Enoregioni italiane: Grave del Friuli

14/08/2017

Prosegue la nostra panoramica delle 92 enoregioni italiane.

Nella Regione Friuli Venezia Giulia è possibile individuare quattro enoregioni: Grave del Friuli, Pianura Friulana, Colli Orientali Friulani, Carso Triestino.

 

GRAVE DEL FRIULI

A nord, tra Udine e Pordenone, si trova l’area della doc Friuli Grave, che rappresenta circa la metà della produzione friulana e offre una nutrita gamma di tipologie provenienti da terreni anche assai diversi per composizione e clima: l’anfiteatro morenico del Tagliamento e la piana di Osoppo, con suoli molto calcarei ed eccessivamente drenati da cui si ricavano vini freschi, profumati o da medio invecchiamento; l’alta pianura friulana formata dalle valli del Cellina, del Meduna e del Tagliamento, con suoli pietrosi, estremamente drenati ma ben dotati di sostanza organica, che producono vini giovani, poco adatti ad un lungo affinamento; la bassa pianura pordenonese confinante con il Veneto, caratterizzata da ghiaie e sabbie carbonatiche e bassa capacità di acqua disponibile che danno uve di quantità contenuta ma qualità elevata; una piccola porzione della bassa pianura udinese al di sotto della linea delle risorgive, lungo il Torre e i suoi affluenti, con suoli che da calcarei diventano argillosi a quote più elevate rivelando maggiore fertilità e vocazione alla viticoltura. Il clima temperato ha punte diversificate dovute alla presenza della catena alpina a nord e agli influssi dell’Adriatico. Lungo la Strada del Vino Friuli Grave, che attraversa terreni poveri di acque superficiali e stepposi alternati a piccoli specchi d’acqua limpidissima circondati da una vegetazione lussureggiante, si incontrano borghi, castelli, antiche ville e l’elegante centro storico di Udine.

Vini locali. I terreni ghiaiosi di origine morenica conferiscono profumi ai bianchi e buona struttura ai rossi della doc Friuli Grave, dalle molteplici specificazioni legate al vitigno e disponibili anche nelle tipologie Superiore, Novello, Spumante. Per la produzione di questi vini sono stati riportati in vita antichi vitigni autoctoni che sembravano scomparsi, come piculìt neri, sciaglìn (probabilmente della famiglia delle uve "schiavoline"), forgiarìn (Forgaria è un piccolo centro dal quale nei secoli scorsi ricercati potatori di viti emigravano in Ungheria e Romania), cividìn (documentato nel VII secolo tra i più apprezzati nei banchetti nuziali), cjanòrie e ucelùt (appartenente alle cosiddette "uve uccelline"). Nella zona di Codroipo e Risano, il clima caldo e le notevoli escursioni termiche nel periodo che precedono la vendemmia favoriscono i bianchi, come lo Chardonnay e il Pinot Grigio, mentre la zona di Casarsa della Delizia è vocata ai rossi, con un Merlot che raggiunge una struttura adatta all’invecchiamento e un Cabernet Franc dalla buona nota erbacea. Tutti si sposano bene con ricette e ingredienti della cucina locale: Chardonnay, Traminer Aromatico, Pinot Bianco e Pinot Grigio con preparazioni di pesce, anche affumicato (come lo speciale “prosciutto di trota”); il Friulano con gli asparagi, il Riesling con i funghi e il Sauvignon con il radicchio rosso; il Cabernet Franc con stracotti di manzo e il Cabernet Sauvignon con piatti a base di vitello; il Merlot con il frico di patate, il Pinot Nero con pitina e polenta e il Refosco dal peduncolo rosso con petto d’oca al tartufo nero; il Verduzzo Friulano con i biscotti di mais.

Piatti e prodotti tipici. La Carnia, dove è rimasta vivace una tradizione gastronomica montanara legata ai prodotti spontanei e alla agricoltura di sussistenza, è una delle capitali europee della fitolimurgia cioè l’alimentazione con erbe selvatiche e frutti spontanei, usatissimi anche in liquoreria. Oltre a mirtilli, more e lamponi, sambuco per marmellate e sciroppi, olivello spinoso per confetture e rosa di macchia per mostarde, appena si scioglie la neve ai margini dei boschi spunta un’autentica tipicità, il radic del gias o de mont: dal profumo intenso, quando è ancora interamente chiusa questa insalata alta e carnosa è gradevolmente amarognola, ideale per pinzimonio e sottolio, ma bastano pochi giorni di tepore perché cresca troppo diventando amarissima. La troticoltura ha qui origini antichissime, grazie anche alle acque delle risorgive fresche e perfettamente sane fin quasi alle lagune costiere, e nello Stella, habitat di grande interesse naturalistico, crescono pregiate trote da consumare fresche o affumicate. Nella zona di Casarsa si coltiva una particolare varietà di kiwi, l’aiuart, importata dalla Nuova Zelanda una trentina di anni fa e grandemente favorita dai suoli sassosi umidi ma senza ristagni d’acqua. Altri prodotti tipici sono: pitina (polpetta di carne affumicata tutelata dal Presidio Slow Food), petuccia, cotechino, lengàl (cotechino arricchito con lingua), brusaule (carne di manzo secca), pinduli (strisce di carne magra essicata), salame punta di coltello, pancetta coppata, salsiccia e salame tradizionale friulano,Montasio dop, ricotta salata o affumicata, ricotta al burro, balacin (formaggio da piastra) e caprino duro, l’asparago bianco di Tavagnacco particolarmente dolce e buono anche crudo, il miele, pan zàl, pinza, favette alle mandorle e bussolai (ciambelle). A tavola: zuppe di mais, orzo e fagioli, frittata con le erbe aromatiche, gnocchi di zucca con la ricotta affumicata, gnocchi di patate con sugo d’anatra o selvaggina, polenta e cotechino, baccalà alla friulana con Montasio e acciughe, brovada e muset, asparagi con le uova, chifel di patate, gnocchi di susine, pistùn pasquale (grossi gnocchi dolci cotti nel brodo), dolce di Spilimbergo (una sfoglia leggera farcita di crema di mandorle) e strudel. (di Alessandra Calzecchi Onesti)

DENOMINAZIONI

DOC: Friuli Grave, Prosecco (Interregionale con il Veneto) 

IGT: Alto Livenza (Interregionale con il Veneto), delle Venezie (Interregionale con il Veneto), Venezia Giulia