Enoregioni italiane: Colli Orientali Friulani

17/08/2017

Prosegue la nostra panoramica delle 92 enoregioni italiane.

Nella Regione Friuli Venezia Giulia è possibile individuare quattro enoregioni: Grave del Friuli, Pianura Friulana, Colli Orientali Friulani, Carso Triestino.

 

COLLI ORIENTALI FRIULANI

L’enoregione si estende a ridosso del confine con la Slovenia a partire da Cividale, nel cuore della Strada del vino Colli Orientali del Friuli. Più a sud, tra i fiumi Isonzo e Judrio, il Collio goriziano – dai dolci declivi segnati dai vigneti e dagli alberi da frutto – è attraversato dagli itinerari enogastronomici, sportivi e culturali della Strada del Vino Doc Collio e della Strada del Vino e delle Ciliegie. Scendendo dal nord verso Trieste lungo la fascia collinare dell’Udinese si incontrano terreni assai simili per composizione minerale (la “ponca” formata da argille calcaree e arenarie facilmente erodibili che hanno costretto i viticoltori a terrazzare le colline) e numerosi differenti microclimi. Vasta la scelta di tipologie monovitigno da uve autoctone e internazionali (che qui si sono bene ambientate) da cui si ottengono sia rossi robusti (merlot, cabernet franc, cabernet sauvignon, refosco, terrano, pinot nero, schioppettino), sia bianchi profumati (friulano, verduzzo friulano, malvasia, chardonnay, pinot bianco, pinot grigio, ribolla, riesling, traminer aromatico, picolit). Il Collio Goriziano detiene il primato qualitativo tra i bianchi grazie anche alla presenza di temperature particolarmente miti e asciutte (ne è una testimonianza la diffusione delle piante di olivo), mentre nei Colli Orientali, dalle temperature più ventilate e umide, sono ben rappresentati i rossi favoriti dai terreni argillosi, ricchi di componenti minerali.

Vini locali. A causa della forte escursione termica e della maturazione delle tardiva uve, nella valle del fiume Judrio, la zona più fresca di tutto il Collio doc, sono i bianchi a conservare intensità e persistenza di profumi: particolarmente interessanti sono le colline di Oslavia dove fin dal Trecento si coltiva la ribolla gialla, che qui ha uno dei cru di maggior prestigio e dà vita ad un elegante vino giallo paglierino, odore caratteristico, gusto asciutto e lievemente acidulo, da bere giovane con minestre, risotti delicati, torte di verdure, pesce e formaggi freschi. Nelle aree vitate di Scedina, Breg e Draga, dove la maturazione precoce e l’esposizione favoriscono una buona freschezza delle uve bianche, troviamo il Collio Friulano (da tocai friulano), con aromi di pesca e mandorla, gusto ampio ed armonico, da abbinare ad antipasti, primi piatti e pesce. Tra i rossi della doc Colli Orientali, il Pignolo, dal colore rubino e sapore asciutto, è un vino di corpo prodotto in piccolissime quantità, ottimo con sughi di carne, grigliate e arrosti. La sottozona Refosco di Faedis fa riferimento ad un tipo di refosco che si coltiva solo nei terreni pianeggianti e collinari di marne e arenarie dell’omonimo Comune: leggermente acidulo, è adatto a salumi, frittate e formaggi di media stagionatura. Nella zona più settentrionale, dal clima rigido e piovoso e pendenze accentuate, nascono due perle dell’enologia friulana, ideali da meditazione o per accompagnare biscotti di Nimis, gubana e formaggi stagionati o erborinati. Il Picolit docg viene da un vitigno qui coltivato già in epoca romana ed assai delicato: i pochi acini che giungono a maturazione danno un vino di grande personalità che può invecchiare per 7-8 anni, dolce e asciutto e dai profumi di miele d’acacia. La docg Ramandolo dal colore dorato, note olfattive intense e gusto vellutato, nasce dal verduzzo friulano (v. giallo, diverso dal verde coltivato nel resto della Regione e in Veneto), tra le poche varietà a bacca bianca che contengono nelle bucce parecchio tannino: riuscire ad equilibrare la giusta concentrazione tra l’acidità e le sensazioni dolci è molto difficile e richiede l’esperienza che i vignaioli locali si tramandano da generazioni.

Piatti e prodotti tipici. Nei pendii collinari a ridosso dell’Isonzo una buona olivicoltura c’era sempre stata, soprattutto all’epoca dell’imperatrice Maria Teresa che la incentivò fortemente; ai primi del ‘900 eventi climatici straordinari li hanno distrutti, ma negli ultimi anni si è ricominciato ad impiantare le varietà casaliva, leccino e moraiolo da cui nasce oggi la dop Colli Orientali, di eccezionale finezza, fruttato medio e profumi erbacei e floreali, gusto dolce con una poco accentuata nota amara e piccante, ideale sui crostacei e i frutti di mare del vicino Adriatico. Imperdibili tra gli insaccati il prosciutto d’oca (i petti dell’animale, legati insieme, aromatizzati con spezie e zucchero e stagionati per 2 o 3 mesi), il prosciutto crudo affumicato (dolce e leggermente aromatizzato da erbe e spezie) e il salame friulano (grasso e morbido, condito con aglio, pepe e vino). Tra i formaggi vanno ricordati il latteria, da latte di mucche di razza pezzata rossa friulana (sapore dolce quando è fresco ma persistente nello stagionato) e i caprini ottenuti dal latte delle capre di razza saanen e camosciata allevate biologicamente, anche nel tipo stagionato da gustare con la polenta bianca e il salame soffritto in padella con cipolle e aceto. L’asperum, dalla tecnica simile a quella dell’aceto balsamico, ha origini antiche testimoniate dalle celle vinarie, dove si cuocevano i mosti, delle villae rustiche dell’Aquileia romana. Miele, grappa e distillati completano l’offerta, insieme ai tanti piatti tipici: minestre di verdure, orzo e fagioli, gnocchi di zucca e ricotta, frico con patate, il muset con la brovada o la salsa al rafano (cren), salami e cotechini cotti sotto la cenere, frittata alle erbe, chifel di patate, cjarsons, selvaggina (da accompagnare con la polenta), gulash nostrano, prosciutto cotto nel pane. Nella zona delle valli di Cividale, i piatti sono di origine slovena: zlicnjaki (gnocchi di farina) e acquabizna (minestra a base di rape e patate). Tra i dolci: gubana, gnocchi di susine, strudel, struki (ripieni di frutta secca e cioccolato, lessati in acqua e conditi con burro fuso, zucchero e cannella) e i friabilissimi biscotti tradizionali di Nimis, preparati con una ricetta passata di padre in figlio dal 1430. (di Alessandra Calzecchi Onesti)

 

DENOMINAZIONI

DOCG: Colli Orientali del Friuli Picolit, Ramandolo, Rosazzo

DOC: Collio Goriziano o Collio, Friuli-Isonzo o Isonzo del Friuli, Friuli-Colli Orientali, Prosecco (Interregionale con il Veneto) 

IGT: delle Venezie (Interregionale con il Veneto), Venezia Giulia