Prosegue la nostra panoramica delle 92 enoregioni italiane.
Nella Regione Piemonte è possibile individuare tre macro aree, a loro volte suddivise in sette enoregioni: ALTO PIEMONTE (Colline novaresi, Canavese, Pinerolese e Val di Susa), MONFERRATO (Basso Monferrato e Colline Torinesi; Alto Monferrato, Terre del Gavi e Terre del Moscato; Tortonese), LANGHE (Langhe e Roero).
CANAVESE
"Il giardino di Torino”: così è stato definito il territorio delle Valli di Lanzo e del Canavese, ai confini con la Valle d’Aosta, un’affascinante alternanza di storia e natura, tra castelli, borghi medievali, manifestazioni folkloristiche ed enogastronomiche, dai 200 metri sul mare della piana del Po e della Dora Baltea all’anfiteatro morenico di Ivrea, fino ai 4mila metri delle vette del Gran Paradiso. Già i Romani qui producevano un ottimo vino, ottenuto da due varietà locali di nebbiolo, il picoutener e il pugnet, coltivato sui tipici terrazzamenti scavati nella roccia e pergolati sorretti da muretti e pilastri a tronco di cono (topie e topiun) e padre del Carema, oggi prodotto in quantità assai limitate: i vigneti, grazie all’esposizione favorevole, permettono di accumulare calore e mantenere una temperatura ottimale anche durante le ore notturne. Le vigne storiche, dove secondo un’antica tradizione si usa allevare diversi vitigni a bacca nera anche nello stesso perimetro, sono caratterizzate dalla struttura a pergola; non mancano tuttavia esempi di altre forme di allevamento quali lo scarlà canavesano e l’obi. I terreni sono particolarmente adatti all’impianto dell’erbaluce, vitigno autoctono considerato una delle perle dell’enologia della zona attraversata dalla Strada del Vino del Canavese e Valli di Lanzo.
Vini locali. Vino bianco storico del Piemonte, l’Erbaluce di Caluso docg è disponibile nelle due tipologie: Secco dal sapore intenso e profumi di campo e pesca, che ben si adatta agli antipasti e ai piatti di pesce, e Passito, più famoso e raro, un vino dolce dagli aromi di buccia di mela adatto ad accompagnare pasticceria secca ma interessante con il fois gras. Il Carema doc, che prevede per disciplinare almeno tre anni d’invecchiamento, nasce da uve di nebbiolo ed è un vino strutturato, complesso, dal sapore asciutto e di ottima persistenza. Si sposa con piatti di carni bianche e carni rosse anche di cacciagione importante, accompagnate da salse delicate (in particolare agnello, capretto, stracotti e carni alla griglia), e con formaggi di alpeggio non troppo stagionati. Il Canavese doc, nelle diverse tipologie ottenute da uve di nebbiolo, barbera, bonarda, freisa, neretto, nella versione Rosso è adatto a paste ripiene, carni rosse in umido o arrosto, salumi e formaggi non troppo stagionati. Il Rosato è ottimo con antipasti o primi piatti a base di verdure. Il Bianco è ideale come aperitivo, con minestre a base di pesce di acqua dolce e di verdura, formaggi a pasta molle.
Piatti e prodotti tipici. L’uso delle erbe, pur abbastanza diffuso in tutta l’area montana così come la ricerca dei funghi, assume una particolare importanza nelle vallate alpine torinesi dove è più tradizionale che altrove l’arte degli infusi alcolici alle erbe e dove, a fianco della coltivazione di menta, assenzio, arquebuse e issopo, c’è pure una ricca raccolta di genziana, genepi, rose selvatiche per il rosolio. Tra le specialità gastronomiche: i faseui d’la pignata del periodo carnevalesco, i salami di patata, il salame d’la duia, la bagna cauda, il brasato al barolo, il fritto misto alla piemontese, i piatti a base di funghi, tartufi e castagne, il pane e i grissini pedemontani, i formaggi delle vallate alpine e una grande varietà di dessert, dal cremino al passito di Caluso alle pesche al vino. (di Alessandra Calzecchi Onesti)
DENOMINAZIONI
DOCG: Erbaluce di Caluso o Caluso
DOC: Canavese, Carema, Piemonte