Enoregioni italiane: Irpinia

20/12/2017

Prosegue la nostra panoramica delle 92 enoregioni italiane. Nella Regione   Campania è possibile individuare  sette enoregioni: Litorale Domizio e Alto Casertano, Aversano, Area Vesuviana, Campi Flegrei e Ischia, Costiera Amalfitana, Area Sorrentina e Capri, Cilento, Sannio, Irpinia.

 

IRPINIA

Comprende quasi tutto il territorio della provincia di Avellino, un intreccio di valli e rilievi, fiumi e torrenti, con boschi di faggio, abete, carpino, acero, frassino, tiglio, castagno, rovere, cerro e  pioppo. Qui si trovano i monti Cervialto e Terminio e la dorsale dell’Appennino dalla Sella di Ariano alla sorgente del Sele con i Monti Picentini e il Partenio. Attraversata dalla Strada dei Vini e dei Sapori d’Irpinia, è la provincia campana con la più alta concentrazione di vigneti, impiantati sui suoli di origine argilloso-calcarea e vulcanica ricchi di sali minerali. Le condizioni climatiche, simili a quelle dell’Alsazia francese nota per i vini da vendemmia tardiva (estate assolati, inverni rigidi, buona ventilazione e forti escursioni termiche),  contribuiscono alle componenti aromatiche delle uve ed hanno spinto alcuni produttori della zona a ritardare la raccolta di filari selezionati per ottenere vini passiti. L’area vitata è divisibile in due zone: una che fiancheggia il fiume Calore e dove regna l’aglianico, l’altra, sulle colline percorse dal fiume Sabato, più vocata ai vitigni a bacca bianca. In media pendenza, su terreni di arenarie, prospera il greco, le cui origini assai remote pare risalgano al VII-VIII sec. a. C. Il fiano, che dai terreni leggeri e profondi di origine vulcanica ricava la caratteristica complessità di aromi e di struttura, prende il nome dal nome latino vitis apiana, riferito  alle api  particolarmente ghiotte della dolcezza dei suoi acini.

Vini locali. Le vigne di aglianico coltivate su terreni a 4-500 mt di quota, con temperature assai differenti tra il giorno e la notte e una maturazione ritardata dei grappoli, qui danno vita a vini ricchi di profumi ed eleganza, che mantengono comunque una buona struttura e sono particolarmente adatti all’invecchiamento. Dal colore rubino intenso tendente al granato fino ad acquistare riflessi arancioni con l’invecchiamento, il Taurasi docg ha un profumo intenso che ricorda la confettura di frutta rossa e le spezie, sapore asciutto e pieno con retrogusto persistente, strutturato e ben equilibrato tra note secche e morbidezza. Ideale con primi piatti al sugo di carne, selvaggina al tegame, arrosti di carni rosse, formaggi a pasta dura stagionati e in genere secondi piatti molto saporiti, soprattutto la Riserva, anche da meditazione.  Il Fiano di Avellino docg,  dal sapore fresco e armonico, è tra i pochi bianchi italiani in grado di sopportare l’invecchiamento, che attenua gli  intensi profumi fruttati (mela, banana) accentuando quelli floreali (tiglio, rosa, menta)  e di frutta secca. Adatto come aperitivo e con frutti di mare, accompagna vermicelli con alici, molluschi, piatti di pesce e sformati di verdure. Il Greco di Tufo docg deriva il suo colore giallo paglierino, sempre più luminoso e dorato con il passare degli anni, dall’alto contenuto di composti fenolici ossidabili presenti nelle uve; il profumo è di frutta bianca matura e agrumi con una nota minerale, il sapore morbido, persistente e con buona sapidità; è un vino da pesce (al forno, fritto o grigliato) e crostacei. Lo Spumante, dai riflessi verdognoli o dorati, presenta note odorose caratteristiche e gradevoli, con delicato sentore di lievito ed è ottimo  come aperitivo o con antipasti freddi. Tante le tipologie della doc Irpinia (Bianco, Rosso, Rosato, Novello, Passito, Liquoroso, Spumante, Aglianico, Coda Di Volpe, Falanghina, Fiano, Greco, Piedirosso, Sciascinoso), disponibile anche con l’indicazione della sottozona Campi Taurasini, un vino rosso particolarmente intenso e corposo ottenuto con almeno l’85% di aglianico.

Piatti e prodotti tipici. Come il Sannio, anche l’Irpinia dalla Puglia prende il gusto delle miscele di erbe cotte e delle erbe aromatiche: la cicoria esaltata dalle zuppe  che la vedono “maritata” con salsicce e altre carni, l’origano nella pizza e nella piazzaiola, il cerfoglio, il finocchietto selvatico, i lampascioni (cipollotti selvatici), la grassottella erba porcellana. E come gli immensi boschi del Beneventano e del Cilento, anche le grandi faggete dell’Altopiano di Laceno sono ricche di ovoli e porcini. Tra le specialità agroalimentari: olio extravergine d’oliva Irpinia – Colline dell’Ufita, castagna di Summonte, molte cultivar di mela tra cui la  melannurca campana igp, pera spadona, il marrone di Santa Cristina e quello di Avellino, la castagna di Montella igp e quella di Turania, numerose varietà di nocciola, cipolla ramata di Montoro, oliva masciatica, aglio dell’Ufita, fagiolo tabacchino,  pomodorino corbarino, pomodoro san marzano dell’agro sarnese-nocerino dop,  tartufo nero di Bagnoli Irpino, uva da tavola cornicella, la ricotta irpina e i formaggi caciocavallo podolico, carmasciano, pecorino bagnolese, scamorza e caciocavallo silano dop. E ancora: la soppressata irpina, i fusilli, la maccaronara (pasta di grano duro cui un apposito attrezzo conferisce la forma di un grosso bucatino a sezione triangolare) la ‘nfarinata, la chietta (fichi secchi farciti con le nocciole), torroni e croccanti preparati con l’ottimo miele locale e la pregiata frutta secca del territorio. A tavola: casatiello, minestra di fagioli con la pizza e le cotiche, cavatelli con i broccoli, laine e ceci, zuppa di cardi e polpettine, pasticcio di polenta con i ciccioli, orecchiette al sugo di agnello, ‘u filosci (il rustico pasticcio con provola e pepe), minestra maritata, pignarella,  fusilli e mogliatielli (involtini di interiora d’agnello), capretto con peperoni secchi, spezzatino di maiale con patate e peperoni sottaceto, tommacelle, taralli di Pasqua,  zeppole di patate, castagnaccio, il pastiere di riso,  i dolci fritti struffoli e raffaiuoli, i biscotti ‘nginetti, il  sanguinaccio con cioccolato e cannella e il pantorrone, con il cuore di pan di spagna imbevuto di liquore Strega. (di Alessandra Calzecchi Onesti)

DENOMINAZIONI:

DOCG: Fiano di Avellino, Greco di Tufo, Taurasi

DOC: Irpinia 

IGT: Campania