresco o dopo una stagionatura nelle fascere per un periodo variabile dai 5 mesi ai 2 anni. Tra le ricercatezze del Piceno: il ciauscolo igp, il marrone di Acquasanta Terme, la grande e dolce oliva tenera ascolana del Piceno dop da mangiare in salamoia o farcita di carni macinate e fritta, vincisgrassi, fritto misto all’ascolana (olive ripiene, crema, zucchine, carciofi e costolette d’agnello), oca arrosto, coniglio in porchetta, caciuni dal sapore dolce-salato (calzoni ripieni di pecorino zuccherato e profumato al limone), frustingo (dolce natalizio di farina integrale, noci, mandorle, fichi secchi, cedro candito, succo d’arancia, scorza di limone, uva sultanina, olio d’oliva, cannella, rum, cacao, caffè, vino bianco secco e mosto cotto), cicerchiata, beccute di farina gialla e noci e ravioli fritti farciti di castagne, crema o ricotta. Per finire un bicchierino di anisetta (dal sapore dolce) o di mistrà (dal gusto secco), i distillati aromatizzati con l’anice verde dei Monti Sibillini. (di Alessandra Calzecchi Onesti)

DENOMINAZIONI

DOC: Offida, Falerio, Rosso Piceno o Piceno, Rosso Piceno o Piceno Superiore, Terre di Offida           

IGT: Marche